La World Press Photo Exhibition arriva per la prima volta arriva a Genova, ospitata a Palazzo Ducale dal 30 aprile al 24 giugno 2025. Il capoluogo ligure è la prima città in Italia a inaugurare la mostra dedicata al migliore fotogiornalismo internazionale, destinata a 60 città nel mondo. La competizione è nata nel 1955 e si è imposta come il più prestigioso punto di riferimento del settore.
Lo scorso 27 marzo è stata annunciata la selezione dei vincitori regionali nelle tre categorie ''singole'', ''storie'' e ''progetti a lungo termine'', divise fra Africa, Asia - Pacifico e Oceania, Asia occidentale, centrale e meridionale, Europa, America del Nord e America Centrale, Sud America, le regioni del mondo in cui sono state scattate. Il vincitore del premio World Press Photo of the Year e I due finalisti saranno annunciati il 17 aprile 2025.
La mostra a Palazzo Ducale è organizzata da Cime, Ambassador Italia della World Press Photo Foundation, in collaborazione con Fondazione Palazzo Ducale Genova. All'interno della Loggia degli Abati, sono esposte circa 140 immagini scattate dai 42 fotografi selezionati, fra le 59.320 fotografie candidate da 3.778 fotografi oroginari di 141 nazioni. Gli scatti sono stati inizialmente valutati da giurie regionali, per poi essere sottoposti al giudizio finale di una giuria globale indipendente.
I fotografi selezionati sono originari di: Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Colombia, Corea del Sud, Germania, Spagna, Stati Uniti, Francia, Haiti, Indonesia, Iran, Iran/Canada, Italia, Myanmar, Nigeria, Palestina, Olanda, Perù/Messico, Filippine, Portogallo, Repubblica Democratica del Congo, Russia, Russia/Germania, Salvador, Sudan, Thailandia, Turchia, Regno Unito e Venezuela.
Le fotografie che saranno esposte raccontano i momenti chiave dei fatti di cronaca accaduti nel 2024, come l'attentato a Donald Trump, la campagna elettorale in Venezuela, la violenza delle gang a Haiti, le proteste antigovernative in Kenya, Georgia e Bangladesh. Si soffermano sull'immigrazione, le conseguenze della crisi climatica, sui conflitti in Sudan, Ucraina e nella Striscia di Gaza, testimoniando anche le storie dei sopravvissuti, in particolare bambini, come Anhelina, che a sei anni deve affrontare gli attacchi di panico dopo essere scappata dalla sua casa in Ucraina. O ancora Mahmoud Ajjour, un bambino palestinese che ha perso le braccia in un attacco dell’esercito israeliano.
Tra i progetti a lungo termine premiati, cioè i lavori che abbracciano un periodo di tempo più esteso rispetto alle altre categorie, c'è quello della fotografa italiana Cinzia Canneri, che ha seguito le vite di alcune donne in fuga dal regime repressivo in Eritrea e dal conflitto in Etiopia. La bielorussa Tatsiana Chypsanava, invece, ha raccontato come una comunità maori difende la sua identità culturale in Nuova Zelanda, mentre Aliona Kardash è tornata nel suo paese d'origine, la Russia, per capire come la repressione e la propaganda abbiano trasformato le persone che sono rimaste. In America Centrale, Carlos Barrera ha documentato la violenza del governo di Nayib Bukele in Salvador, mentre Federico Ríos ha attraversato la regione selvaggia tra Panama e Colombia insieme ai migranti che rischiano la vita per arrivare negli Stati Uniti. Ancora, Ebrahim Alipoor è arrivato sulle montagne impervie del Kurdistan iraniano per conoscere le storie dei kolbar, i corrieri che trasportano illegalmente merci tra Iraq, Turchia e Iran. In ogni scatto una storia da raccontare, che ci riguarda.
«Il World Press Photo Contest - dice l'italiana Lucy Conticello, presidente della giuria mondiale - rappresenta un importante riconoscimento per professionisti che lavorano in condizioni difficili ed è anche un riassunto, per quanto incompleto, dei principali avvenimenti internazionali. Come giurati, siamo andati in cerca di immagini che possano favorire il dialogo».
Maggiori informazioni sulla mostra sul sito worldpressphotogenova.it o sul sito di Palazzo Ducale di Genova.