Genova, 09/07/2014.
Sul versante settentrionale del monte Beigua si apre a ventaglio la testata della valle Orba, equamente divisa tra le provincie di Genova (comune di Tiglieto) e di Savona (Sassello e Urbe). In un ambiente naturale dove predominano i castagneti si erge uno straordinario monumento storico-religioso: la Badia di Tiglieto. La prima fondazione cistercense esterna alla terra di Borgogna, la prima al di fuori della Francia e la prima in Italia, venne realizzata nel lontano 1120 per opera dell’abate del convento di La Ferté.
Ancora oggi l’abbazia conserva l’impianto planimetrico originario, con la chiesa, il chiostro, il convento e la sala capitolare inglobata nell’attuale villa gentilizia. La bellezza del paesaggio che circonda l’abbazia di Santa Maria e Santa Croce di Tiglieto stupisce ed affascina ancora oggi il visitatore, qui si respira quella pace lontana dalla realtà quotidiana. Ed è qui che i religiosi transalpini si prodigarono nell’opera divulgatrice del seme religioso dell’Ordine dei Monaci Bianchi, rinnovando la spiritualità della vita claustrale, contemplativa e attiva. Oggi il complesso medievale, che si trova nell’area protetta del Parco Regionale del Beigua, è tornato agli antichi splendori grazie ad un accurato restauro che ha portato la Badia ad essere visitabile dai turisti.
Vicino al centro religioso, alla sinistra idrografica dell’Orba si trova anche una casa colonica, il mulino nuovo e un ponte romanico a cinque arcate e, sul versante opposto del torrente, un rovere secolare iscritto all’albo degli alberi monumentali della Regione. L’itinerario escursionistico ad anello, ideale anche per i biker, attraversa la piana che si estende davanti all’abbazia e utilizza la capillare rete di sentieri e mulattiere la quale formazione venne favorita dai monaci cistercensi che si adoperarono per diffondere il Cristianesimo in tutto il Nord Italia. Cliccando sul link qui sotto, i dettagli dell'itinerario.
Punto di partenza e arrivo: Badia di
Tiglieto
Difficoltà: T
Dislivello: + 100 metri
Tempo di percorrenza: 2 ore
Segnavia: segnavia FIE bollo giallo barrato
orizzontalmente
Dall’area picnic il sentiero attrezzato termina presso la piana alluvionale, dove sorge la Badia di Tiglieto, tornata agli antichi splendori grazie ad un accurato restauro. La strada di servizio aggira a sinistra il parco della villa gentilizia, superato un cancello si segue la pista (segnavia bollo giallo barrato) che si inoltra nel bosco dominato dalle conifere. Lungo il sentiero l’escursionista incontra una radura (la Scuria), si costeggia la proprietà di una casa, si raggiunge la strada provinciale che si segue in salita per un centinaio di metri, la si abbandona seguendo il sentiero che s’inoltra a sinistra, in un vecchio castagneto da frutto, dove convivono anche pini silvestri e pioppi tremuli.
Si perde quota lungo la mulattiera, trascurando le varie deviazioni fino a Case Quizza, un piccolo agglomerato rurale circondato dal bosco. Il sentiero scende verso il torrente, si passa oltre grazie ad un ponte di ferro, arrivati in località Frera da Bassu si costeggia la sponda dell’Orba lunga la quale s’individuano i ruderi di una ferriera.
Sopravanzato grazie ad un ponte di legno l’affluente rian dra Gerla, ci s’immette su una strada forestale in salita; ad un bivio si abbandona la pista per il Bric del Dente e si prende a sinistra il sentiero (segnavia bollo giallo barrato) che attraversa una zona rurale con coltivi: si lambiscono alcune villette e si guada il rio Masino.
Dopo aver incrociato una prima strada asfaltata, presso Cà d’Bartalin se ne segue una seconda: prima delle case seguire a destra la traccia che s’inoltra nel querceto dove si stacca un sentiero in mezzo alle rocce serpentinitiche, con ampie vedute sulle belle gole dell’Orba. Dal rio Cian-ca si attraversano dei villini, si segue via Antonia Pesci fino a incrociare la strada provinciale: si prende verso l’antica via di accesso alla Badia di Tiglieto dove s’incontra un imponente rovere, la Quercia di Napoleone, che sorveglia il ponte medioevale. Percorse le cinque arcate si lascia alle spalle una piccola borgata e saliti sulla strada asfaltata la si attraversa per seguire la rotabile che si ricongiunge alla Badia del Tiglieto.
Di Enrico Bottino