Genova, 20/03/2018.
Da caserma-fantasma a spazio
pubblico per scopi sociali e servizi, rivolti al Lagaccio
e alla città. Con tanto di polmone verde rappresentato dal nuovo
parco urbano. Questo, in breve, il
processo di metamorfosi che vedrà
protagonista l'ex Caserma Gavoglio di via del
Lagaccio, a Genova, nei prossimi anni. E, dopo una fase di stallo,
torna il dialogo con cittadini e associazioni: in
programma tre incontri a inviti, momenti di
confronto per cercare soluzioni innovative per la realizzazione del
progetto del parco. Il primo sarà venerdì 23 marzo
all’Hotel Savoia (ore 16-19), mentre gli altri mercoledì 28
marzo e sabato 7
aprile.
Oggi, l'ex caserma dà segni di vita. C'è la volontà da parte del Comune di Genova e degli enti interessati di avviare un progetto di valorizzazione dell'ex caserma Gavoglio. Il progetto riguarderà 5 lotti della caserma per 5 aree di intervento: lotto Ex caserma, parco urbano, ex idrografico, ex proiettificio e area Cri. Ricordiamo che il processo che ha portato all’acquisizione a titolo gratuito dell’immobile è cominciato nell’ottobre 2013 per concludersi nel dicembre 2016 attraverso la procedura del federalismo demaniale culturale. Da fine 2015, è aperta la Casa di Quartiere, con le associazioni protagoniste.
Tutto partirà con la realizzazione di un parco urbano all'interno del cortile, la prima area dell'immensa ex caserma Gavoglio consegnata a cittadini e residenti. Il parco si estenderà per circa un ettaro sui cinque complessivi dell’area. Tre anni in tutto per la sua realizzazione. Il progetto europeo UnaLab - Urban Nature Labs, presentato nel'ambito di un bando del programma Horizon 2020 - Smart Cities and Communities, finanzia per un totale di 900 mila euro l'utilizzo nel parco di soluzioni progettuali di tipo naturalistico. Il progetto UnaLAB racchiude un consorzio di 28 partners provenienti da dieci città europee e non.
Il parco sarà la colonna portante dell'intera valorizzazione della Gavoglio di Genova, come afferma Annaiole Corsi, direttrice di UrbanLab: «Il parco sarà l'unica vera area verde del quartiere del Lagaccio ed elemento di aggregazione della popolazione. Si è voluto pensare ad un parco che sia elemento di una rete che possa mettere in comunicazione il versante dei monti con quello del waterfront genovese. L'edificio oltre il cancello d'entrata della caserma verrà demolito per ragioni idrauliche e per acquisire un vasto spazio per il parco, che potrà essere utilizzato come piazza pubblica e sede di spettacoli, giochi e altri momenti di aggregazione».
Si parla, per il parco urbano di possibili realizzazioni di spazi verdi attrezzati per il tempo libero, gioco e sport, previa demolizione degli edifici non vincolati ad interessi storico-artistici. L'edificio che ospitava gli alloggi degli addetti al complesso industriale, vincolato dal Ministero dei Beni Culturali, si presta a diverse funzioni: bar al piano terra, piccoli ristoranti, attività commerciali e studi professionali, mentre ai piani superiori si ipotizzano attività ricettive come ostelli e Bed and Breakfast, o ancora residenze per studenti.
Una conquista da parte della popolazione, afferma il presidente del Municipio I Centro Est Andrea Carratù: «Volontà e collaborazione da parte dei cittadini hanno portato a questo risultato. È un bell'esempio di partecipazione, per dimostrare che quando i cittadini vogliono, possono ottenere risposte dalle istituzioni».
Di dettagli tecnici e di finanziamenti parla l’assessore alle manutenzioni e ai lavori pubblici Paolo Fanghella: «È un investimento importante questo. Abbiamo già deciso di destinare ai lavori per la realizzazione del parco urbano, per la mitigazione dei rischi idrogeologici (il sito è attualmente in zona rossa) e altre opere interne al lotto della caserma, circa 7 milioni e 300 mila euro, cifra superiore rispetto a quanto previsto dalla precedente amministrazione. Si tratta di opere già finanziate per il 2018 che prevedono l'avvio degli interventi entro l’anno in corso. Finalmente il progetto del primo lotto del parco urbano è chiaro e definito e ora possiamo iniziare un progetto esecutivo e avviare una gara d'appalto. Sempre Fanghella precisa la questione delle demolizioni di alcuni edifici della caserma: «Dove demolisci non puoi più ricostruire: per questo prima di toccare qualsiasi mattone bisogna avere le idee chiare su cosa si vuole fare e dove si vuole arrivare».
Per riqualificare i 5 lotti, il Comune di Genova ha indicato un costo stimato di 78 milioni. L’associazione Progettare la città, che da anni promuove e spinge per la rinascita della Gavoglio, afferma: «Il pezzo su cui, ci sembra, si sia accumulato grave ritardo da fine 2015 ad oggi è la verifica generale del sottosuolo, dell’area e dei rivi che, benché prevista dal Programma di valorizzazione da fare nel 2016, non è stata ancora fatta o, perlomeno, resa nota. Questa verifica è importante perché determina quali edifici si possano o si debba abbattere e quali lavori, con relativi costi, si debbano realizzare per mettere in sicurezza e bonificare l’area». E ancora: «Chiediamo un tavolo tecnico che guidi partecipazione, progettazione e gestione dei cantieri, difficili per un quartiere dalla viabilità già congestionata come il Lagaccio. Oltre all’attivazione di un info point fisico (e uno virtuale) a gestione istituzionale per rendere pubbliche le idee e chiedere pareri, partecipazione, coinvolgimento».
Intanto è prevista una serie di incontri partecipativi, dalle ore 16 alle 19, che prenderà il via venerdì 23 marzo all’hotel Savoia, è una co-creation prevista dall’Unione Europea per la progettazione del parco urbano. Vi parteciperanno portatori di interesse tra istituzioni pubbliche, dipartimenti universitari e centri di ricerca, associazioni di categoria delle imprese e del commercio, oltre ad associazioni e abitanti del quartiere. Gli altri appuntamenti sono in programma mercoledì 28 marzo e sabato 7 aprile, sempre all'Hotel Savoia. Obiettivo dei lavori è la creazione di un living lab, laboratorio permanente che, una volta conclusa la fase di partecipazione relativa al parco, si arricchirà di competenze estendendo il proprio interesse all’intero compendio.
Il complesso è nato nella prima metà dell'Ottocento come stabilimento per la produzione di polveri da sparo con cui rifornire il Regio Ersercito. Fu edificato tra valli verdeggianti e impervie attraversate dai rii San Tomaso e Cinque Santi, che ancora oggi scorrono silenziosi nel sottosuolo dell'edificio (che si estende per 50mila mq). Con la cessazione del suo uso industriale-militare negli anni Ottanta, la zona è rimasta seminascosta alle spalle della Stazione Principe, abbandonata negli anni e presa d'assalto da richieste di riqualificazione da parte dei cittadini.
Di Fabio Liguori