Genova, 04/10/2018.
Un altro pezzo della cultura genovese che se ne va. Il Teatro Altrove, nel quartiere della Maddalena di Genova, chiude i battenti. Ha ospitato per cinque anni concerti, laboratori e rappresentazioni di qualità tra teatro e danza, unite a una proposta gastronomica. Ha diffuso cultura a tutto tondo animando una zona difficile del centro storico, e che ha un forte bisogno di sano divertimento. L'Altrove, luogo d'aggregazione in piazzetta Cambiaso, abbassa il sipario, dopo le difficoltà del Museo di Villa Croce e la chiusura del Museo Luzzati. Questo il messaggio sulla pagina Facebook dell'Altrove - Teatro della Maddalena:
«Era il 4 luglio di quest’anno quando, durante la festa di fine stagione, alcuni membri delle associazioni coinvolte nella gestione del Teatro Altrove avevano salutato il proprio pubblico dicendo che quel posto, per come era stato conosciuto e apprezzato negli ultimi anni, non ci sarebbe più stato. All’orizzonte c’era un’estate di importanti lavori di ristrutturazione per migliorare l'accessibilità del teatro. Lavori che si sono protratti più del programmato e che ancora adesso proseguono, pur trovandosi nella loro fase finale. A far data dal 30 settembre, l’ATS formata da Arci Belleville, DisorderDrama, Laboratorio Probabile Bellamy, Narramondo Teatro, Arci Genova, Arci Liguria e Comunità di San Benedetto al Porto chiude: nessun cartellone artistico 2018/2019, nessuna stagione in programma. Saranno comunque garantite le attività già programmate di concerto con il Comune di Genova, che è a conoscenza da diversi mesi dello stato delle cose».
Ecco i motivi che hanno portato alla chiusura dell'Altrove: «Tante, troppe le difficoltà con cui spesso le associazioni si sono dovuti scontrare. Certamente difficoltà di natura economica: i contributi istituzionali ricevuti, che spesso riuscivano a coprire i cachet artistici e la promozione, si sono rivelati purtroppo insufficienti per far fronte alle molte spese che la gestione di un teatro come l’Altrove porta con sé. La bigliettazione, per una sala di circa 90 posti, non può che avere un peso limitato. Ha pesato l’assenza fisica delle istituzioni comunali, sia nella precedente giunta Doria che nell’attuale giunta Bucci, quasi mai presenti a conferenze stampa, spettacoli e momenti di dibattito. Un’assenza che riflette il poco interesse nei confronti dell’Altrove e più in generale nei confronti del quartiere della Maddalena, lasciato - a dispetto delle tante promesse, puntualmente disattese - da solo con il suo fardello di criticità. Lo spirito culturale e poco imprenditoriale del progetto, unito alla difficile manutenzione di un teatro ricavato da un palazzo del Cinquecento, hanno fatto il resto».
Infine: «In questi cinque anni tanti di noi, tra le mura del teatro di Piazzetta Cambiaso, hanno condiviso progetti importanti, gettato le basi per collaborazioni future, ospitato artisti illustri e riconosciuti internazionalmente, ideato spettacoli, rassegne e festival apprezzati e fruiti da un pubblico partecipe e affezionato, hanno cioè contribuito a restituire alla città un luogo di straordinaria bellezza in un quartiere complesso. Teatro, cinema, musica, danza, letteratura, illustrazione, nuove tecnologie, cibo: l’Altrove in cinque anni è stato tutto questo e molto altro. Una parte di noi crede che questa avventura possa continuare, che si possa fare tesoro delle esperienze accumulate e che si debbano provare tutte le strade per non permettere a Genova e ai suoi abitanti di rinunciare per l’ennesima volta ad un luogo che da cinque lunghi anni è sinonimo di cultura a 360 gradi. Dalle pagine del Secolo XIX il Comune di Genova, attraverso l'assessore Grosso, dice di avere una proposta da farci: attendiamo l’incontro, ascolteremo e valuteremo il da farsi».
Di A.S.