Genova, 25/02/2021.
Nella serata di ieri, e poi nella mattinata di giovedì 25 febbraio 2021, Genova si è trovata avvolta dal caligo. Ma di cosa si tratta? Il caligo (o la caligo, come vedremo in seguito) sembra una semplice nebbia, come quella che si vede sovente in Val Padana. Piano piano avvolge la città arrivando dal mare, silenziosamente. Boccadasse, Sturla, il Porto Antico di Genova e la Lanterna si trovano avvolti in questa nebbia marina: in moltissimi sui social hanno immortalato questo momento suggestivo (guardate la gallery).
I quartieri genovesi sul mare si ritrovano avvolti in una grande nube, con le navi in zona porto che suonano per far sentire la propria presenza. Dalle alture, invece, lo spettacolo è ancor più incantevole e particolare: guardando verso il basso, si vede un grande mare di nuvole. Spuntano solo i palazzi più alti (straordinaria l'immagine della punta della Lanterna che svetta in mezzo al nulla). Ma cos'è esattamente il caligo, termine usato esclusivamente a Genova e in Liguria?
Prima di tutto, occorre specificare che si tratta di un termine tecnico marinaresco. La parola è di origine latina e colta, che riprende il nominativo, e risale alla tradizione nautica medievale. Dal latino caligo, caliginis deriva infatti l'italiano caligine, non molto usato ai nostri tempi per la verità. Riprendiamo la defizione fornita da Limet. La caligo [nebbia, dal lat. caligo (-iginis) sost femm. sing.) è un fenomeno atmosferico abbastanza raro, tipico della stagione primaverile. L'aria calda e secca veicolata dalle prime espansioni anticicloniche, sovrascorrendo la "fredda" superficie marina, reduce dell'inverno, si raffredda fino a condensare, formando banchi di nubi basse più o meno estesi, radenti il livello del mare. Affinché questa riesca a risalire fin sulle coste è necessario che sia presente un debolissimo gradiente meridionale, utile all'attivazione di una flebile brezza di mare. Una corrente troppo forte, infatti, determinerebbe o un sollevamento delle nubi, che assumerebbero quindi la veste della classica macaia, oppure il loro dissolvimento.
Di Andrea Sessarego