Genova, 27/03/2022.
Da domenica 27 marzo a domenica 10 luglio 2022,
le sale di Palazzo Ducale a Genova sono la cornice
della nuova mostra dedicata al barocco:
La forma della meraviglia.
Capolavori a Genova 1600 -
1750.
Questa
esposizione si inserisce all'interno del
Progetto Superbarocco, in sintonia con la
mostra-evento Superbarocco.
Arte a Genova da Rubens a Magnasco, in
corso alle Scuderie del Quirinale di Roma e
organizzata con la National Gallery of Art di Washington e la
speciale collaborazione dei Musei di Genova.
Tutte queste rassegne celebrano una straordinaria stagione quando vennero create da celebri artisti stranieri come Rubens, Van Dyck, Puget, e brillanti talenti locali come Bernardo Strozzi, Valerio Castello, Gregorio De Ferrari, opere di sorprendente qualità. L'appellativo di Superba - a cui il titolo Superbarocco si richiama - ben si adatta a Genova, una città che tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Settecento è stata una delle grandi capitali d'Europa.
«Le mostre che inauguriamo e che sono ricomprese nel Progetto Superbarocco sono frutto di un grande lavoro di squadra - sostiene l'assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso - Ci tengo a sottolinearlo perché mai come in questa occasione siamo stati in grado di fare rete e di presentare ai genovesi e ai tanti visitatori un’offerta così coinvolgente e di grande qualità. Comune, Palazzo Ducale, Regione, musei, privati e tutte le istituzioni che si occupano di cultura hanno permesso di esaltare uno dei periodi della nostra storia in cui Genova poteva essere considerata a tutti gli effetti una capitale europea, sia per la potenza economica che per il fervore artistico e culturale in grado di promuovere. E a proposito di capitali, vorrei ricordare il prestigioso legame con le Scuderie del Quirinale e con la National Gallery of Art di Washington, che permetterà al Barocco genovese di avere un palcoscenico internazionale. È la prima volta che Scuderie abbina un grande progetto a una grande città e lo ha fatto con la nostra Genova. Il legame tra noi e Roma è inoltre plasticamente rappresentato dallo speciale treno storico Arlecchino, che ha unito non solo simbolicamente le due città e le due mostre. Ringrazio Ferrovie dello Stato e Fondazione Fs Italiane per aver reso possibile l'iniziativa». Insieme alla mostra allestita a Palazzo Ducale, in diversi musei, chiese e luoghi d'arte di Genova va in scena I Protagonisti. Capolavori a Genova 1600 - 1750, rassegne monografiche su alcuni artisti e alcune caratteristiche produzioni di quello straordinario periodo (maggiori informazioni sul sito VisitGenoa).
La forma della meraviglia. Capolavori a Genova tra 1600 e 1750, ha come protagonista la scuola del Barocco genovese e gli artisti più importanti attivi nel capoluogo ligure. Una scuola caratterizzata da un'estrema diversità di approcci, dovuta in gran parte alla peculiare connotazione del regime politico: Genova era una Repubblica e, non esistendo una corte, non esisteva neppure un gusto per così dire ufficiale. Ciò consentì una relativa libertà di declinazioni artistiche, favorita nondimeno dalle cospicue ricchezze delle famiglie nobiliari in grado di avvalersi delle prestazioni dei più grandi artisti dell’epoca.
Il percorso espositivo si apre con Giovan Battista Paggi, una figura centrale di quel periodo che, dopo un soggiorno fiorentino, rientrò a Genova e lavorò per Giovan Carlo Doria. Grazie al nobile mecenate, l’artista dette vita all’Accademia del disegno in cui si formarono giovani pittori locali. Nell’esperienza artistica del Paggi confluiscono la lezione del maggior talento genovese del Cinquecento, Luca Cambiaso, e quella del tardo manierismo fiorentino. Quest’ultima si percepisce nettamente nella Madonna col Bambino e san Giovannino qui esposta. Nelle successive sale vengono esposte poi opere di Bernardo Strozzi, Giovan Andrea Ansaldo, Domenico Fiasella e Luciano Borzone, fautori di distinte concezioni della pittura. Facilitata dalla presenza a Genova di maestri fiamminghi, la corrente naturalistica, espressa nella prima metà del secolo è rappresentata da alcuni capolavori di Assereto, Giovan Andrea e Orazio De Ferrari, Giovan Battista Carlone.
Una grande sala è dedicata alla produzione dei maestri fiamminghi e ai loro alunni genovesi - Scorza, Castiglione e Vassallo. Da ammirare un’inedita e coloratissima Entrata degli animali nell'arca di Jan Roos e un capolavoro non molto conosciuto del Grechetto, la Carovana del Musée des Beaux-Arts di Rouen. Si entra poi nel pieno Barocco con la sezione dedicata a Valerio Castello e Domenico Piola, e agli scultori Pierre Puget e Filippo Parodi. Il dialogo tra pittura e scultura è visibile nel confronto tra la Madonna Carrega di Puget e una Sacra Famiglia di Piola, che eccezionalmente arriva dalla casa di riposo parigina in cui è stata recentemente individuata.
Il viaggio nel barocco genovese prosegue con una sala dedicata ai ritratti, un genere caratteristico fin dai tempi di Rubens e Van Dyck, ma con una particolarità: sono ritratti di bambini. Il ritratto è una forma di autoglorificazione, ma in questa galleria la scelta di dar spazio alle espressioni più innocenti dei bambini, protagonisti inconsapevoli, vuole limitare al massimo ogni retorica celebrativa, anche se in origine gli stessi ritratti infantili finivano per potenziare il prestigio dei genitori.
Il Settecento è poi rappresentato, tra gli altri, da Lorenzo De Ferrari, di cui viene esposta per la prima volta la Madonna del Rosario, che appartiene a uno storico ordine conventuale genovese. A quest'opera è affiancato un monumentale gruppo ligneo di Anton Maria Maragliano, costituito da tre figure - una Madonna Immacolata, un San Francesco d’Assisi e un San Bernardino da Siena - riunite, per la prima volta in quest’occasione, dai tempi delle soppressioni ecclesiastiche ottocentesche.
Il tema del paesaggio vede in Carlo Antonio Tavella un interprete prolifico: le sue opere traggono spunto dai paesaggisti di origine fiamminga attivi a Roma nel secondo Seicento, e a Peter Mulier, detto il Tempesta. In mostra è presente una sua grande tela sconosciuta ai più, poiché fa parte dell'arredo della presidenza degli Ospedali Galliera; la rassegna si conclude con Alessandro Magnasco, pittore genovese ma di dimensione internazionale - esposti il Refettorio di Bassano del Grappa e i Galeotti nel porto di Genova del museo di Bordeaux - e con una seconda sezione della ritrattistica: una serie di effigi di Dogi della Repubblica dipinte da Gregorio De Ferrari, da Domenico Parodi e da quel Giovan Maria delle Piane che è passato alla storia col soprannome di Mulinaretto.
"Ci siamo preparati a lungo a questo evento e adesso ci siamo - commenta il sindaco di Genova Marco Bucci: la stagione del Barocco è cominciata. O meglio, è "ri"cominciata. Grazie a una serie di iniziative molto particolari siamo pronti a vivere nuovamente l'epoca d'oro della nostra città. Un calendario ricchissimo, che porterà l'attenzione nazionale ed internazionale sulla storia gloriosa di Genova, quei secoli che ci hanno reso 'La Superba' che oggi vogliamo tornare a essere".
La mostra, curata da Pietro Boccardo, Jonathan Bober e Franco Boggero, è prodotta e promossa da Comune di Genova, Regione Liguria e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, in collaborazione con Scuderie del Quirinale. Orario d'apertura della mostra La forma della meraviglia. Capolavori a Genova tra 1600 e 1750: da martedì a domenica e festivi ore 10-19; lunedì chiuso. Biglietti: intero 13 euro; ridotto 11 euro. Per maggiori informazioni consultare il sito di Palazzo Ducale.
«Con la mostra Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco, le Scuderie del Quirinale rinnovano il proprio impegno nei confronti di una proposta espositiva di grande rilievo internazionale nonostante il perdurare di situazioni di eccezionale difficoltà - dice il presidente di Scuderie del Quirinale, Mario De Simoni - Con grande determinazione e forti della straordinaria collaborazione della National Gallery of Art di Washington e di quella del Comune di Genova e dei Musei della città, presentiamo la gloriosa stagione dell’arte genovese del Seicento, nei suoi tanti riflessi ancora forse poco nota al grande pubblico. Un grande progetto corale e condiviso, reso possibile anche grazie al prezioso sostegno di Webuild, Ferrovie dello Stato Italiane, Magnum e Banca Passadore & C. che ringrazio per essere al nostro fianco in questa occasione. Un momento di celebrazione della città di Genova, in linea con la programmazione delle Scuderie tesa ad indagare le tradizioni artistiche delle singole città italiane».
Di Silvia Frattini