Teo Musso al Genova Beer Festival: «Dal luppolo alla produzione, la birra artigianale è racconto»

Baladin.it

Genova, 30/09/2023.

È tempo di Genova Beer Festival, che anima Villa Bombrini a Genova Cornigliano fino a domenica 1° ottobre 2023 con 150 birre artigianali, stand gastronomici e diversi appuntamenti. Tra questi, l'incontro con l'ospite d'eccezione di questa edizione: Teo Musso, fondatore del birrificio Baladin di Piozzo (Cuneo) e capostipite del movimento artigianale in Italia. Durante la conferenza di domenica primo ottobre (ore 17), con Musso si parla di Filiera Agricola della birra italiana, della crescita dei birrifici artigianali nel Bel Paese e di cultura birraria (ingresso libero fino a esaurimento posti). Prima dell'incontro, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Mr Baladin.

"Il mondo della birra agricola cresce in modo importante. Al Genova Beer Festival raccontiamo l'italianizzazione del percorso, il legarsi sempre di più alla materia prima italiana - racconta - Quello che raccogli lo devi trasformare, un'esperienza molto importante e dalle sfumature non banali. Un trend nato anche in seguito alla nostra bandiera, datata 2011. Parliamo della Baladin Nazionale, la prima birra 100% italiana, legata alla terra e alla coltivazione. Gli ingredienti sono acqua locale (proveniente dalla Alpi Marittime, ndr.), malto d'orzo, luppolo coltivato in Italia, scorze di agrumi e coriandolo nazionali".

Da quel momento, cosa è cambiato? "La Baladin Nazionale è servita a far riflettere me stesso e tutto il comparto sul tema dell'artigianalità, per valorizzare l'italianità nel profondo. Un prodotto totalmente artigianale, al di fuori della nostra cultura. Nell'800 e nei primi del '900 siamo stati colonizzati da quella tedesca e austriaca, che ha fatto nascere le nostre birre industriali. Poi la rivoluzione culturale, iniziata 25 anni fa, con il compito di far capire che esistono birre diverse dalla chiara, prodotti agricoli da portare nei ristoranti e capaci di esaltare la terra e ciò che è italiano".

Quali sono le tue birre preferite? "Il vero simbolo della birra Made in Italy che abbiamo portato all'estero è la Xyauyùbarley wine unico al mondo. Un prodotto più contemporaneo e da giovani è la Baladin Pop, la prima in lattina nella storia della birra artiginale italiana. È realizzata con luppoli in fiore qualità Mosaic e Cascade. I sentori erbacei donati da questo luppolo si sposano bene con il gusto maltato. Un mondo parallelo, invece, è quello delle birre macro ossidate, che continuano a sconvolgere chi le assaggia. Con processi di invecchiamento estremizzati, somigliano molto al vino (c'è orzo e non uva). Infine, voglio nominare Sorayaultima birra che ho fatto e dedicata a mia figlia. È molto particolare, di colore oro ricco, e con profumi intensi e delicati di rosa: anello di congiunzione tra il mondo del vino e quello della birra".

Si parla sempre più di abbiamenti cibo-birra. Qualche consiglio? "A parer mio, con la birra stanno bene soprattutto i salumi e i formaggi, o i piatti a base di questi prodotti. L'importante è non bere la birra gelata. Sulle mie etichette è sempre indicata la temperatura di servizio, che va da 8°C, fino alla temperatura ambiente, ovvero 18°C".

Matterino Musso, conosciuto da tutti come Teo, ha dimostrato che questo prodotto può crescere in qualità e gusto. Alle porte delle Langhe, sul Tanaro, in Piemonte, una delle terre italiane più votate al buon vino, prospera il più importante produttore italiano di birre artigianali di qualità. "Mio padre aveva le vigne e faceva il vino - racconta Musso - In fase adolescenziale mi sono 'scontrato' con questo mondo, e mi sono tuffato con curiosità nel settore della birra. Nel luogo del vino per eccellenza, nel 1986, apro una vecchia osteria chiusa da anni e la trasformo in una birreria. Scelgo subito 200 etichette provenienti da tutta Europa: così nasce Le Baladin, che significa santimbanco in francese antico. Da lì tantissime birre, esperimenti ed esperienze".

Il mondo del vino, quindi, come fonte di ispirazione. "È iniziata la rivoluzione della birra artigianale in Italia, che passa da tappe come la prima edizione del Salone del Gusto nel 1996, dove si inizia a 'girare il bicchiere'. Il mondo della birra artiginale deve molto al vino, anche per quanto riguarda la lettura del mercato. Oggi, difficilmente i birrifici hanno questa coscienza. La birra, inizialmente, era venduta esclusivamente nelle enoteche". Da birrificio ad azienda agricola che produce birra. Un grosso passo in avanti... "Il cambiamento non è banale. Ci si lega a un modo di interpretare il prodotto molto più vicino a quello del vino. Bisogna trasforrmare il raccolto che la terra ti ha dato in quell'anno".

Non solo esperti della cultura birraria al Genova Beer Festival, ma anche persone che vogliono avvicinarsi al mondo birra. "Ogni birrificio produce una chiara, una bianca di ispirazione belga e una scura. Il mio consiglio è di partire da una birra bianca di frumento, cambiando l'approccio ed evitando quelle 'sempre bevute'. Salterei la chiara di default, perché è sbagliato stare sempre nella comfort zone. Dalle birre artiginali, con i suoi sapori tutti diversi, si può iniziare un altro percorso. Tutto è legato a un racconto e a una storia".

Dalle prime Baladin a Piozzo all'esportazione negli Stati Uniti e in Australia (tra gli altri). "Il mondo belga mi ha affascinato e contaminato - conclude Teo Musso - Se la birra artiginale italiana è così apprezzata e diffusa, tanto lo dobbiamo al Belgio. Lì c'è la scuola dell'alta fermentazione, per me molto più interessante. I belgi sono stati pionieri nell'arte di invecchiare la birra, soprattutto con i tipi Lambic e gueze. L'aspetto importante è che, nei mercati esteri, arrivino prodotti il più possibile 100% italiani".

Di Andrea Sessarego

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Genova e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter