Il percorso espositivo si apre con il grande padre Lucio Fontana, elemento propulsore e catalizzatore di questa stagione, riferimento imprescindibile per questa generazione, nonché fondatore dello Spazialismo, movimento al quale aderirono artisti quali Gianni Dova, Roberto Crippa, Cesare Peverelli; parallelamente, Milano diede i natali al Movimento nucleare, creato da Enrico Baj e Sergio Dangelo.
Nel settembre 1959 uscì il primo numero della rivista Azimuth, la cui storia non si può scindere da quella dei suoi due fondatori, Enrico Castellani e Piero Manzoni. Più che una pubblicazione, Azimuth era un ritrovo intellettuale, un’esperienza radicale dall’apertura internazionale, un luogo di confronto, di dibattito, di scoperta, dalle cui pagine si assistette al superamento della pittura in senso tradizionale, alla nascita di nuovi linguaggi, alla possibilità di contaminazione con altre realtà.
Dopo l’esperienza di Azimuth, la mostra documenta le sperimentazioni del Gruppo T, formato da personalità quali Gianni Colombo, Davide Boriani e Grazia Varisco, la cui ricerca si concentra sul rapporto tra tempo e spazio e l’idea di movimento nell’opera d’arte e che ha come padre putativo Bruno Munari che con le sue Macchine inutili e con i suoi Negativo-positivo - esposte al Palazzo delle Paure - aveva già introdotto importanti elementi di riflessione sia sul tema del dinamismo sia su quello della percezione.
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