Magazine, 24/04/2023.
David Bowie non è morto, David Bowie è tornato a casa, tra le stelle cantate in Starman ma anche su Marte, il pianeta rosso di Life on Mars? D'altronde, da un camaleonte che si è trasformato in Ziggy Stardust, Aladdin Sane, The Thin White Duke, Major Tom, Halloween Jack ci si può aspettare di tutto.
Le personalità, o meglio le personas, ossia gli alter ego e i personaggi che il Duca Bianco portava sul palco, si sono succedute per tutta la carriera di David Bowie, a volte amalgamandosi, a volte differenziandosi, ma comunque tutte racchiuse all'interno dell'anima geniale di un artista che ha fatto dell'avanguardia musicale e di immagine il suo marchio di fabbrica.
David Bowie è partito dal glam rock dell'inizio degli anni Settanta, passando per Ashes to ashes, brano che per molti ha dato inizio alla new wave degli anni Ottanta e continuando con Let's dance e China girl, che di quella decade coloratissima sono un fondamento pop. Negli anni Novanta e Duemila le produzioni di Bowie risentono della serenità famigliare donatagli dall'unione con la super modella Iman. Lo si sente e lo si nota anche nei live, durante i quali David Bowie non ha alter ego, è semplicemente David Bowie, irradia una luce quasi accecate, scherza e ride col pubblico, si diverte ed è di una bellezza matura e conturbante.
Gli anni passano e nasce una nuova personalità, quella di The Blind Prophet, protagonista di Lazarus, canzone contenuta nel disco Blackstar il cui video risulta potente, cupo e profondo. Pochi giorni dopo l'uscita, il 10 gennaio 2016, David ci lascia e si trasforma in leggenda.
Blackstar è un disco geniale, impregnato di un'avanguardia che, nel pubblico del 2016 ormai annoiato da un panorama musicale desolato e desolante, scatena un'onda di stupore che neppure la morte può fermare.
Lazarus e il video che l'accompagna sono il testamento che The Blind Prophet ci lascia, fanno venire i brividi, sembrano quasi un avvertimento di quello che da lì a poco sarebbe successo. Ma c'è di più, perchè Lazarus è anche un'opera rock, scritta poco prima della sua scomparsa insieme Enda Walsh, drammaturgo irlandese. È la storia che, idealmente, si riallaccia a quella raccontata nel romanzo di Walter Travis, The Man Who Fell To Earth, da cui nel 1976 è stato tratto il film, che vede proprio il mitico Bowie nei panni dell'alieno Thomas Jerome Newton che rimane intrappolato sul nostro pianeta.
Nel dicembre 2015 l'opera Lazarus è stata presentata per la prima volta a New York. Questa data segna anche l'ultima apparizione pubblica di David Bowie, che da lì a poco sarebbe tornato tra le stelle.
Nel 2023 questo spettacolo-testamento arriva anche in Italia, per la regia di Valter Malosti e vede sul palco Manuel Agnelli, cantante e frontman degli Afterhours, nei panni di Thomas. Insieme a Manuel Agnelli sul palco, anche la cantautrice vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e la coreografa e danzatrice Michela Lucenti.
Il cast è composto dagli interpreti Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini, oltre che da alcuni tra i migliori musicisti della scena musicale italiana come Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo ROST Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti.
Guidata dal progetto sonoro e dalla produzione musicale di GUP Alcaro, la band presenterà arrangiamenti originali dei più grandi successi di David Bowie (da Heroes a Life on Mars?, fino a Changes) e dei quattro brani che l’artista scrisse appositamente per lo spettacolo, tra cui il capolavoro che dà il titolo all’opera.
Durante la primavera 2023 lo spettacolo è in scena sui più grandi palchi italiani. Lazarus arriva infatti a Bologna, all'Arena del Sole dal 26 al 30 aprile. Anche Milano ospita Lazarus, al Piccolo Teatro, dal 23 al 28 maggio e in seguito anche Torino, Lazarus sarà in scena al Teatro Carignano dal 6 al 18 giugno.
Di Paola Popa