Magazine, 08/06/2023.
Parlare di marjuana leggera e legale è oggi possibile. Grazie all’intervento del legislatore italiano, è ormai in atto una distinzione netta tra la canapa light, per l’appunto leggera, e quella illegale. La distinzione è tutta chimica, prima ancora che normativa, e segna un profondo spartiacque all’interno del già variegato mondo della marjuana. Come si dice, non è possibile fare di tutta l’erba un fascio: così, all’interno della categoria light, alcune tipologie di cannabis si distinguono per la loro qualità, particolarmente pregiata.
Qualità diverse di cannabis light
Quando si parla di canapa, una prima distinzione è d’obbligo. All’interno di questa macrocategoria, è infatti possibile distinguere tra canapa sativa e canapa indica. Oltre a tempi di fioritura e dunque di raccolta diversi, più lunghi per la sativa e rapidi per l’indica, le due varietà di cannabis offrono rese differenti.
Inoltre, la principale distinzione tra le due qualità di cannabis è in primo luogo chimica. La canapa sativa ha un più alto contenuto di THC, mentre quella indica è più carica di CBD. È possibile fare delle ricerche per sapere esattamente che cos’è il CBD, ma in linea di massima si può affermare che tetraidrocannabidiolo e cannabidiolo sono i due principali elementi valutati dal legislatore nella definizione stessa di cannabis light.
Il THC, in breve, è quella sostanza psicoattiva che, se in concentrazioni superiori allo 0,2% e con un range di tolleranza fino allo 0,6%, rende la cannabis illegale. Al contrario, il cannabidiolo CBD è una sostanza che conferirebbe alla cannabis anche delle capacità analgesiche e ansiolitiche e che, essendo presenti in concentrazioni maggiori, mantiene la canapa leggera all’interno del range di legalità stabilito dal legislatore. Data la premessa, è possibile adesso trattare alcune tipologie di cannabis light che spiccano certamente per il loro maggior pregio, all’interno del variegato panorama della canapa.
Super Silver Haze
Dando la parola agli esperti, è opinione pressocché unanime che la Silver Haze sia la variante di cannabis sativa migliore al mondo. Guardando poi ai premi e ai riconoscimenti ottenuti da questa Haze, sembra che ogni cosa lo confermi: la Cannabis Cup vinta per tre anni di seguito è soltanto un esempio. Come si avrà modo di scoprire, molte delle piante di cannabis più ricercate sono degli ibridi, spesso a forte componente di sativa. Questo è il caso della Silver Haze, che ha una componente di cannabis sativa pari all’80%.
La composizione specifica della Silver Haze è ideale per dare la giusta carica di energia al culmine della giornata, e così stimolare produttività e creatività. Il tutto, alleggerendo anche il carico di ansia e stress. In breve, il mix di effetti positivi sui consumatori abituali sembra rendere la Silver Haze perfetta anche per un uso potenzialmente terapeutico.
White Widow
Restando nell’ambito dei potenziali effetti terapeutici derivanti dall’assunzione di cannabis, la White Widow sembrerebbe perfetta per lenire ansia, stress, depressioni, nonché dolore fisico grazie al suo effetto analgesico e antidolorifico. Anche questo ibrido a predominanza sativa ha delle ricadute positive sull’umore, stimolando un benessere quasi istantaneo nel consumatore e regalando un piacere sensoriale non da poco. Il tutto grazie alle sue note agrumate e fresche, oltre che all’aroma di pino.
La White Widow è nata forse da un ibrido tra sativa brasiliana e indica indiana. Ma al di là delle possibili origini, immerse quasi nella leggenda, la pianta oggi si presenta come una delle più resistenti e facili da coltivare. È entrata di diritto nel novero delle migliori genetiche di cannabis esistenti.
Amnesia Haze
In chiusura, si può fare riferimento all’Amnesia Haze, ibrido al 70% di sativa e per il restante indica. Di certo, sono da stimare maggiormente le resine a minor contenuto di THC, poiché la varietà più pura di Amnesia prevede una concentrazione molto altra di tetraidrocannabidiolo, ma ciò che più conta è valorizzare il suo gusto fresco e fruttato. La sua versione più pura ha una concentrazione di THC tale da non poter essere facilmente usata a scopo terapeutico, rivelandosi talvolta eccessiva per i consumatori più delicati.
La fase cosiddetta “high” viene innescata molto rapidamente, e l’elevato contenuto di THC rende le sensazioni provate dai consumatori particolarmente intense. Viene dunque spontaneo l’obbligo di raccomandare attenzione alle specie a più alta concentrazione potenziale di THC, soprattutto se non sono bilanciate da una percentuale molto alta di CBD.