Magazine, 24/01/2018.
Salve,
sono Mary, ho vent'anni e sono
un'amante.
Che poi a me neanche piace il nome amante: la poco di buono, la
sgualdrina, la mangia uomini.
È questo che pensa la gente degli
amanti.
Ma, a vederla meglio, amante è solamente colui/colei che ama. È
uno di quei ruoli che non ti aspetteresti, un ruolo che tutti sanno
giudicare ma che nessuno, o forse in pochi, sanno davvero
ricoprire.
È iniziata così: io nuovo lavoro, lui molto più grande di me, affascinante, solare, uno di quelli che ci sa fare. Difetti? Sposato, tre figli, traditore seriale.
Inizia così, per la mia voglia di affetto e per la sua
voglia di aggiungerne una alla lista (almeno, penso io). Le cose
vanno avanti per giorni, settimane, mesi. La
voglia di vederlo, il fascino del proibito, la gioia e la passione
si alternano alla tristezza, alle lacrime, alla rabbia e ai sensi
di colpa.
Dopo tre mesi mi accorgo che non può andare avanti così, che
non posso soffrire così tanto per poche ore di
felicità. Decido di lasciarlo, ma per la mia
debolezza riesce a farmi cambiare idea e da lì non lo
lascio più.
Mi arrampico all'idea che se non posso averlo del
tutto, meglio poco che niente. Adesso sono sette mesi. Mi
piace tanto, troppo. Non è solo sesso. All'inizio ero
consapevole di quello a cui andavo incontro, sapevo che non potevo
affezionarmi a lui e che certi confini non avrei mai potuto
superarli. Adesso ogni certezza è crollata.
Solo i sensi di colpa mi riportano alla realtà: non
voglio passeggiate, cene fuori, week end, regali, notti
insieme. Sono un'amante, non mi spettano, non ne ho
diritto. Ma sarei un'ipocrita a non dire che, se potessi, farei
tutto quanto! Quando sono avvolta dai miei pensieri più bui mi
rendo conto di quanto mi faccia male tutta questa storia.
Ho solo vent'anni, forse un giorno ricorderò
quest'esperienza con un sorriso sulle
labbra.
Ma adesso vivo questo amore in un'ombra e la luce mi sembra
tanto, troppo lontana.
Mary
Buongiorno Mary,
ha ragione, le categorie non piacciono neanche a me e men
che meno mi piace, giudicare le persone usando categorie
spesso figlie di vecchi pregiudizi.
In fondo che bisogno c'è? Lei vive una relazione (di amore e di sesso) che le dà forti emozioni, alcune anche molto belle ed allo stesso vive altre emozioni molto più brutte.
Ma non è quello che spesso accade nelle relazioni vissute con grande intensità emotiva? A prescindere dalla categoria a cui si pensa di rinchiudere le persone?
E non conta se lei è una splendida 20enne e lui un traditore seriale. Le grandi storie d'amore e di passione, quasi sempre, hanno sempre protagonisti fuori dagli schemi. E le grandi storie di passione sono tali perché caratterizzate da slanci inarrestabili e da lampi di meraviglia. Ma sono anche storie che portano con sé, inevitabili risvolti dolorosi o tragici, a meno che non si trasformino in rapporti decisamente più banali e noiosi.
In ogni caso sono vampate destinate ad avere una parabola con un finale discendente. E di questo volevo parlare. Certo, ora, per lei e per lui, non ha senso chiudere (se pure per motivazioni diverse) e dunque presumo che la vostra storia continuerà, sino a quando gli equilibri si romperanno e sarà la stessa storia che vi obbligherà a chiudere, perche non sarà più possibile continuare con la stessa reciproca gioia.
E questo sarà un’ulteriore fonte di dolore.
Non voglio fare il gufo, ma visto che ci sarà una fine e a cui
seguirà un dopo, dove ci sarà da piangere, tanto vale che,
ora, lei si viva la sua storia, senza troppi sensi di
colpa. A pensarci bene, se si guarda intorno, a
prescindere dalla composizione dei partner, molte delle storie dei
20 anni non sono destinate ad avere una lunga vita.
E dunque perche preoccuparsi?
(L'unica grande preoccupazione deve essere rivolta a stare
davvero molto attenta a non restare incinta).
Detto questo, l' unica altra avvertenza riguarda la sua prossima relazione. Se davvero questa storia è fantastica, quando finirà è molto probabile che lei farà un po' di fatica a trovare un’altra persona che la travolgerà con le stesse sensazioni. Ed è possibile che molti altri uomini, se pur mossi dalle migliori intenzioni, le sembreranno insipidi e dunque poco attraenti.
Insomma, avrà bisogno di un po’ di tempo per ritrovare il suo
equilibrio.
Ma anche questo è normale. Un po’ come il senso di spaesamento nel
tornare a casa,dopo essere stati in vacanza un mese al carnevale di
Rio.
E questo è tutto: lei è una 20enne
innammorata.
Lui è un fascinoso traditore seriale con moglie e figli.
È una fantastica tragedia annunciata.
Al cinema molti vanno pazzi per questo tipo di film.
Ma viverli nella realtà è davvero molto più complicato.
Auguri
Dott.Marco Emilio Ventura
Psicologo Psicoterapeuta Mental Coach
Genova