Magazine, 04/04/2018.
Salve,
sono una ragazza di 23 anni. Non so da dove cominciare, ci sono tante cose che vorrei dire... e così inizierò da quando avevo più o meno 4 anni e mio cugino mi ha molestata. È successo solo una volta, credo lui avesse 15 anni, questa cosa mi è ritornata di nuovo in mente poco tempo fa.
Fin da bambina ho sempre avuto problemi a relazionarmi con gli altri e venivo sempre esclusa dai miei compagni, da mia sorella più grande e altri cuginetti, mentre giocavamo. E ancora oggi non riesco a relazionarmi con nessuno.
Un'altra cosa, da sempre non mi identifico col mio corpo: sono donna ma dentro mi sento uomo e questa cosa mi ha sempre fatto soffrire. A 16 anni ho anche lasciato la scuola, perché non ce la facevo più a essere esclusa e non riuscire a farmi conoscere per quello che ero davvero.
Conclusione: non ho né un lavoro né la patente, non frequento nessuno e sono sempre chiusa in casa. Esco raramente per andare da mio nonno o in città a fare compere con i miei (io abito in un paesino di campagna) non ho più sogni né hobby e non so cosa fare della mia vita e come risolvere la situazione. Spero possa aiutarmi.
Aspetto la sua risposta, grazie.
Buongiorno ragazza (?) di 23 anni,
nel breve riassunto della sua vita fino a oggi, vi sono alcuni aspetti che meriterebbero un'attenzione e comprensione che vanno al di la delle risorse di questo lettino. Senza nulla togliere all'importanza dei suoi ricordi, quello che mi ha più colpito è la sua difficoltà a relazionarsi con gli altri, presumibilmente anche a causa del fatto che, lei scrive: ...da sempre non mi identifico con il mio corpo: sono donna, ma dentro mi sento uomo e questa cosa mi ha sempre fatto e mi fa soffrire. E questo sicuramente è un aspetto che merita davvero di essere affrontato seriamente. E posso capire che, essendo lei in confusione e in difficolta con se stessa, si sia trovata in difficolta a integrarsi con gli altri.
Ma immagino che, oltre a questo suo stato intimo, ci siano anche altri aspetti critici, meno intimi, e la spiegazione che, a 16 anni ho lasciato la scuola, perché non ce la facevo più a essere esclusa e non riuscire a farmi conoscere per quello che ero davvero, non mi basta. A 16 anni è difficile per tutti farsi riconoscere per ciò che si è davvero, visto che a quell'età si è tutti in una fase di transizione e neppure noi stessi sappiamo davvero chi siamo, e men che meno riusciamo a capire chi e cosa saremo.
In tutto questo sarebbe anche molto interessante sapere come si sono comportati i suoi genitori e che aiuto le hanno dato. O non le hanno dato.
In ogni caso sono cose che appartengono al passato. Oggi lei ha 23 anni e anche se vive in un paesino, siamo pur sempre in Italia, nel 2018; e in questo Paese e in questo millennio ci sono molte attività che possono essere fatte senza dover specificare se si è uomini o donne, o tutto ciò che sta tra Uomo e Donna. Prendere la patente è una di queste.
Non vi sono più confini cosi rigidi tra abiti maschili o femminili e anche andare in palestra e studiare sono unisex. Ci sono molti sport che si possono fare a prescindere dal sesso e anche molti lavori e hobby. E se, ora come ora, non sente alcuna voglia, ne scelga lo stesso un paio e si costringa a impegnarsi.
E, visto che me lo chiede, per uscire dalla sua situazione questa è la prima cura.
Le suggerirei di incominciare uscendo da casa più che può, per fare la spesa o varie commissioni. Si iscriva in palestra o a qualsiasi altra attività che la mette in contatto con gli altri e lo faccia il più possibile a testa alta. Vada a scuola guida e si aspetti di sentirsi inadeguata e fuori posto, perché all' inizio sarà così. Per il semplice fatto che quando si comincia qualcosa di nuovo tutti si sentono inadeguati e imbranati, a prescindere dalla propria identità sessuale più o meno definita. Nel fare questo si guardi intorno. Se non si limita a guardare solo i visi sorridenti (spesso finti o forzati) vedrà, che non è solo lei a sperimentare che le relazioni con gli altri sono sempre complicate, difficili, frustranti e solo raramente, piacevoli.
Poi, se sentirà ancora un profondo bisogno, di fare chiarezza nel suo sentirsi uomo in un corpo di donna, la invito a prendere appuntamento con un bravo psicoterapeuta-sessuologo, che la aiuti a fare pace con se stessa e trovare la strada a lei più congeniale per il suo futuro. Che le auguro più roseo del suo passato....
Saluti
Dott.Marco Emilio Ventura
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Genova
Di Marco Ventura