Ascoltando un disco come Wind Tales viene da pensare automaticamente alla scena musicale attuale, ricca di ottimi musicisti e compositori anche se poi al grande pubblico viene propinata sempre la stessa proposta, povera, ripetitiva, spesso rimpinzata di messaggi ideologici. Fabio Vernizzi in tal senso ha le idee molto chiare. «Il mondo pullula di giovani talenti incredibili. Ci sarebbero idee e qualità in abbondanza: il problema è che, soprattutto in Italia, questi artisti bisogna andarseli a cercare o avere la fortuna di essere in contatto con amici informati. Il panorama del mainstream nazionale è qualitativamente imbarazzante. Radio e televisioni principali passano esclusivamente cose sponsorizzate dalle case discografiche che le producono. Sembra ci sia, ormai da molti anni, una corsa all’appiattimento intellettuale in ogni settore. Anche nella canzone non esiste più pluralità armonica, struttura, linea melodica. Direi che è un allarmante segno dei tempi, non meno dell’abolizione del corsivo o della scomparsa del congiuntivo. Fortunatamente esistono ragazzi che seguono giovani musicisti attuali come Jacob Collier, Tigran Hamasyan o gli Snarky Puppy, giusto per fare qualche nome, o che ascoltano la musica degli anni ‘70 che era anche politica, idea, bandiera».
Fabio è un artista controcorrente, come la sua musica. Sui social ha spesso mostrato un atteggiamento polemico verso la società e la politica. Come ci si sente a essere un musicista vero in un mondo in cui gli artisti sono considerati quelli che ci fanno tanto divertire (cit.)? «Ho visto piano piano perdere di vista l’importanza del pensiero astratto, dell’arte e di tutto ciò che ha reso la storia dell’uomo unica e irripetibile. Nella catena di formazione delle nuove generazioni la prima responsabile è la scuola, la quale ritiene evidentemente che la formazione del pensiero critico e dell’intuizione non siano qualità utili allo sviluppo del mercato: solo così mi spiego l’introduzione di iniziative come l’alternanza scuola-lavoro a discapito delle ore di lezione. I musicisti restano quelli che ci fanno tanto divertire e solo in quanto tali ce li vogliono presentare. Io non posso sapere se ci sia stato un disegno preciso nello scardinare il potere della musica, sta di fatto che la metamorfosi iniziata negli anni ‘80 prosegue tutt’oggi: l’avvento del glamour e l’ostentazione ossessionata dell’immagine e dell’apparenza, a discapito della sostanza, hanno tolto di mezzo un’identità giovanile potente, militante e determinata per la quale la musica era collante sociale, ispirazione, carburante. Come diceva uno che di queste cose capiva molto, a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina».
Wind Tales di Fabio Vernizzi è acquistabile presso i negozi di dischi oppure scrivendo alla mail dell'artista per una copia con dedica.
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Di Enrico Pietra