Festival di Sanremo 2024: i nomi dei cantanti in gara

Sanremo 2024

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Magazine, 04/12/2023.

Aspettando Sanremo. Sabato scorso, centellinati nel TG1 delle 13.30, Amadeus ha rivelato i nomi dei 27 (non 23, come si era detto in un primo tempo) cantanti che parteciperanno alla settantaquattresima edizione (la quinta e ultima, così pare, della gestione Amadeus) del Festival di Sanremo a partire dal prossimo 6 febbraio. A questi si aggiungeranno 3 “giovani” selezionati tra 12 nella serata del 19 dicembre (serata in cui saranno rivelati anche i titoli delle canzoni), fino a raggiungere il numero record di 30 “artisti” (cui si continua, per pigrizia, ad attribuire la qualifica di “Big”). Nell’attesa, si può per il momento ragionare, in termini di “onomastica sanremese”, sui nomi, cognomi e pseudonimi dei cantanti e dei gruppi, così come si era fatto per l’edizione 2023 . Nell’elenco, si possono grosso modo individuare otto gruppi, con l’avvertenza che alcuni casi possono rientrare in più di un gruppo.

1. Nomi e cognomi anagrafici. Come è prevedibile, sono ormai una minoranza i (o le) cantanti che si presenteranno sul palco dell’Ariston con il proprio nome e cognome: non solo le veterane Fiorella Mannoia e Loredana Bertè (cui peraltro occorre aggiungere al primo nome anche Carmela e Rosaria), ma anche le più giovani Alessandra Amoroso, al suo primo Festival, e Angelina Mango (figlia d’arte, ma il papà, Giuseppe [Pino] Mango, preferiva usare il solo cognome).

2. Nomi e cognomi anagrafici con modifiche. Conservano solo parzialmente nome e cognome ufficiale Dargen D’Amico (che di nomi di battesimo fa Jacopo Matteo Luca: Dargen è un ricordo del nickname che il rapper e producer usava nelle sue prime sfide di free style, Corvo D’Argento) e Fred De Palma (solo nel prenome, anglicizzato, è riconoscibile alla lontana il vero nome di Federico Palana).

3. Solo nome di battesimo. Preferiscono usare, secondo una diffusa abitudine nel mondo della musica leggera, il solo nome di battesimo Ghali (che in arabo significa “caro, prezioso”) Amdouli (di origine tunisina, ma nato a Milano) e, tra le donne, Emma (anagraficamente Emmanuela), già Marrone e Annalisa (Scarrone).

4. Solo cognome di famiglia. Al contrario, scelgono il solo cognome Diodato (che di nome fa Antonio) e Renga (ma nel suo caso è solo un uso occasionale, legato al fatto che questa volta si presenta in coppia con Nek, mentre di solito si esibisce come Francesco -anagraficamente: Pierfrancesco- Renga).

5. Solo cognome di famiglia con modifiche. Il milanese di padre egiziano Mahmood si chiama per intero Alessandro Mahmoud, ma con la lieve modifica del cognome vuole alludere a uno “stile” o “emozione” musicale, mentre Maninni è il nome artistico del meno memorizzabile (“le maestre lo sbagliavano sempre”) Alessio Mininni, diffuso cognome barese.

6. Nomi d’arte individuali. Prevedibilmente, è questo il gruppo più folto. Si tratta di veri e propri nomi d’arte, più o meno creativi, specialmente nel caso dei più giovani (t)rapper, e più o meno trasparenti in rapporto alle esperienze, biografiche o musicali, del cantante. Nek (in duetto con Renga) è Filippo Neviani, che voleva un nome breve e dal sentore negativo rispetto a quello anagrafico. Geolier in francese (un caso raro) significa “secondino, guardia carceraria”, e il rapper partenopeo Emanuele Palumbo lo ha scelto per sottolineare il legame col suo quartiere di nascita, Secondigliano, anche sede di una casa circondariale. Il Tre è semplicemente il “numero preferito” del romano Guido Luigi Senia. Il più giovane partecipante al festival, Sangiovanni, allude col suo nick al suo primo nome, Giovanni Pietro Damian (e potrebbe quindi rientrare anche nel gruppo 2). Alfa (il genovese Andrea De Filippi) ha intitolato un suo mixtape d’esordio Alpha-Omega. Gazzelle (Flavio Bruno Pardini) è appassionato delle sneakers Adidas Gazelle (con una sola z). Irama è l’anagramma (però imperfetto) del secondo nome di Filippo Maria Fanti (e irama è anche “ritmo” in malese). Infine, Mattia Balardi scrive solo quando è ispirato dalla pioggia, e per questo è Mr. Rain.

7. Nomi d’arte collettivi. Come è ovvio, i gruppi devono adottare un nome che rispecchi e riassuma il collettivo. Anche qui, la creatività la fa da padrona. Secondo la leggenda delle origini, era stato Franco Califano a battezzare lo storico quartetto (oggi ridotto ai soli Angelo Sotgiu e Angela Brambati) dei Ricchi e Poveri esclamando:” Siete ricchi di idee e poveri di soldi”. I Negramaro (Giuliano Sangiorgi, Emanuele Spedicato, Ermanno Carlà, Danilo Tasco, Andrea Mariano, Andrea De Rocco), che tornano a Sanremo dopo molti anni, omaggiano col loro nome un noto vitigno della loro terra, il Salento. Il Volo (Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble) ricordano nel nome il loro album d’esordio da cui hanno “spiccato il volo” verso il successo mondiale del loro operatic pop. The Kolors (nella variante grafica dell’inglese americano, più la k “politica”) sono il nome di fantasia dei cugini AntonioStash” [affettuosamente “gruzzolo”, citazione di Money dei Pink Floyd] e Alex Fiordispino, con Dario Iaculli. E quello degli esordienti La Sad è un “nome parlante”: sad è l’inglese “triste”, ma è anche l’acronimo SAD di Seasonal Affective Disorder, la depressione (solitamente) stagionale che è la cifra del gruppo di pop punk ed emo trap composto da Matteo BotticiniTheo”, Francesco Emanuele ClementePlant” [omaggio a Robert Plant dei Led Zeppelin?] ed Enrico FonteFiks”.

8. Nomi tributo. Infine, ci sono pseudonimi che vogliono rappresentare un omaggio, più o meno esplicito, ad altri artisti. È il caso della rapper avellinese BigMama (Marianna Mammone), polemica contro il body shame, ma forse non immemore dei nomi di due diversi gruppi musicali, uno sudcoreano e uno sardo, della cantautrice americana Big Mama Thornton e di un film: tutti con stacco tra aggettivo e sostantivo). E di Rosa Luini, milanese cresciuta negli States, che con il nick Rose Villain omaggia la cover band losangelina di punk rock The Villains in cui lei stessa ha militato.

Piccolo supplemento onomastico ai nomi dei cantanti di Sanremo 2024, relativo ai conduttori delle serate parallele alla kermesse canora sulla motonave Costa ormeggiata nel porto di Sanremo. Ci sono due rapper liguri, Tedua (Mario Molinari, 29, Cogoleto: il nome d'arte è la metatesi di un precedente nick, Duate; qualcuno ha pensato all'albanese Te Dua, "ti amo") e Bresh (Andrea Brasi, 27, Bogliasco: i compagni di scuola lo chiamavano così storpiando, come d'abitudine, il suo cognome). E due noti DJ e producer, Bob Sinclar [a volte anche Sinclair] (Bois-Colombes, Ile de France, 54: nome anagrafico Christophe Le Friant, nom de plume ispirato a Bob Saint-Clair, personaggio di un film di Philippe De Broca del 1973 interpretato da Jean-Paul Belmondo) e Gigi D'Agostino (Luigino Celestino Di Agostino, 56, Torino).

Di Lorenzo Coveri

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