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Magazine, 03/02/2024.
Loredana Berté - Pazza
(L. Bertè – A. Bonomo – Chiaravalli – A. Pugliese)
La decana del Festival (ne ha fatti 12) sarà anche l’unica (l’ultima?) in quota rock di questa edizione, e rischia di apparire come la più giovane (ne ha 73) tra tanti ventenni. Loredana Bertè mette subito le cose in chiaro (in versi di ottonari, come nel Corriere dei Piccoli): sono sempre la ragazza / che per poco già s’incazza. Il testo, spudoratamente autobiografico, scritto in prima persona (altro che “tu” dialogico) va avanti su questo tono: amarmi non è facile / purtroppo io mi conosco; adesso vado dritta ad [la d è pleonastica] ogni bivio; va bene sono pazza di me, che c’è, che c’è / io sono pazza di me, di me [monosillabi in rima baciata]. Curiosamente, c’è un pazzo anche nel titolo della canzone di Renga e Nek. Ma Loredana ha l’esclusiva di questa immagine folle: prima ti dicono basta sei pazza e poi / poi ti fanno santa / io cammino nella giungla / con gli stivaletti a punta / e ballo sulle vipere / non mi fa male la coscienza [rime assonanzate]. Difficile resistere con una così: ok ti capisco / se anche tu te ne andrai via da me / col cuore ti ho spremuto come un dentifricio. Qui si va un po’ sopra le righe, ma da Loredana questo e altro.
La parola: Giungla. Anche in senso figurato. È una voce indiana (gangal “terreno deserto”), arrivata in italiano per tramite dell’inglese jungle nel 1829 (in una traduzione da Walter Scott), resa popolare anche grazie ai romanzi di Emilio Salgari e, più tardi, alla versione italiana titolo del film di John Huston The Asphalt Jungle (“Giungla d’asfalto”, 1950).
Voto al testo: 7.
Lorenzo Coveri
La valutazione linguistica sui testi delle canzoni in gara a Sanremo 2024 è a cura di Lorenzo Coveri, Accademico della Crusca, che si è occupato a più riprese del Festival. Ricordiamo che la valutazione riguarda esclusivamente la parte linguistica e non l'interpretazione, la musica o l'arrangiamento che potranno essere valutati solo dopo la partenza del Festival.