Magazine, 24/04/2017.
La storia di Jekyll e Hyde ci racconta che siamo fatti della stessa materia delle stelle e del fango; ci portiamo dietro luce e tenebra, paradiso e inferno. E il vero peccato mortale è la pretesa di dividere il bene e il male con un artificio, disimpegnandoci dalla lotta interiore per riconoscerli e per fare prevalere il primo sul secondo.
(dalla prefazione a Lo strano caso del dr Jekyll e Mr. Hyde di Wu Ming 4)
Ci sono libri che a pieno diritto entrano a far parte dei classici; opere così importanti da rappresentare veri e propri mattoni con i quali costruirsi come persone e soprattutto come soggetti capaci di osservare con occhio critico il mondo. Il loro valore allegorico, la qualità di scrittura dei loro autori e la lente con la quale gli stessi guardavano al loro periodo storico, sono punti di vista preziosi attraverso le quali guardare al mondo che ci circonda. La loro lettura potrebbe svelare una realtà, quella quotidiana, molto meno semplice da comprendere e allo stesso tempo molto più angosciante, rivelando angoli nascosti invisibili senza gli strumenti corretti.
1984 e La Fattoria degli animali di Orwell, Il Signore delle Mosche di William Golding, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury sono libri politici dal valore assolutamente attuale.
Allo stesso modo classici della letteratura horror come Lo Strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde di Stevenson, Frankenstein di Mary Shelley o Dracula di Bram Stoker non rappresentano solamente storie in grado di trasmettere ansie, ma anche allegorie potenti che meritano di essere lette e rilette per poi usarle sul mondo che ci circonda, come si usa un vocabolario, o una grammatica, per esplorare una lingua.
1984 racconta in un mondo in cui il potere di controllo dell’informazione diventa dittatura nel quale il vero e il falso non hanno più significato; conta solo il modo in cui la manipolazione dell’informazione, e la sua mistificazione, ha efficacia nella gestione delle masse. La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L'ignoranza è forza. Il motto del Grande Fratello diventa sinistra lettura del nostro quotidiano
La Fattoria degli Animali mostra quanto sia sottile il confine tra rivoluzione che parte dal basso e la sua degenerazione in dittatura. Facile vedere in questo romanzo il riferirsi ai rischi delle degenerazioni populiste dalle quali l’Europa, ma non solo, pare invasa.
Analoga la lettura del Signore delle Mosche, mentre il classico di Bradbury mostra come conoscenza e libertà siano strettamente connesse tra di loro.
Valore non meno profondo è da legare ai classici dell’horror. Se da un lato il mostro inventato da Mary Shelley – un nuovo prometeo - e l’analisi della schizofrenia fatta da Stevenson pongono domande profonde sui confini che la scienza debba porsi, quali possa oltrepassare e quali siano tabu, e quale sia il rapporto tra ipocrisia del vivere sociale e perversioni concesse, quando protetti da un presunto anonimato, il classico di Bran Stoker apre ad una serie di figure amorali – classiche della letteratura di genere - che fanno del sangue elemento allegorico; troppo facile oggi vedere nel Conte Vlad che arriva a Londra dall’allora misteriosa Romania per farne il proprio regno del male una metafora per raccontare come ancora oggi come lo straniero venga percepito, e spesso strumentalmente associato, alle devianze presenti in ogni società.
Il valore di queste opere, classici appunto, è sempre attuale e in questa ottica la Mondadori ne ha elaborato un’edizione molto curata, impreziosita da copertine d’autore, arricchite da prefazioni di vere star della letteratura che se da un lato ne valorizzano il valore secolare, dall’altro le trasformano in veri e propri oggetti da collezionare.
Le copertine delle distopie ad esempio sono state affidate a Gipi che ha contribuito con il suo tratto geniale, fatto di linee nervose e colori delicati, mentre le prefazioni sono di Stephen King (Il signore delle Mosche), Neil Gaiman (Fahrenheit 451), Rober Harris (1984) e Pierdomenico Baccalario (La Fattoria degli Animali).
L’approccio horror dei classici neri è invece stato affidato al tratto geniale e inconfondibile di Corrado Roi, uno degli illustratori di Dylan Dog più amati. Il suo tratto fatto di nero sfumato e dal risultato inquietante e stato accompagnato dalle prefazioni di Wu Ming 4 (Lo strano Caso di Dottor Jekyll e del Signor Hyde), Chiara Valerio (Frankenstein) e Luca Scarlini (Dracula).
Il connubio tra copertine autoriali e contenuti d’autore rendono tali volumi un’ottima occasione per arricchire le proprie biblioteche, un’ottima occasione per un approccio ai classici dei nuovi lettori e una nuova occasione per un incontro maturo per chi, adulto, tali classici li conosce ma che ritrovandoli potrebbe scoprire elementi nuovo forte del possesso degli strumenti per comprenderli a pieno.
Un incontro tra padri e figli attraverso classici di letteratura, ad un prezzo da Oscar.
Di Francesco Cascione