Salsiccia passita: di cosa si tratta e come è preferibile consumarla

Magazine, 20/09/2024.

La tradizione gastronomica italiana ha generato, nel corso dei secoli, delle meraviglie apprezzate e rinomate in tutto il mondo, un fattore che ha portato la cultura culinaria nostrana a essere considerata una delle più prestigiose del pianeta. In questo contesto, i salumi rappresentano soltanto alcuni dei prodotti d’eccellenza partoriti dello “stivale”, ma all’interno della loro grande varietà si nascondono gioielli che non tutti conoscono.

Prosciutto crudo, mortadella, salami di vario genere e arrosti sono indubbiamente icone rinomatissime, ma nei meandri delle tradizioni regionali è possibile imbattersi in prodotti meravigliosamente gustosi, dal carattere antico ma allo stesso tempo prestigioso. Quando scopri la salsiccia passita, ad esempio, ti rendi conto di essere dinanzi a un prodotto di questo genere, tanto semplice da realizzare quanto complesso per le conoscenze che bisogna sfruttare per prepararlo al meglio.

Salsiccia passita, di cosa si tratta?

La salsiccia passita (o stagionata) è un insaccato tipico di alcune regioni d’Italia, specialmente quelle del centro-sud, e si ottiene semplicemente stagionando la salsiccia fresca di maiale. Ciò che rende complicata la realizzazione ideale di questo prodotto risiede indubbiamente nella scelta dell’aromatizzazione, che può essere apportata attraverso diversi ingredienti tra cui peperoncino, finocchio, aglio, coriandolo e molti altri.

Essa presenta un sapore deciso e intenso, che la rende ideale per tutti gli amanti dei salumi. Questo insaccato viene consumato in ogni momento della giornata, dall’aperitivo (accompagnata spesso da un buon vino rosso) al pranzo, fino alla cena e agli snack serali, e questa sua caratteristica l’ha resa uno degli alimenti più apprezzati e consumati nel sud Italia, oltre che in Emilia-Romagna, luogo in cui essa ricopre un ruolo importante nella tradizione.

La preparazione

Ma come può essere realizzato questo salume? La risposta in realtà è piuttosto semplice. Il termine “passita” sta per “appassita”, e ciò è un chiaro riferimento al come questo prodotto viene preparato. La salsiccia infatti deve essere lasciata in frigorifero a stagionare (preferibilmente coperta) per almeno dieci giorni, e deve essere quotidianamente girata fino al termine del processo. Una volta che la salsiccia avrà raggiunto un grado di secchezza ritenuto ideale per la consumazione, potrà essere definita pronta.

Come sfruttarla in ogni momento della giornata

Nei paragrafi precedenti è stato accennato al fatto che questo prodotto può essere sfruttato in ogni momento della giornata, ma questo concetto come può essere tradotto nella pratica?

La salsiccia passita ricopre un ruolo di primo piano soprattutto in aperitivi e antipasti, che la vedono spiccare per il suo gusto corposo e deciso. Questo però non è l’unico utilizzo che ne viene fatto, dato che molte famiglie hanno l’abitudine di realizzare dei sughi rossi saporitissimi proprio grazie alla presenza di questo prodotto.

Quando si decide poi di optare per una merenda tradizionale, questo salume non può assolutamente mancare, specialmente se accompagnato da formaggi stagionati e dal sapore forte, come ad esempio i pecorini.

Infine questa può anche essere inserita come ripieno per involtini e polpette di vario genere, anche se questo utilizzo non è molto comune.

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