Aspettando Sanremo 2025: i nomi e gli pseudonimi dei cantanti in gara

Sanremo 2025

Magazine, 02/12/2024.

Ecco, ci siamo. Dopo indiscrezioni, rumors e polemiche preventive, al TG1 delle 13.30 di domenica scorsa il direttore artistico Carlo Conti ha finalmente snocciolato la lista dei 30 (anziché 24, come previsto: il che allungherà le serate e farà felici gli investitori pubblicitari) cantanti o gruppi (i cosiddetti Big) che si esibiranno sul palco dell’Ariston nel prossimo (è il settantacinquesimo, tre quarti di secolo!) Festival della Canzone Italiana di Sanremo (11-15 febbraio 2025). Ai 30 “campioni” si aggiungeranno i 4 “giovani” (3 provenienti da Sanremo Giovani, 1 da Area Sanremo) che usciranno dalla finale del 18 dicembre (data in cui saranno rivelati anche i titoli delle 30 canzoni dei Big; le 4 dei giovani non sono inedite) per partecipare (con classifica a parte) alla tenzone delle ripristinate Nuove Proposte.

Il dibattito sulle scelte di Carlo Conti (troppo prudente?) dopo il quinquennio governato con indubbio successo da Amadeus, è aperto. Nell’attesa, per il momento si può ragionare sui nomi e cognomi (e sugli pseudonimi artistici o nicknames, come si dice nel web) dei cantanti, in un esercizio di “onomastica sanremese”, che si può grosso modo articolare in 5 categorie, con l’avvertenza che, in certi casi, i confini tra i gruppi sono sfumati:

1. Nomi e cognomi anagrafici

Come è prevedibile, i (o le) cantanti che gareggeranno col proprio nome e cognome anagrafico sono ormai una minoranza (8 su 30), per la verità non tutta composta da veterani: si tratta di Francesca Michielin (29, Bassano del Grappa VI): cognome caratterizzato, come spesso in Veneto, dalla caduta di una vocale atona finale); di Francesco Gabbani (42, Carrara MS); dell’esordiente Joan Thiele (33, Desenzano del Garda BS: con primo prenome Alessandra; il cognome -pronuncia tìle- è quello del padre, svizzero di origine colombiana, la madre è campana); dell’altro esordiente Lucio Corsi (31, Grosseto); della veterana Marcella Bella (72, Catania: al primo nome si deve anagraficamente aggiungere Giuseppa); della giovanissima vincitrice di Amici Sarah Toscano (Vigevano PV, 18, nota anche col solo nome Sarah); di Serena Brancale (35, Bari) e di Simone Cristicchi (47, Roma).

2.Solo nome di battesimo.

Questa di usare il solo nome di battesimo è un’abitudine tutt’altro che nuova tra i cantanti, forse anche per sottolineare un rapporto di confidenza con i propri fan: è il caso dell’attrice e cantante Clara [Soccini] (25, Varese), di Elodie [Di Patrizi] (34, Roma), dell’italo-brasiliana Gaia [Gozzi] (27, Guastalla RE) e della notissima Giorgia [Todrani] (53, Roma).

3.Solo cognome di famiglia.

In questa categoria troviamo soltanto il cantautore [Dario] Brunori (47, Cosenza) che al cognome aggiunge Sas (è l’acronimo di “Società in Accomandita Semplice”, e come tale dovrebbe essere formulato in maiuscolo, ma evidentemente ormai è sentito come parte integrante del nome d’arte del cantante), con probabile allusione a un “progetto” artistico (ma era anche il nome aziendale dell’impresa edile dei genitori).

4.Nomi d’arte (trasparenti).

È una delle categorie più folte, come si può immaginare, soprattutto nel mondo dell’hip hop (non solo italiano). Si tratta di veri e propri pseudonimi o “nomi d’arte”, spesso assai creativi, per cui, più che del francese nom de plume (più adatto agli scrittori, di “penna”) sarà appropriato parlare di stage names (“nomi di palcoscenico”, come di radio o air names per le radio, di ring names per la boxe o il wrestling, eccetera). Alcuni stage names sono “trasparenti”, tradiscono cioè il rapporto con il nome anagrafico o la loro “motivazione” semantica; altri sono del tutto “opachi”, in assenza della spiegazione dell’interessato. Tra i nomi d’arte “trasparenti” possiamo annoverare quelli che presentano un riferimento più o meno esplicito al nome vero: così per Achille Lauro [Lauro De Marinis] (34, Verona: c’è anche un riferimento ironico al nome dell’armatore napoletano “Comandante” Lauro); così per il ligure Bresh [Andrea Brasi] (28, Lavagna GE: con storpiatura del cognome tipicamente giovanile e scolastica, analogamente al caso dell’altro ligure Olly [Federico Olivieri, 23, Genova]); così per Fedez, che riecheggia il segmento iniziale del vero nome Federico Leonardo Lucia (35, Milano; un caso analogo è quello del rapper Emis Killa -35, di Vimercate MB-, che si chiama in realtà Emiliano Rudolf Giambelli). E così per i giochi di parole di Irama (28, Carrara MS), che è un anagramma del secondo prenome di Filippo Maria Fanti, e di Rkomi (30, Milano), con inversione delle sillabe del primo prenome di Mirko Manuele Martorana, come nella varietà gergale giovanile e musicale del riocontra, corrispondente al francese verlan (che a rigore avrebbe dovuto dare Komir, tra l’altro più pronunciabile). Con Rose Villain [Rosa Luini] (35, Milano) siamo a metà tra la trasparenza di Rose e il tributo, dichiarato dalla stessa cantante, alla cover band losangelina di punk rock The Villains, in cui lei stessa ha militato. Simile è il caso di Rocco Hunt [Rocco Pagliarulo] (30, Salerno), che al suo prenome vero associa il nickname (in inglese “caccia”) che usava nelle prime competizioni di freestyle e nei graffiti che firmava con la medesima tag. Infine, Willie Peyote gioca con il corrispettivo inglese ipocoristico (cioè, diminutivo) del prenome di Guglielmo Bruno (39, Torino), l’assonanza con il personaggio dei fumetti Willy il Coyote e l’allusione esplicita al peyote, l’allucinogeno mescalina contenuto nei piccoli cactus del Centro America.

5.Nomi d’arte (opachi).

Rimangono alcuni nomi d’arte che non si spiegano senza un riferimento alla biografia del portatore. Molti sanno che il vero nome dell’altro veterano del Festival, Massimo Ranieri (73, Napoli) è Giovanni Calone: agli inizi, precocissimi, il cantante aveva scelto lo pseudonimo di Gianni Rock, e solo in seguito prese a prestito il nome del Principe Ranieri di Monaco, figura allora popolarissima nelle cronache rosa per le sue nozze con Grace Kelly; e Massimo dovette sembrargli un prenome all’altezza. Noemi [Veronica Scopelliti] (42, Roma) porta il nome che sua madre avrebbe voluto darle alla nascita. I Modà (col frontman Kekko [ipocoristico di Francesco, con k giovanilistiche, 46, Milano] Silvestre, e i componenti Enrico Zapparoli, Diego Arrigoni, Stefano Forcella, Claudio Dirani) ricordano nel loro nick (in un primo tempo si chiamavano Pop Doc) il nome di una discoteca di Erba (Como) il cui proprietario era amico di Kekko. The Kolors (nella variante grafica angloamericana, anche loro con k “politica”) è il nome di fantasia dei cugini AntonioStash” [affettuosamente, “gruzzolo”, citazione di Money dei Pink Floyd] (38, Caserta) e Alex Fiordispino, con Dario Iaculli. I Coma_Cose (con trattino basso), duo anche nella vita composto da Fausto “Fausto Lama” Zanardelli (43, Gavardo BS) e Francesca “California” Mesiano (35, Pordenone) uniscono provocatoriamente nel loro pseudo un’allusione a uno stato di “cose” in cui è necessario “darsi una svegliata”; il secondo elemento del nome serviva per evitare un’omonimia. Nel mondo del rap (e della trap), poi, l’uso di uno stage name, sul modello americano, è pressoché obbligato, anche nei social: ecco Shablo (DJ e producer argentino di origini potentine– 44, Buenos Aires- naturalizzato italiano, vero nome Pablo Miguel Lombroni Capalbo) in featuring (termine tecnico, spesso abbreviato in feat. o ft., usatissimo nell’ambiente per “con la partecipazione di”) con Guè (già Guè -accenno a un difetto oculare- Pequeno, dei Club Dogo) [Cosimo Fini (43, Milano)], Joshua [Bale] (29, è italo-americano, nato e cresciuto a Rimini) e Tormento [Massimiliano Cellamaro (49, Reggio Calabria)]. Ultimo, ma non per ultimo, Tony Effe [Nicolò Rapisarda (33, Roma)] che deve il suo nome al personaggio del casting per la serie tv “Tutti per uno”; -Effe è il logo del brand Fendi - noto, tra l’altro, per il suo dissing (nel mondo rap, “scambio di rime offensive”, da disrespect) con Fedez. Vedremo che cosa succederà sul palco di Sanremo 2025.

Di Lorenzo Coveri

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