I titoli delle canzoni in gara: aspettando Sanremo 2025

Sanremo 2025

Magazine, 19/12/2024.

L’edizione 2025 del Festival della canzone italiana di Sanremo (11-15 febbraio) si avvicina a grandi passi, tra le consuete anticipazioni e polemiche (l’anno prossimo sarà ancora a Sanremo? e sarà ancora trasmesso dalla RAI?). Per adesso conosciamo i nomi (e gli pseudonimi) dei 30 cantanti della categoria Big, che il conduttore Carlo Conti ha rivelato nel corso del TG1 del 1 dicembre, e che abbiamo analizzato dal punto di vista linguistico nella prima puntata di questa serie di “onomastica sanremese”.

È ora la volta dei titoli delle canzoni in gara, che gli interpreti stessi hanno anticipato nel corso della serata di Sarà Sanremo (18 dicembre), presentata con Alessandro Cattelan e dedicata alla scelta dei 4 finalisti (3 provenienti da Sanremo Giovani, 1 da Area Sanremo) che si sfideranno sul palco dell’Ariston tra le ripristinate Nuove Proposte (in competizione separata, con brani editi). Si tratta di Alex Wyse (con Rockstar), di Settembre (con Vertebre), del duo Vale LP e Lil Jolie (con Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore) e di Maria Tomba (con Goodbye (voglio good vibes)). Ne riparleremo.

Quanto ai titoli, e in particolare alla loro frequenza, confrontata con i testi delle 2153 canzoni (un corpus di circa 300.000 parole!) presentate nelle 74 edizioni precedenti del Festival, è prezioso l’aiuto della banca dati Le parole di Sanremo (a cura di Massimo Arcangeli e Luca Pirodda, che indica non la frequenza assoluta (cioè tutte le occorrenze della parola o del gruppo di parole cercate), ma ci dice in quante e quali canzoni (titoli compresi) si trova una data parola (o gruppo di parole). Non si tiene conto, cioè, delle ripetizioni della parola nel medesimo testo.

Interrogando la banca dati soltanto per ciò che riguarda la frequenza dei titoli (esatti) delle canzoni in gara, si può intanto dire che nessun titolo ricalca esattamente un titolo già presente nel corpus sanremese. Tutti i titoli si possono dunque considerare (almeno letteralmente) inediti. Però non si può non notare la presenza di due titoli che riprendono alla lettera (forse un tributo?) rispettivamente Amarcord, della giovanissima Sarah Toscano (il film di Fellini, del 1973, ormai proverbiale, è la forma univerbata - e attestata nei maggiori dizionari - del romagnolo “io mi ricordo”) e Anema e core, della pugliese Serena Brancale (è superfluo ricordare l’omonima canzone del 1950 di D’Esposito e Manlio, un classico della tradizione napoletana). Il dialetto, ammesso da regolamento sanremese solo in forma di inserti e non di testo integrale (si ricorderà la polemica dell’anno scorso a proposito di Geolier) ritorna in Mille vote ancora (trascrizione italianizzante di vote), del napoletano Rocco Hunt e in Damme ‘na mano del discusso trapper Tony Effe che ha parlato di “romanità” del suo brano: peraltro il particolare statuto del romanesco lo avvicina molto all’italiano).

Nella maggior parte dei casi i titoli (specie in forma di frasi o sintagmi) riproducono poi il lessico generale ad alta frequenza dell’italiano: così per Viva la vita! di Francesco Gabbani (vita è quasi al top delle frequenze nel lessico sanremese, con 696 occorrenze), per il colloquiale Chiamo io chiami tu di Gaia, per Quando sarai piccola di Simone Cristicchi (con un testa-coda temporale: piccola è in 51 canzoni), per Dimenticarsi alle 7 di Elodie (unico titolo numerico), per Se t’innamori muori di Noemi (con assonanza), per Grazie ma no grazie di Willie Peyote (con riproduzione del parlato), per Volevo essere un duro di Lucio Corsi (duro è citato 24 volte, ma come forma gergale solo in due canzoni, di Alex Britti e de Lo Stato Sociale), per Non ti dimentico dei Modà, per Tu con chi fai l’amore dei The Kolors (unica citazione, almeno nei titoli, della parola amore: che si trova, prevedibilmente, in ben 1065 canzoni sanremesi).

Se poi vogliamo trovare maggiore originalità, dobbiamo pensare a forme nominali, scartando però subito Tra le mani un cuore di Massimo Ranieri (cuore è naturalmente frequentissimo, con 682 occorrenze; e mani ne conta 243), e forse anche i titoli che ne riecheggiano (citazione o tributo?) altri noti, sia pure non sanremesi, come La cura per me di Giorgia (Battiato? 21 occorrenze di cura), Balorda nostalgia di Olly (Cocciante? 63 occorrenze di nostalgia), Pelle diamante di Marcella Bella (Zucchero? 10 occorrenze di diamante, 105 di pelle; ma si apprezza il calembour se si separa di da amante).

Ecco allora che, col diminuire delle occorrenze, troviamo forme meno scontate, come (in ordine discendente): con 43 occorrenze Paradiso (Fango in Paradiso, di Francesca Michielin; fango è citato 23 volte); con 34 un avverbio, Lentamente (Irama) e la parola ritmo (Il ritmo delle cose, Rkomi); e poi giovani (18 volte: Incoscienti giovani, di Achille Lauro, con inversione rispetto all’ordine più comune; il singolare è a quota 29; incoscienti è citato 1 sola volta in un brano del 1987); albero (15 volte: L’albero delle noci, del cantautore Brunori Sas; noci è reperibile 1 sola volta, in Max Gazzè).

Se poi prendiamo in considerazione i titoli costituiti da parole singole, troviamo, a scendere, Battito, di Fedez (già in 14 canzoni); Eco, di Joan Thiele (in 13); Febbre, di Clara (in 10); Demoni, di Emis Killa (2 volte, una delle quali in un testo dell’anno scorso de Il Tre); Fuorilegge, di Rose Villain (pure 2 volte, in Giusy Ferreri e nei Matia Bazar).

Infine, ci sono due casi di titoli che ritroviamo solo 1 altra volta nel corpus: si tratta dell’ intero titolo La mia parola del rapper Shablo (con Guè, Joshua e Tormento), che riproduce un verso (ti do la mia parola; ma qui il riferimento è al “potere alla parola” che caratterizza il rap) di Mariposa, cantata sul palco dell’Ariston nel 2024 da Fiorella Mannoia; e dell’originale La tana del granchio, del ligure Bresh, dove tana era apparso una sola volta, in un testo del 1996, e granchio è un hapax, ossia una novità assoluta, mai presente tra le parole dell’intero repertorio sanremese.

E ancora più inedito è il titolo Cuoricini (si parla evidentemente della notissima emoji) della coppia, nel canto e nella vita, dei Coma_cose), mai usato prima a Sanremo, che sembra anche alludere a un certo understatement rispetto all’inflazionatissimo (almeno nel linguaggio canzonettistico) cuore.

Di Lorenzo Coveri

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