Magazine, 21/12/2024.
Dopo le selezioni di Sanremo Giovani e di Area Sanremo, nella serata tv di Sarà Sanremo del 18 dicembre (durante la quale sono stati svelati da Carlo Conti i titoli delle canzoni dei 30 Big, i cui nomi erano noti dal 1 dicembre) Alessandro Cattelan ha condotto la finale che ha portato alla scelta dei 4 cantanti (Alex Wyse, Maria Tomba, Settembre e il duo Vale LP e Lil Jolie) che si sfideranno, in competizione a parte, con le loro canzoni edite, sul palco dell’Ariston tra le ripristinate (rispetto alla gestione Amadeus) Nuove Proposte nella seconda e terza serata del Festival, con proclamazione del vincitore nella quarta serata, quella delle cover.
C’è da dire che, nonostante siano pressoché sconosciuti alla maggioranza del pubblico adulto, i quattro (anzi, cinque) giovani (ma non giovanissimi) possono contare su una vasta popolarità tra i coetanei derivante dalla loro partecipazione ai talent televisivi: Vale LP, Settembre e Maria Tomba vengono da X Factor, Lil Jolie e Alex Wyse da Amici; e tutti sono molto presenti sui social, soprattutto su Instagram e TikTok, con solide fan base e migliaia di visualizzazioni. Il fatto che i loro brani sanremesi siano già editi e visibili (a differenza di quelli dei Big, più o meno segreti sino all’esordio) fa sì che il grande pubblico televisivo possa famigliarizzarsi con loro. Cominciamo intanto ad analizzare linguisticamente, come abbiamo fatto con i Big, i loro nomi (e pseudonimi) e i titoli dei loro brani in questa terza puntata di “onomastica sanremese”, prima di passare prossimamente alla valutazione dei testi.
1.I nomi. Delle quattro Nuove Proposte, l’unica a presentarsi con il proprio nome e cognome anagrafico è Maria Tomba (22, Verona): che potrebbe sembrare un nome d’arte, ma che invece è nome di famiglia diffuso (probabilmente da un microtoponimo indicante “sepoltura” o “piccola altura”) nel Bolognese e nel Veronese. Il riflesso malaugurante (soprattutto per una concorrente a una gara canora) di Tomba è temperato dall’appartenenza del cognome anche al campione di sci Alberto.
Solo parzialmente anagrafico è Settembre (23, Napoli), che di nome fa Andrea: come in molti altri casi analoghi, è nome personale con riferimento al mese di nascita (così anche Settembrini), presente nelle province di Napoli, Salerno e in altre aree del Meridione.
È invece uno stage name quello di Alex Wyse (24, Como), che all’anagrafe è Alessandro (abbreviato e anglicizzato nel prenome d’arte) Rina (di origine siciliana): lo ha scelto probabilmente come tributo all’attore cinematografico e televisivo statunitense Alex[is] Wyse (e wise, ma con la i, è “saggio”).
Hanno nomi d’arte anche le ragazze del duo Vale LP [Valentina Sanseverino (25, Napoli: cognome, dall’agionimo San Severo, con epicentro ad Avellino)] e Lil Jolie [Angela Ciancio (24, Caserta: cognome, forse da Vincenzo, di area meridionale)]: la prima gioca con lo scorciamento (tipicamente giovanile) del suo prenome e l’acronimo LP, in modo che il suo pseudo si possa leggere anche come vale la pena; la seconda (lil è l’abbreviazione dell’inglese little) omaggia in questo modo la sua attrice preferita, Angelina Jolie.
2.I titoli delle canzoni. Dei quattro titoli, due sono in inglese; dei due in italiano, uno è un sostantivo, l’altro una (lunga) proposizione. Rockstar (cantata da Alex Wyse), voce (masch. e femm.) entrata nel dizionario italiano almeno dal 1977 come “divo / a della musica rock, cantante di grande carisma, specie nelle esibizioni dal vivo”, è presente anche nella banca dati delle parole (compresi i titoli) Le parole di Sanremo in 2 sole canzoni: Musica e parole di Loredana Bertè (2008) e Combat Pop de Lo Stato Sociale (2021). Rockstar è anche il titolo di un album del 2018 del rapper Sferaebbasta.
Il titolo del brano di Maria Tomba (proveniente da Area Sanremo) è costituito dal saluto Goodbye “arrivederci” (attestato nel lessico italiano addirittura dal 1886) e da un secondo componente, tra parentesi (Good Vibes), che tra l’altro gioca su una certa assonanza bisillabica con goodbye, e che si può tradurre con “buone vibrazioni” (vibe è diminutivo di vibration): è una formula anche augurale diffusa nel mondo della musica (con riferimento iniziale agli strumenti) e della cultura giovanile per indicare “sensazioni positive”. Goodbye è presente nella banca dati sanremese con 2 occorrenze, nelle canzoni di Eugenio Bennato e Tony Esposito (1990) e di Highsnob e Hu (2022); good vibes in questa veste non c’è, ma vibrazioni si può trovare in due canzoni del 1980, e in una del 1987, A casa di Luca, di Silvia Salemi (belle vibrazioni). Good Vibrations è una hit dei Beach Boys del 1967; Buone vibrazioni è il titolo di un brano del 2018 di Riccardo Fogli dei Pooh, e Le Vibrazioni è il nome di una nota band, al Festival di Sanremo nel 2018.
È senz’altro tra le più originali la scelta della canzone di Settembre, Vertebre: sia perché si tratta di un latinismo del linguaggio medico e anatomico, inconsueto tra i termini del lessico canzonettistico, sia perché è un hapax, ossia un caso unico, senza altre attestazioni nel vocabolario della canzone sanremese: che conquista dunque la palma del titolo meno scontato.
Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore è l’invito, un po’ impaziente, rivolto a un tu (spesso presente, come destinatario anonimo o immaginario, nei testi delle canzoni, e anche in molta poesia del Novecento) da parte di Vale LP e Lil Jolie. Qui siamo al grado zero di novità rispetto al serbatoio del linguaggio sanremese, perché la frase (si tratta del titolo più lungo della kermesse canora, Big compresi: 14 sillabe) è in italiano colloquiale contemporaneo (si noterà la dislocazione a destra, tipica del parlato neostandard, con valore di “messa in rilievo”), con la forma fare l’amore (diversa dal fare all’amore, che è sentita come più arcaica: è registrata nella prima edizione del Vocabolario della Crusca, 1612) che si ritrova in altre 15 canzoni del Festival, da Quattro stagioni (1975) del gruppo Quinta Faccia sino a Solo con te (2006) di Alex Britti.
Di Lorenzo Coveri