Nell'era digitale, la promozione del libro precede la sua pubblicazione: tra crowdfunding editoriale, comunità di lettori e librerie
Magazine, 15/04/2025.
Nel mutevole panorama dell'editoria italiana, una tendenza si sta consolidando in modo inequivocabile: le case editrici cercano, con sempre maggiore insistenza, autori che sappiano promuoversi attivamente. Un cambio di paradigma che sta trasformando radicalmente il rapporto tra scrittori, editori e pubblico, come evidenziato dalla terza edizione della ricerca indipendente. "Emergere, emergere, emergere" presentata a Milano il 12 marzo scorso ed elaborata tramite dati raccolti in oltre 200 interviste condotte tra lettori, librai e professionisti editoriali.
Il valore della rete dell’autore
I dati raccolti dallo studio parlano chiaro: su un libro che raggiunge le 1.000 copie vendute – una soglia già considerevole nel mercato italiano – oltre l'80% dei lettori conosceva già l'autore, direttamente o indirettamente, attraverso canali social, eventi o passaparola. Un dato che rappresenta un campanello d'allarme per chi ancora crede nel mito dell'autore scoperto per caso. "Il paradigma è completamente cambiato", spiegano i ricercatori "Oggi gli editori non cercano solo buoni scrittori, ma comunicatori efficaci, persone che abbiano già costruito una loro comunità di riferimento. La qualità della scrittura resta fondamentale, ma da sola non basta più".
Perché allora non autopubblicare?
Nel mercato del libro italiano il marchio di un editore fa ancora la differenza, oggi ancor più di 10 anni fa. E non è tanto un fatto di reputazione, quanto di accesso ai canali di vendita: un libraio, con oltre 70mila titoli pubblicati ogni anno, difficilmente sceglie di esporre nel proprio negozio (o anche solo concedere lo spazio per una presentazione) a un libro autopubblicato. E poi c’è il tema dei costi. Un editing per un libro può arrivare a costare all’autore self fino a 5.000€, senza nessuna garanzia di ritorno sull’investimento effettuato. Chi si autopubblica spesso “salta” a piè pari la fase di lavorazione editoriale, da un lato risparmiando, dall’altro compromettendo il prodotto libro. E, purtroppo, si vede.
Pre-ordini: il termometro dell'investimento
Un altro aspetto cruciale emerso dalla ricerca è che un numero crescente di case editrici italiane affidano ai pre-ordini la decisione su quanto investire nella comunicazione di un libro. Un meccanismo che crea un circolo virtuoso – o vizioso, a seconda dei punti di vista – in cui i libri di autori già noti ricevono maggiori investimenti promozionali, aumentando ulteriormente il divario con gli esordienti. "Il sistema dei pre-ordini è determinante. Se di un libro vengono ordinate 300 copie invece di 30, automaticamente si attivano budget diversi per la comunicazione. È una questione di ritorno sull'investimento".
Ma gli editori investono ancora?
Sì, ma senza azzardi. Ad esempio sempre più raramente è la qualità del libro a determinare l’investimento. E non perché gli editori siano diventati improvvisamente pigri o avidi: dalla ricerca emerge una realtà diversa. Gli editori devono ridurre al massimo il rischio perché tra il momento della spesa e dell’incasso passano molti mesi, e in questi mesi usufruiscono spesso di strumenti bancari. Che per definizione preferiscono rischi ponderati e ridotti. “Quasi paradossalmente, oggi è libero di rischiare l’editore non professionale, quello che non ha stipendi da pagare, che non deve rispondere a nessuno e che si mantiene con altre attività. Certo, poi è più difficile che sia inserito in canali distributivi solidi”.
La corsa contro il tempo: 5 settimane e mezza per emergere
Il tempo è un fattore sempre più critico. La ricerca "Emergere, emergere, emergere" evidenzia come promuovere un libro una volta uscito in libreria sia diventato quasi impossibile: la permanenza media dichiarata ufficialmente è di circa 8 settimane, ma quella reale, secondo i dati raccolti, si attesta sulle 5,1 settimane. A meno che il libro non abbia immediatamente buone vendite. Un lasso di tempo estremamente ridotto per emergere nel mare magnum delle novità editoriali, che in Italia superano i 75.000 titoli all'anno. "Quando un libro arriva in libreria, il suo destino è già in gran parte deciso. Se nelle prime 3-4 settimane non 'decolla', diventa praticamente impossibile invertire la tendenza. Lo spazio è limitato e le novità incalzano continuamente".
Costruire un pubblico prima della pubblicazione: gli strumenti
La conclusione della ricerca è inevitabile: serve costruire un pubblico e attivare il passaparola prima della pubblicazione. Ma come farlo concretamente? Lo studio "Emergere, emergere, emergere" identifica tre strumenti principali:
Il crowdfunding editoriale: lo strumento più democratico
Tra questi, la ricerca "Emergere, emergere, emergere" identifica il crowdfunding come lo strumento più accessibile e democratico. "È un modello win-win", spiega uno degli autori intervistati “l’autore valida il suo progetto, l'editore investe non a scatola chiusa e i lettori ottengono un coinvolgimento diretto nel processo creativo". Lo studio evidenzia che il crowdfunding editoriale può essere realizzato in due modalità: tramite casa editrice, oppure in autonomia dall'autore sulle piattaforme terze, che poi può presentarsi all'editore con un pubblico già consolidato.È importante che il crowdfunding sia gratuito. Ci sono editori che fanno pagare la propria consulenza o autoacquistare le copie all’autore: ma in questo caso non si può parlare di crowdfunding in senso genuino del termine.
Conclusioni: la nuova era dell'autore-comunicatore
L'editoria italiana sta attraversando una trasformazione profonda, in cui l'autore è chiamato sempre più a vestire i panni del comunicatore di se stesso. Gli editori diventano megafoni di autori che sanno già comunicare o che sono disposti a impararlo mettendosi in gioco. Una sfida complessa, che richiede competenze trasversali, ma anche un'opportunità per chi sa coglierla. Il successo di un libro non dipende più solo dalla sua qualità intrinseca, ma dalla capacità dell'autore di costruire relazioni, creare comunità e relazioni. Un'evoluzione che, volenti o nolenti, sta ridisegnando i contorni di una delle più antiche e nobili professioni.