Magazine, 31/01/2019.
Enrico Nigiotti - Nonno Hollywood (E. Nigiotti)
Il brano del cantautore livornese Enrico Nigiotti (31, anche lui ex talent e Nuove Proposte), dedicato alla memoria del “nonno Hollywood” (?), è un’elegia (quasi celentanesca) sulle buone cose del passato, ma scritta in un linguaggio contemporaneo. “Nonno mi hai lasciato dentro ad (ancora una d di troppo!) un mondo a pile / centri commerciali al posto del cortile / una generazione con nuovi discorsi / si parla più l’inglese che i dialetti nostri” (da sottolineare un’annotazione sociolinguistica in una canzone, sia pure di un toscano). Un italiano quotidiano molto disinvolto (“mi mancano i tuoi fischi mentre stai a pisciare / mi manca la Livorno che sai raccontare”; “ma se cadiamo a terra poi son cazzi nostri”) che consacra la desemantizzazione di termini un tempo considerati tabu (anche nel monologo di Silvestri c’è un “cazzo”come quantificatore). Nigiotti duetterà con il figlio d’arte Paolo Jannacci.
Voto: 7
Certe cose fanno male
Mica le puoi trattenere
Non c’è modo di cambiare quello che non ti va bene
Dicono che con il tempo tutto quanto passa… ma quand’è che
passa!?
Perché non mi passa…
E ricordo proprio adesso ogni volta che ridevi,
Ogni volta che per strada ti fermavi e litigavi con la gente
che agli incroci ti suonava il clacson…
Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile
Centri commerciali al posto del cortile
Una generazione con nuovi discorsi
Si parla più l’inglese che i dialetti nostri
Mi mancano i tuoi fischi mentre stai a pisciare
Mi manca la Livorno che sai raccontare
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non
dormirò
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non lo
so
Quanto è bella la campagna e quanto è bello bere vino
Quante donne abbiam guardato abbassando il finestrino
La ricchezza sta nel semplice… semplice…
Nel semplice sorridere in un giorno che non vale
niente
Sembra un po’ il secondo tempo
Di una finale da scordare
Come un taxi alla stazione che non riesci a prenotare
Siamo ostaggi di una rete che non prende pesci… ma prende
noi
Nonno sogno sempre prima di dormire
Cerco di trovare un modo per capire
Corriamo tra i sorrisi dei colletti «giusti»
Ma se cadiamo a terra poi son cazzi nostri
La vita adesso è un ponte che ci può crollare
La vita è un nuovo idolo da scaricare
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non
dormirò
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… Non lo so
E quindi…
Mi tengo stretto addosso i tuoi consigli
Perché lo sai che qua non è mai facile
Per chi fa muso contro, ancora
E quindi
Per ogni volta che vorrò sentirti
Chiuderò gli occhi su questa realtà
Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile
Una generazione che non so sentire
Ma in fondo siamo storie con mille dettagli
Fragili e bellissimi tra i nostri sbagli
Mi mancano i tuoi fischi mentre stai a pisciare
Mi manca la Livorno che sai raccontare
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non
dormirò
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non
dormirò
Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non lo
so
Qui sopra potete leggere la valutazione linguistica sui testi delle canzoni in gara a Sanremo 2019 di Lorenzo Coveri, professore di linguistica italiana all'Università di Genova, che si è occupato a più riprese del Festival.
Ricordiamo che la valutazione riguarda esclusivamente la parte linguistica. Un giudizio più motivato potrà essere dato solo dopo aver ascoltato la musica e assistito all’interpretazione dal vivo.