Magazine, 20/04/2020.
Le principali associazioni che rappresentano
l’intera filiera imprenditoriale della musica, dal
live, alle case discografiche agli editori musicali, hanno
trasmesso lunedì 20 aprile al Presidente del
Consiglio Giuseppe Conte e ai Ministri dei beni
Culturali e dell’Economia Franceschini e Gualtieri
una serie di interventi evidenziando lo
stato di crisi dell’intero comparto e la necessità
di misure urgenti. Un settore, che secondo i dati di
Italia Creativa, raccolti da EY, vale
quasi cinque miliardi di euro, occupando oltre 169
mila persone.
Le associazioni firmatarie, AFI,
Anem, Assomusica,
FEM,
FIMI e PMI hanno descritto una
situazione drammatica che potrebbe protrarsi per
lunghi mesi, soprattutto con riferimento al blocco degli
eventi. Con il
decreto del 4 marzo 2020, il Governo
ha sospeso manifestazioni, eventi
e spettacoli di qualsiasi natura. In seguito sono
state chiuse, prima a livello locale, poi a
livello nazionale tutte le attività commerciali
incluse ovviamente anche gli esercizi attivi nel commercio
di musica registrata.
Secondo le stime di Assomusica, a fine
stagione estiva ammonteranno a circa 350 milioni
di euro le perdite per il solo settore del
live. A questo danno vanno aggiunte poi anche le perdite
legate all'indotto, che l’Associazione stima
in circa 600 milioni di euro. A livello di
economia del lavoro, solo per gli eventi di musica popolare
contemporanea lavorano circa 60 mila persone,
famiglie e imprese che necessitano di uno sforzo e un supporto
finanziario straordinario e duraturo dalle Istituzioni. A questo,
si sono aggiunti i danni relativi al mancato versamento dei
diritti d’autore e connessi, in relazione alla mancata
attività dal vivo e alla chiusura degli esercizi commerciali,
discoteche, palestre, ad altri luoghi di aggregazione. Il
potenziale danno, per autori ed editori
musicali, è stimato da Siae in termini di mancati incassi
per diritto d’autore, per il 2020, a causa del lock down e delle
sue conseguenze, in circa 200 milioni di euro,
cifra destinata a crescere esponenzialmente in base alla durata
dell’emergenza sanitaria ed in base alle tempistiche di graduale
riapertura delle diverse attività.
Le vendite di prodotto fisico (CD e vinili)
sono crollate di oltre il 70 % tra marzo ed aprile
(dati FIMI) e anche il digitale, a causa della
contrazione di novità in uscita (per l’impossibilità di presentare
novità e per la chiusura delle sale di registrazione) non è in
grado di compensare il declino generale. Si prevede un
durissimo contraccolpo con oltre 100 milioni di mancati
ricavi solo nel 2020. Drammatici anche gli effetti sul
lavoro. Il fermo delle attività ha prodotto in poche settimane
effetti catastrofici sull’occupazione del settore con centinaia di
migliaia di musicisti, tecnici, ecc. di fatto senza attività e con
prospettive potenzialmente tragiche dal punto di vista economico.
Come affrontare la cristi del settore musicale? Ecco i
dieci punti della proposta inoltrata al Governo:
- 1) Aumento del fondo emergenze a 200 milioni
ed elaborazione di criteri oggettivi per la sua ripartizione con
un’attenzione particolare per i settori culturali colpiti dalla
pandemia; le risorse dovrebbero essere allocate prendendo come
parametro di riferimento le percentuali effettive di calo di
fatturato, in maniera misurabile e certa, con una quota di riparto
preferenziale per quei soggetti e quelle imprese che non
usufruiscono di contributi pubblici e che quindi non godono di una
rete di protezione. In questa fase di azzeramento dei consumi, è
essenziale e imprescindibile difendere i soggetti più vulnerabili
e meno protetti dalle pubbliche istituzioni. È altresì
imprescindibile non fare differenziazioni di genere, garantendo
quindi il sostegno a tutti i settori dell'industria musicale,
dal live, alle imprese fonografiche e all'editoria
musicale.
- 2) Un contributo a fondo perduto per i mesi
perduti a causa del lockdown alle imprese musicali.
- 3) Sospensione di tasse e contributi per le
industrie del settore musica per l'esercizio 2020, posticipando
le contribuzioni con un meccanismo di rateizzazione pluriennale.
Ricordando che la discriminante del calo di fatturato nel periodo
di emergenza non è un metro sufficiente di valutazione tenendo
conto che molte fatture non vengono saldate per mancanza di
liquidità e che alcuni com parti del settore musica, com e il
diritto d'autore e i diritti connessi, subiranno un impatto
negativo ancora superiore a quello attuale nei prossimi due
anni.
- 4) Estensione della durata dei voucher da 12 a
minimo 18 mesi per i concerti annullati (art. 88 del decreto Cura
Italia).
- 5) Creazione di un bonus cultura per le
famiglie (estendendo l'attuale bonus per i
diciottenni). L'estensione del tax credit per le produzioni
musicali, oggi previsto solo per l'opera prima, seconda e terza
a tutte le produzioni, così come avviene nel cinema.
- 6) IVA al 4% per la musica e lo spettacolo,
così come avviene per i libri. La discriminazione sull'imposta
è storicamente incomprensibile e lo è tutt'ora in questa fase
di crisi sistemica nella quale è necessario al più preso
rilanciare i consumi.
- 7) L'annunciato "reddito di
emergenza" deve coinvolgere anche figure anomale,
contratti a chiamata e precari vari, del settore dello spettacolo
ad oggi non ricompresi nell'articolo 38 relativo
all'indennitaà ai lavoratori dello spettacolo, articolo che ha
introdotto troppe variabili che esclude moltissimi lavoratori.
- 8) Revisione delle pendenze erariali per gli
organizzatori di spettacoli dal vivo per appianare tutte le
asimmetrie nell'applicazione dell'IVA sugli spettacoli dal
vivo. In particolare:
occorre precisare che l'IVA sulle prestazioni di spettacolo
deve essere un'IVA agevolata al 10% anche sulle operazioni
funzionali e che sono connesse alla realizzazione dello spettacolo
e alla connotazione artistica del medesimo (e cioè l'IVA deve
essere agevolata anche per il service fonico e di luci che sono
ormai imprescindibili e necessarie, come anche per i numerosi
facchini che devono essere parte delle troupes);
in deroga all'attuale sistema, per settore della musica
popolare contemporanea e dei promoter in particolare chiediamo una
compensazione dell'IVA rapida e immediata: la categoria deve
già lavorare con contratti che i piccoli comuni onorano con 18 mesi
di ritardo; almeno il rimborso IVA deve essere in questo 2020
rapido e tempestivo, entro 30/45 giorni. Ovvero articolare un
sistema di compensazione funzionale ed efficiente per questa fase
di crisi dovuta al Covid19;
superamento del regime di Split Payment: in questo momento di
contrazione totale dei consumi diventa necessario il superamento di
questo regime che ha azzerato la liquidità delle aziende, specie
quelle che lavorano con la pubblica amministrazione.
- 9) Apertura di un tavolo tecnico di confronto
con il Comitato tecnico-scientifico e la Task Force presieduta
da Colao con la presenza di una rappresentanza delle Associazioni
in grado di fornire indicazioni sugli strumenti di controllo e
prevenzione da adottare in futuro alla ripresa delle attività live.
In questa sede dovranno anche essere studiati sistemi per
la formazione del personale di sicurezza sull'utilizzo
delle strumentazioni, come termoscanner, per la ripresa
dell'attività dei concerti live.
- 10) Certezza sui tempi per la ripresa delle attività ai fini di
una efficace programmazione dei lavori.