Magazine, 13/10/2020.
Era nell'aria da diversi giorni ed è stato firmato nelle prime ore del 13 ottobre 2020 il nuovo Dpcm relativo alle misure aggiornate per contrastare la diffusione del Covid-19, che negli ultimi tempi registra un costante aumento di contagi in tutta Italia.
Nulla a che vedere con un lockdown generalizzato, eppure il nuovo Dpcm - valido fino al 13 novembre 2020 - prevede diverse restrizioni che non possono non evocare i terribili mesi della scorsa primavera; soprattutto se confrontate con la relativa libertà a cui ci stavamo, forse troppo distrattamente, abituando. I punti principali riguardano il divieto di organizzare feste e di praticare sport di contatto a livello amatoriale, il numero limite di persone che è consentito ricevere in casa, gli orari di apertura di locali e ristoranti.
Fermo restando che le parole d'ordine da tenere a mente sono sempre obbligo di mascherina e divieto di assembramenti, il Dpcm del 13 ottobre 2020 contiene diversi nuovi dettagli: cosa cambia, dunque? Di seguito analizziamo, punto per punto, gli aspetti principali del decreto e riassumiamo come bisogna comportarsi nella quotidianità di ottobre e novembre 2020.
Come già accade dall'8 ottobre 2020 , le mascherine sono obbligatorie praticamente ovunque, sia all'aperto che (soprattutto, aggiungiamo) al chiuso. L'obbligo di indossare la mascherina riguarda sia i luoghi pubblici, sia i luoghi privati (quindi non solo negozi e mezzi di trasporto, ma anche case e uffici) in cui ci si trova in prossimità di persone non conviventi. I trasgressori rischiano multe che vanno dai 400 ai 1000 euro.
Restano comunque alcune situazioni in cui non è obbligatorio indossare la mascherina: la prima, e più ovvia, è quando ci si trova nella propria abitazione (se però si ospitano persone non conviventi la raccomandazione è di usarla), ma nella lista delle eccezioni ci sono anche i luoghi isolati (ovvero quando non si ha gente intorno, sia all'aperto che al chiuso) e i ristoranti (ma solo mentre si è seduti a tavola). Non è necessario indossarla neppure mentre si sta svolgendo attività sportiva: per quanto riguarda l'attività motoria - le passeggiate - invece l'obbligo è confermato. In ogni caso una mascherina deve sempre essere portata con sè in modo da poterla indossare appena se ne presenti l'esigenza.
Continuano, infine, ad essere esentati dall'uso della mascherina i bambini sotto i 6 anni e le persone con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e i loro accompagnatori.
La novità più rilevante del Dpcm del 13 ottobre 2020 è il divieto di tenere feste private, sia al chiuso che all'aperto. A tale divieto si aggiunge la raccomandazione di non invitare a casa propria persone non conviventi per pranzi o cene: in ogni caso è proibito ospitare in casa più di 6 persone non conviventi, anche se sono amici o famigliari (e in questa circostanza è comunque fortemente consigliato l'utilizzo coscienzioso della mascherina).
Per quanto riguarda le cerimonie civili e religiose è ora imposto un numero limite di partecipanti: a matrimoni, battesimi e funerali, per fare qualche esempo chiarificatore, possono prendere parte al massimo 30 persone, sempre nel rispetto delle norme di distanziamento interpersonale.
Tra i punti chiave del Dpcm del 13 ottobre 2020 ci sono le nuove restrizioni per locali e ristoranti, che devono obbligatoriamente abbassare le serrande a mezzanotte. Oltre all'orario di chiusura forzata, a partire dalle ore 21.00 scatta il divieto per i clienti di sostare in piedi fuori dai locali, a meno che non sia previsto il servizio al tavolo presso un regolare dehors. Queste regole valgono anche per pub, gelaterie e pasticcerie.
È sempre possibile acquistare cibo da asporto, basta non consumarlo direttamente fuori dai locali dopo le ore 21.00. Restano chiuse le discoteche, con proroga del divieto di ballo, sia all'aperto che al chiuso.
Il Dpcm del 13 ottobre 2020 non tocca il settore istruzione. Se nelle ore precedenti la firma del decreto si era discusso di una possibile chiusura delle scuole superiori con conseguente riattivazione delle lezioni a distanza, alla fine la questione si è conclusa con un nulla di fatto. Le scuole di ogni ordine e grado, dunque, al momento sono regolarmente aperte secondo le norme già in vigore: l'unica novità riguarda le gite scolastiche, che sono state temporaneamente sospese. Lo stop riguarda anche uscite didattiche programmate, visite guidate e progetti di scambio e gemellaggio.
Nulla cambia nel settore spettacolo, dove vengono mantenute le precedenti disposizioni. Si può sempre andare a un concerto, a uno spettacolo teatrale o a vedere un film al cinema, nel rispetto del distanziamento interpersonale e in base a capienza dei luoghi.
In particolare, restano validi i limiti di 200 persone per gli eventi al chiuso e di 1000 persone per quelli all'aperto, sempre con posti a sedere distanziati di almeno un metro. Questi numeri hanno però margini di variabilità: in base alle dimensioni e alle caratteristiche dei singoli teatri, cinema o sale da concerto, le Regioni e le Province possono stabilire un diverso numero massimo di spettatori in accordo con il Ministero della Salute.
Aperti al pubblico anche i musei, che mantengono modalità di fruizione contingentata per garantire la distanza di sicurezza tra i visitatori. Restano ancora sospesi gli eventi a rischio di assembramento, come i concerti nei palazzetti.
Tra gli ambiti toccati dal Dpcm del 13 ottobre 2020 c'è quello sportivo amatoriale. Qui si fa un passo indietro, tornando ai divieti della scorsa primavera: sono nuovamente vietati gli sport da contatto, come le partite e i tornei di calcetto, basket, rugby, pallavolo, pallanuoto e arti marziali, per fare qualche esempio. Possono invece proseguire nelle loro attività, ovviamente seguendo le norme di sicurezza già in vigore, tutte le società (anche dilettantistiche) iscritte al Coni e al Comitato Paraolimpico, comprese le palestre e le piscine.
Per quanto riguarda la presenza di pubblico agli eventi sportivi nulla cambia: stadi e impianti sportivi possono ospitare un numero limitato di spettatori, con una percentuale di riempimento che non deve superare il 15% rispetto alla capienza totale, e comunque mai superiore alle 1000 persone per gli impianti all'aperto e 200 per quelli al chiuso, per garantire in ogni momento la distanza di sicurezza interpersonale. Così come per cinema e teatri, anche la capienza degli impianti sportivi può in realtà variare in base alle caratteristiche dei singoli luoghi, d'intesa con il Ministero della Salute.
La circolazione su tutto il territorio nazionale è libera e senza alcuna restrizione (se non per chi è positivo al Coronavirus o si trova in quarantena) con mezzi sia pubblici e privati: il nuovo Dpcm non prevede alcun blocco relativo agli spostamenti tra le regioni italiane, come già avvenuto in passato.
Di blocchi ce ne sono invece per quanto riguarda i viaggi da e per l'estero. Innanzitutto si allunga ulteriormente la lista dei paesi al ritorno dai quali è previsto il tampone obbligatorio: Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Spagna (inclusi territori nel continente africano), Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (inclusi isole del Canale, Gibilterra, isola di Man e basi britanniche nell’isola di Cipro ed esclusi i territori al di fuori del continente europeo) e Repubblica Ceca. Croazia, Grecia e Malta sono invece ufficialmente fuori dalla lista dei paesi a rischio.
L'ingresso in Italia è vietato dai seguenti paesi (salvo urgenze comprovate o rientro presso la propria abitazione): Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana, Kosovo, Montenegro e Colombia. Chi arriva da questi paesi, ma anche da Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Romania, Ruanda, Repubblica di Corea, Tailandia, Tunisia, Uruguay, deve inoltre sottoporsi a sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario per 14 giorni. Chiunque faccia ingresso in Italia da uno stato estero (eccezion fatta per San Marino e Vaticano) ha comunque l'obbligo di presentare una dichiarazione di arrivo che riassuma gli spostamenti dei 14 giorni precedenti.
Di Luca Giarola