Milano, 05/01/2022.
Milano è una città ricca di cultura e bellezze artistiche, che raccontano e testimoniano la sua lunga storia. E tante sono le opere d’arte che si possono ammirare in tutta la loro bellezza nei musei milanesi: il capoluogo lombardo ospita infatti alcuni dei capolavori più iconici del Quattrocento o del Cinquecento italiano, fino ad arrivare ad opere simbolo del Novecento per il nostro paese e non solo.
Ecco allora dieci opere d’arte imperdibili che si possono vedere solo a Milano.
Ritratto di giovane dama, Piero (o Angonio) del Pollaiolo
Il dipinto Ritratto di giovane dama fu realizzato, tra il 1470 e il 1472, da Piero del Pollaiolo o suo fratello Antonio. Oggi è conservato presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano ed è una delle opere più pregiate della sua collezione. Il ritratto fu realizzato a Firenze nel XV secolo e raffigura una dama di profilo, la cui identità però è incerta. Alcuni dicono possa essere la moglie del banchiere Giovanni de' Bardi, altri identificano in lei Marietta Strozzi o una dama dei Belgioioso. L’opera, inoltre, è considerata uno dei ritratti di dama di profilo meglio conservati al mondo ed è simbolo di tutta l’eleganza pittorica fiorentina della seconda metà del XV secolo.
Cristo morto, Andrea Mantegna
Presso la Pinacoteca di Brera è conservato uno dei dipinti più celebri di Andrea Mantegna: il Cristo morto, databile tra il 1475 e il 1478 e considerato uno dei capolavori del Rinascimento italiano. L'opera, infatti, è caratterizzata da uno scorcio prospettico del corpo di Cristo, disteso sulla pietra dell’unzione e semicoperto dal sudario, del tutto suggestivo. Carica di pathos, ha una potente forza espressiva per via di un forte contrasto di luci e ombre. Insomma la raffigurazione rappresenta quasi un unicum nel suo genere, assolutamente da non perdere per nessun motivo per tutti gli appassionati d’arte e non.
Cenacolo, Leonardo da Vinci
L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci è una delle opere simbolo della città di Milano e di tutto il nostro paese. Un capolavoro realizzato, tra il 1494 e il 1498, dal genio di Leonardo Da Vinci su una parete del refettorio del convento adiacente a Santa Maria delle Grazie. Il dipinto fu commissionato da Ludovico il Moro e rappresenta la scena dell’ultima cena del Giovedì Santo tra Gesù e i suoi discepoli. In quest’opera Leonardo non utilizzò la solita tecnica per gli affreschi, ma ne sperimentò una del tutto innovativa, tuttavia non troppo compatibile per l’umidità del posto. Per questa ragione oggi conservare il dipinto non è semplicissimo, ma grazie a frequenti interventi di restaurazione è ancora possibile ammirarlo in tutta la sua eleganza e bellezza assoluta.
Sposalizio della Vergine, Raffaello Sanzio
Tra i tanti capolavori ospitati dalla Pinacoteca di Brera, c’è anche il dipinto olio su tela Lo sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio. L’opera venne realizzata dal pittore di Urbino nel 1504, su commissione della famiglia Albizzini per la cappella di San Giuseppe della chiesa di San Francesco a Città di Castello, e chiuse il periodo giovanile di produzione artistica di Raffaello. Il dipinto rappresenta in primo piano la scena dello sposalizio tra Maria e Giuseppe, con i due protagonisti, il sacerdote e una serie di altri personaggi, mentre sullo sfondo un’ampia piazza con al centro un tempio. In quest’opera Raffaello si ispirò al suo maestro Perugino, pur cercando di ricreare una rappresentazione più coinvolgente e realistica rispetto alle tradizionali quattrocentesche.
Pietà Rondanini, Michelangelo Buonarroti
La Pietà Rondanini è un’opera scultorea in marmo, realizzata da Michelangelo Buonarroti tra il 1552-53 e rilavorata tra il 1555 e il 1564. La statua oggi è conservata presso il Museo del Castello Sforzesco e rappresenta una delle ultime opere prima di morire di Michelangelo. L’artista, infatti, voleva realizzare una Pietà da collocare sulla sua sepoltura e produsse, dopo vari tentativi, la scultura che possiamo ammirare oggi. Un capolavoro raffigurante la tradizionale scena della pietà, con il corpo di Gesù accolto tra le braccia della Vergine Maria, però con delle soluzioni artistiche compositive davvero innovative. La denominazione dell’opera dipende dall’acquisto dell’opera, nel 1774, da parte dei marchesi Rondanini, che la posero nella biblioteca di Palazzo Rondanini a Roma in via del Corso.
Canestra di frutta, Caravaggio
Presso la Pinacoteca Ambrosiana, si trova uno dei tanti capolavori realizzati da Caravaggio: la Canestra di frutta. L’opera venne prodotta tra il 1594 e il 1598 e rappresenta uno dei più celebri esempi di natura morta, sintetizzando al suo interno diverse esperienze artistiche dell’epoca. Ciò che colpisce è la grande cura dei dettagli e il realismo della raffigurazione, soprattutto nel cesto di vimini di frutta e foglie vero soggetto del dipinto. Il quadro fu commissionato a Caravaggio dal Cardinale Borromeo, che quando diventò arcivescovo di Milano, nel 1618, decise di donare l’opera alla Pinacoteca Ambrosiana.
Il bacio, Francesco Hayez
Diventato ormai uno dei dipinti simboli degli innamorati, Il bacio è probabilmente l’opera più celebre di Francesco Hayez e conservata oggi alla Pinacoteca di Brera. Il quadro fu prodotto nel 1859 e rappresenta il bacio passionale di due giovani innamorati in un’ambientazione medievale. L’opera venne anche particolarmente utilizzata durante le lotte risorgimentali italiane, simboleggiando l’amore per la patria da difendere dallo straniero. Insomma un’immagine davvero iconica dell’arte ottocentesca italiana e non solo.
Il quarto stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo
Il quarto stato è uno dei dipinti più celebri conservati presso il Museo del Novecento, in piazza Duomo a Milano. L’opera fu realizzata da Giuseppe Pellizza da Volpedo tra il 1898 e il 1901 e raffigura un gruppo di braccianti in marcia in segno di protesta in una piazza, probabilmente quella Malaspina di Volpedo. Molti dei personaggi raffigurati sono abitanti di Volpedo e amici di Pellizza, che decise di chiamarli in causa per ritrarli nel suo quadro. La folla, che sembra quasi camminare lentamente verso l’osservatore, ricrea in chi osserva il dipinto un effetto suggestivo e con una potente carica emotiva. ATTENZIONE: dal 7 luglio 2022 Il quarto stato è esposto alla Gam - Galleria d'Arte Moderna di Milano.
Wald Bau, Paul Klee
La città di Milano ospita anche importanti opere di artisti stranieri, come il dipinto Wald Bau di Paul Klee. L’opera è conservata nel Museo del Novecento e fu prodotta dall’artista tedesco nel 1919, divenendo un classico esempio di dipinto astrattista. La raffigurazione presenta una serie di segni e figure geometriche, che rimandano ad una grafica infantile, sempre però mantenendo un riferimento con il reale. La traduzione del titolo tedesco dell’opera in italiano è Struttura di foreste e ciò fa capire l’intenzione rappresentativa dell’artista nel quadro.
I Sette Palazzi Celesti 2004-2015, Anselm Kiefer
Concludiamo con l'arte contemporanea: al Pirelli Hangar Bicocca - tra i principali poli espositivi di Milano dedicati a tale contesto - è infatti visitabile (per di più gratuitamente) la monumentale installazione permanente di Anselm Kiefer dal titolo I Sette Palazzi Celesti 2004-2015. La grande opera deve il suo nome all’antico trattato ebraico Sefer Hechalot del V-VI secolo d.C. (ovvero il Libro dei Palazzi/Santuari, in cui si narra il simbolico cammino d’iniziazione spirituale di colui che vuole avvicinarsi a Dio) ed è composta da sette torri in cemento armato (del peso di 90 tonnellate ciascuna e di altezze variabili tra i 13 e i 19 metri) affiancate da cinque tele pittoriche di grandi dimensioni.
Di Simone Caravano