A Milano 5 nuovi maxi murales raccontano l'anima del quartiere Gallaratese: dove si trovano e chi sono le autrici

Wit Design Srl

Milano, 30/10/2023.

Si è concluso sabato 28 ottobre 2023 Manifestival, il progetto di Arte Urbana della Fondazione Arrigo e Pia Pini, con il contributo di Fondazione di Comunità Milano, che, per questa edizione, ha visto protagonista il quartiere Gallaratese, periferia Nord Ovest di Milano. Durante la festa di chiusura sono state presentate al pubblico i cinque murales di grande impatto visivo realizzati per l'occasione intorno al complesso di via Appennini e via Consolini.

Nati da un processo partecipato e condiviso con i residenti e le tante associazioni e realtà del terzo settore attive nel Gallaratese, i murales portano la firma di artiste donne di fama internazionale. Gli ultimi tre sono stati realizzati, a ottobre 2023, dal duo artistico Nabla & Zibe, che, con l’opera Equilibrio dinamico, hanno indagato il tema della natura e delle radici del quartiere Gallaratese, mentre le argentine Medianeras hanno celebrato la forza della musica e della cultura visiva come elemento di aggregazione giovanile con Frequency & Rhythm, e la street artist olandese Jdl ha realizzato Atlas, un omaggio alle figure femminili che reggono il quartiere, il mondo.

Judith De Leeuw, in arte Jdl è una street artist olandese apprezzata in tutto il mondo, attiva anche in Italia e da sempre impegnata sui temi sociali: ha esposto le sue opere accanto a Banksy e Keith Haring e una delle sue opere italiane è entrata nella top 100 dei murales più belli del mondo (Best Street Art 2022 Awards). La sua nuova opera al Gallaratese è ispirata all'importanza delle donne, che portano il peso sociale sulle loro spalle e sollevano la comunità, mentre gli uomini sembrano più propensi a concentrarsi su potere e successo. Il messaggio chiave che ne esce è che è proprio la componente femminile della società che, con cura, amore e sostegno, solleva la società e il vero potere non si manifesta sempre in modo ovvio, ma, spesso, appare in modo imprevedibile attraverso piccoli e semplici atti di gentilezza.

L’opera di Nabla & Zibe, dal titolo Equilibrio dinamicoin via Appennini 64, è un tripudio di colori e di vitalità che celebra la memoria agricola del quartiere in versione pop e propone una riflessione sul verde urbano e sulla possibilità di sviluppare progetti sulla sostenibilità a partire dalla periferia, invertendo la classica percezione di una città che si sviluppi unicamente in relazione a un nucleo centrale. Di qui, gli elementi naturali dell’acqua, dei fiori, del grano e degli animali che si mescolano con elementi urbani geometrici e scomposti, a ridisegnare una nuova idea di vita in città, più rizomatica e autentica perché capace di conservarne e valorizzarne le radici e la propria identità.

Le due artiste argentine Medianeras hanno, invece, realizzato, in via Consolini 26, l’opera Frequency & Rhythm: un inno alla musica e alla cultura visiva come motore di riscatto, di aggregazione e come strumento per esprimere se stessi, che per molti ragazzi del quartiere, che producono musica rap o trap, incarna anche l’ambizione di raggiungere un pubblico più vasto. Nello stile, il murale è un richiamo all’iconico edificio del Gallaratese, il Monte Amiata, celebre complesso architettonico di Carlo Aymonino e Aldo Rossi, e, in anni recenti, location di celebri spot e video musicali (da Cr-X dei Casino Royale a Vento sulla luna di Annalisa e Rkomi, da Post Concerto dei Coma Cose a Scusa di Fede Kampa). In questo senso, l’opera rappresenta anche un interessante esempio di risignificazione dei luoghi.

Gli altri due murales del progetto sono stati realizzati nei mesi scorsi dalle urban artist Btoy e Leticia Mandragora. Il viaggio è il murale realizzato, in via Consolini 24, dalla urban artist di fama internazionale Btoy: l’opera pone al centro la memoria delle case popolari del Gallaratese, tema che ancora oggi conserva un'identità forte nei ricordi dei residenti, tra vocazione abitativa e impegno per i diritti. A realizzarlo, la spagnola Andrea Michaelsson, in arte Btoy, artista poliedrica che scopre la sua vocazione per le strade di Barcellona sperimentando diverse tecniche, dalla pittura acrilica allo spray fino allo stencil e al digitale. Il gusto per la sperimentazione caratterizza anche il murale Diritto all’abitare dove, a partire da una fotografia in bianco e nero dei primi anni ‘70 che mostra un gruppo di ragazzi in motocicletta davanti agli edifici di via Appennini, Btoy sovrappone pattern, geometrie pop e decorazioni floreali, in un gioco di colori tra memoria e modernità.

È dedicata, infine, allo sport come strumento di integrazione e di riscatto, l’opera della urban artist Leticia Mandragora, che propone una riflessione intorno al linguaggio del corpo e ai valori dello sport, capaci di abbattere le barriere e di unire al di là delle differenze linguistiche e culturali del multietnico quartiere del Gallaratese. Tematica, questa, proposta dall’Hub Spazio Indifesa, gestito da Terre des Hommes, insieme alla scuola San Leo Kick Boxing e al progetto di calcio popolare Partizan Bonola, che conta anche una squadra femminile.

«Un quartiere fantastico, fatto non solo di muri giganteschi su cui esprimere il gesto artistico forte che interpreta i temi emersi, ma soprattutto fatto di gente aperta e partecipe, che desidera e accoglie cambiamento, e vuole esserne protagonista», commenta Veronica Pini, presidente della Fondazione Arrigo e Pia Pini. «Manifestival abbina ricerca ed espressione artistica, che si sostanzia nella realizzazione di cinque opere murali, ad una componente comunitaria, di costruzione di significato condiviso di chi abita il Gallaratese oggi», aggiunge Filippo Petrolati, direttore della Fondazione di Comunità Milano: «le azioni sono tese a rappresentare sogni e fatiche del quartiere, stimolando l’immaginario di chi vi ha trascorso tutta la vita quanto dei nuovi arrivati».

Il Gallaratese, quartiere residenziale e periferico di Milano, tra i più grandi costruiti ex novo in Italia, fu edificato tra la metà degli anni Sessanta e gli anni Ottanta diventando poi simbolo della rinascita del secondo dopoguerra. Ad oggi, è uno degli scenari urbani più complessi di Milano, ma animato anche da una solida rete di associazioni impegnate sul territorio, con cui Manifestival ha attivato un processo virtuoso all’insegna della valorizzazione del territorio e dell’inclusione sociale. Tra queste: la rete QuBì, i Custodi Sociali di Sociosfera e Rimargina Hub 92, Non solo compiti centro educativo, Mitades Aps, Zerodiciotto, Hub Spazio Indifesa, gestito da Terre des Hommes, e la scuola San Leo Kick Boxing.

Nasce da questi presupposti il progetto artistico e sociale, che ha scelto di indagare la costruzione identitaria del Gallaratese, con l’obiettivo di promuovere una riflessione comunitaria trasformare un quartiere a vocazione residenziale in un luogo di interesse artistico, a partire da un dibattito consapevole e collettivo con i residenti e gli enti del terzo settore sulle problematiche e le potenzialità del quartiere.

Il percorso avviato da Manifestival nel 2023 ha avuto diverse fasi: dalla mappatura delle associazioni attive sul territorio alla messa in rete attraverso il dialogo e il confronto sul vissuto del quartiere, anche attraverso eventi e dibattiti pubblici, con l’avvio di un processo partecipato che ha portato all’individuazione di cinque tematiche, che hanno generato altrettanti manifesti, alla base dei nuovi murales. Le cinque opere sono dunque il risultato di un percorso partecipato che ha attivato residenti, associazioni, enti del terzo settore e ha messo a confronto generazioni diverse. Con la direzione artistica del collettivo Orticanoodles, è iniziata poi la ricerca stilistica per tradurre le memorie e il vissuto dei residenti in immagini e colori, fino alla realizzazione dei bozzetti delle opere, che sono stati presentati nelle sedi delle associazioni che hanno partecipato allo sviluppo delle idee, in un evento aperto a tutta la cittadinanza.

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