Milano, 30/10/2023.
Dal 31 ottobre 2023 al 3 marzo 2024 Palazzo Reale di Milano ospita la mostra Goya: la ribellione della ragione: un racconto attraverso dipinti, incisioni e matrici in rame di Francisco Goya (1746-1828), che ha contribuito con la sua opera a un cambio di paradigma mentale nell’arte spagnola del XVIII e del XIX secolo.
Autore colto e accademico di temi tradizionali, ritrattista della monarchia spagnola, Goya fu anche artista critico del potere politico e religioso del suo tempo attraverso la satira sociale, la pietas per gli emarginati, poveri e i malati mentali e la rappresentazione della crudeltà della guerra. La mostra a Palazzo Reale offre un percorso in settanta opere per scoprire la personale e, talvolta, tormentata ricerca artistica ed estetica di Goya a partire dalla concezione di una pittura come frutto della ragione, fino a un’indagine coraggiosa ed emotiva nei meandri dello spirito umano per cogliere gli aspetti più grotteschi e crudeli del sonno della ragione.
Così l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi introduce la mostra: «Goya, fortemente influenzato dalla corrente dell’Illuminismo, sviluppa uno sguardo critico nei confronti di ciò che lo circonda; insofferente ai vincoli della committenza, sviluppa un’arte libera e senza modelli, sfidando le convenzioni e i tabù dell’epoca, dove il brutto diventa categoria estetica in contrapposizione alle regole del bello, fino a creare un linguaggio espressivo innovativo, senza precedenti nella storia dell’arte. La ribellione della ragione è quindi un viaggio nell’anima di un artista straordinario che, con i suoi colori e le sue pennellate, ha infranto i confini del tempo e dello spazio, lasciando un’eredità di infinita ispirazione e di eterna riflessione».
Il direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina ricollega il discorso a una precedente mostra del 2010 (Goya e il mondo moderno), dove era possibile verificare, anche visivamente, i debiti - formali, stilistici, tematici e anche filosofici - di artisti quali Picasso, Mirò, Bacon, Giacometti e Guttuso nei confronti di Goya. E aggiunge: «la mostra attuale, invece, intende concentrare l’attenzione sull’opera stessa di Goya vista dall’interno del processo creativo, con l’obiettivo di capire il percorso delle sue stagioni artistiche, caratterizzate, sia riguardo alle scelte tematiche che a quelle stilistiche, da profonde disomogeneità. Goya, infatti, è un unicum perché è un artista che ha intrecciato due linee completamente separate: una ufficiale, frutto della committenza, e l’altra confidenziale, libera da qualsiasi sollecitazione esterna».
La mostra è curata da Víctor Nieto Alcaide, delegato accademico del Museo, Calcografia e Mostre della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid, che così presenta la mostra: «il razionalismo di Goya è ideologico ed egli lo proietta nelle sue opere utilizzando l’espressione come modalità che collega, da un lato, la critica sociale attraverso le tematiche e, dall’altro, la critica della pittura stessa, dissolvendo le forme convenzionali del bello. Attraverso le sue opere Goya appare come l’origine, l’inizio e il punto di partenza di tutte le forme di pittura moderne poiché, sebbene l’espressività appaia come una forma istintuale, qui sembra sottomettersi ai dettami della ragione. E perché l’unico modo, creativo ed efficace, di rompere con l’assurdità, l’orrore e il terrore suscitati dalla mancanza della ragione è la ribellione della ragione stessa. Da qui, la validità della pittura di Goya, che sta nel non essere centrata su precisi eventi della storia e nel fissare un valore universale e atemporale».
Lungo tutto il percorso espositivo è possibile immergersi nella profondità dell’animo e della ragione dello stesso Francisco Goya. Un artista che apre alla modernità, ma è profondamente integrato nel suo tempo ed è testimone di una lunga e tormentata epoca storica. Ciò si riflette nella sua radicale rivoluzione pittorica per creare un linguaggio rivoluzionario. Partendo dalla pittura luminosa e policromatica degli albori, egli arriva ai toni cupi e neri dell’ultima fase della vita, ormai completamente sordo, stanco e disilluso dagli ideali della Rivoluzione Francese. È soprattutto alla lunga serie di incisioni che Goya affida il suo pensiero più intimo, grazie anche alla complicità di amici e clienti ideologicamente affini. Una forma di espressione libera per esprimere la profonda critica alla guerra e alla ribellione della ragione; ma anche un richiamo al ritorno dell’ordine razionale e la sua personale dichiarazione secondo cui la fantasia e il sogno servono a liberare l’immaginario. Goya è il primo artista le cui opere sono frutto di esperienze, sentimenti personali, passioni e sofferenze: egli si identifica con la vita e si spoglia dei vincoli della committenza per poter dipingere liberamente.
La mostra è divisa in sette sezioni. La prima, Goya, protagonista del suo tempo: l’apprendistato e gli esordi, racconta la prima parte della carriera di Goya, con opere in linea con lo stile pittorico del suo tempo come L’Autoritratto su cavalletto, Hercules y Ónfala e diversi ritratti dei membri della famiglia reale e dell’aristocrazia spagnola. La sezione Il popolo si diverte comprende invece una serie di cartoni per arazzo con temi destinati ad abbellire palazzi e residenze nobiliari, creando scenografie amene e dalle tematiche popolari (il Gioco, la Festa e lo Spettacolo): sono opere in cui si può intravedere una sperimentazione pittorica, dove Goya mette in contrapposizione le regole del bello alla sua personale categorizzazione estetica del brutto. Tra le opere esposte: i Juegos de niños e Las mulissas o Il trascinamento del toro (in questo caso, si può notare una critica dell’artista allo spettacolo popolare dell’uccisione del toro e una più velata ma efficace alla guerra).
Goya, pittore ritrattista su commissione, dichiara più o meno esplicitamente il suo atteggiamento nei confronti dei personaggi rappresentati nei dipinti esposti: nella terza sezione Le commissioni e la clientela è presente la serie dei Capricci e dei Proverbi (incisi anche in rarissime matrici su rame), che rappresentano la sua attitudine personale e indipendente da vincoli di committenza. Nella quarta sezione Amicizie illuminate si percepisce invece la grande cultura illuminata e l’atteggiamento tipico dell’Illuminismo di un senso critico della realtà e che si manifesta anche in un atteggiamento critico e ribelle della sua pittura, rivoluzionando l’uso del colore.
Il percorso espositivo prosegue con la sezione Vigilare e denunciare: le incisioni presenti sono un mezzo per diffondere ed esprimere le sue idee all’interno di un mondo popolato da aristocrazia, clero, classi più disagiate e qui rappresentati in maniera sordida e angosciante. Tra le opere esposte: Quadri di feste e costumi, Il manicomio, Scena di inquisizione e Il sonno della ragione genera mostri. Nella sesta sezione Goya e la guerra opere come Fucilazioni del 2 maggio e I disastri della guerra rappresentano non solo gli orrori della Guerra di Indipendenza del 1808, ma esprimono anche l’orrore di Goya: artista capace di avvertire profondamente questa situazione. La sua pittura, da questo momento, assume la funzione di testimone critico.
La libertà critica e l’allargamento dell’immaginazione: questa settima e ultima sezione della mostra rappresenta appieno il concetto secondo cui l’espressività prevale sulla rappresentazione, mentre il colore è anch’esso un mezzo di espressione e non di rappresentazione: una raccolta di opere dove l’immaginazione e l’espressività si fondono in immagini senza precedenti.
La mostra Goya: la ribellione della ragione è un progetto promosso dal Comune di Milano (Cultura) prodotto da Palazzo Reale e 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore, in collaborazione con la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, a Madrid e con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, dell’Ente del Turismo Spagnolo e dell’Istituto Cervantes di Milano. Un’occasione unica resa possibile grazie alla preziosa collaborazione con la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, a Madrid, che - con la sua Calcografia Nacional - ha appena terminato a giugno 2023 di restaurare le matrici, in un progetto di recupero che non ha precedenti per complessità ed entità del lavoro e che per la prima volta in una mostra permette di ammirare le lastre di rame post restauro, nei loro originari dettagli ritornati alla luce e a confronto diretto con le stampe.
Visitabile a Palazzo Reale a Milano (piazza del Duomo 12) dal 31 ottobre 2023 al 3 marzo 2024, la mostra mostra Goya: la ribellione della ragione segue i seguenti orari di apertura: 10.00-19.30 dal martedì alla domenica; 10.00-22.30 giovedì; lunedì chiuso (ultimo ingresso sempre un'ora prima della chiusura). Sono previste aperture straordinarie mercoledì primo novembre (Ognissanti, ore 10.00-19.30), giovedì 7 dicembre (Sant'Ambrogio, ore 10.00-22.30), venerdì 8 dicembre (Immacolata Concezione, ore 10.00-19.30), domenica 24 dicembre (Vigilia Natale, ore 10.00-14.30), lunedì 25 dicembre (Natale, ore 14.30-18.30), martedì 26 dicembre (Santo Stefano, ore 10.00-19.30), domenica 31 dicembre (San Silvestro, ore 10.00-14.30), lunedì primo gennaio (Capodanno, ore 14.30-19.30) e sabato 6 gennaio (Epifania, ore 10.00-19.30).
I biglietti per la mostra Goya: la ribellione della ragione sono acquistabili ai seguenti prezzi (esclusa eventuale prevendita di 2 euro): intero 15 euro (open 17 euro, valido fino a domenica 25 febbraio 2024); ridotto 13 euro per visitatori dai 6 ai 25 anni, visitatori oltre i 65 anni, soci Touring Club e Fai, possessori di biglietti aderenti all’iniziativa Lunedì Musei; ridotto speciale 10 euro per studenti dai 6 ai 25 anni, disabili con invalidità inferiore al 100%, possessori dell'abbonamento Card Musei Lombardia, soci Orticola ; ingresso gratuito per bambini di età inferiore ai 6 anni e disabili con invalidità pari al 100%. Per ulteriori informazioni telefonare al numero 02 54912.