Goya torna a Milano, la ribellione della ragione in mostra a Palazzo Reale: info, orari e biglietti

Il direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina ricollega il discorso a una precedente mostra del 2010 (Goya e il mondo moderno), dove era possibile verificare, anche visivamente, i debiti - formali, stilistici, tematici e anche filosofici - di artisti quali Picasso, Mirò, Bacon, Giacometti e Guttuso nei confronti di Goya. E aggiunge: «la mostra attuale, invece, intende concentrare l’attenzione sull’opera stessa di Goya vista dall’interno del processo creativo, con l’obiettivo di capire il percorso delle sue stagioni artistiche, caratterizzate, sia riguardo alle scelte tematiche che a quelle stilistiche, da profonde disomogeneità. Goya, infatti, è un unicum perché è un artista che ha intrecciato due linee completamente separate: una ufficiale, frutto della committenza, e l’altra confidenziale, libera da qualsiasi sollecitazione esterna».

La mostra è curata da Víctor Nieto Alcaide, delegato accademico del Museo, Calcografia e Mostre della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid, che così presenta la mostra: «il razionalismo di Goya è ideologico ed egli lo proietta nelle sue opere utilizzando l’espressione come modalità che collega, da un lato, la critica sociale attraverso le tematiche e, dall’altro, la critica della pittura stessa, dissolvendo le forme convenzionali del bello. Attraverso le sue opere Goya appare come l’origine, l’inizio e il punto di partenza di tutte le forme di pittura moderne poiché, sebbene l’espressività appaia come una forma istintuale, qui sembra sottomettersi ai dettami della ragione. E perché l’unico modo, creativo ed efficace, di rompere con l’assurdità, l’orrore e il terrore suscitati dalla mancanza della ragione è la ribellione della ragione stessa. Da qui, la validità della pittura di Goya, che sta nel non essere centrata su precisi eventi della storia e nel fissare un valore universale e atemporale».

Lungo tutto il percorso espositivo è possibile immergersi nella profondità dell’animo e della ragione dello stesso Francisco Goya. Un artista che apre alla modernità, ma è profondamente integrato nel suo tempo ed è testimone di una lunga e tormentata epoca storica. Ciò si riflette nella sua radicale rivoluzione pittorica per creare un linguaggio rivoluzionario. Partendo dalla pittura luminosa e policromatica degli albori, egli arriva ai toni cupi e neri dell’ultima fase della vita, ormai completamente sordo, stanco e disilluso dagli ideali della Rivoluzione Francese. È soprattutto alla lunga serie di incisioni che Goya affida il suo pensiero più intimo, grazie anche alla complicità di amici e clienti ideologicamente affini. Una forma di espressione libera per esprimere la profonda critica alla guerra e alla ribellione della ragione; ma anche un richiamo al ritorno dell’ordine razionale e la sua personale dichiarazione secondo cui la fantasia e il sogno servono a liberare l’immaginario. Goya è il primo artista le cui opere sono frutto di esperienze, sentimenti personali, passioni e sofferenze: egli si identifica con la vita e si spoglia dei vincoli della committenza per poter dipingere liberamente.

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