Al calar della sera, sulla via del ritorno verso il porto da cui tutto passava, a chi non ama la confusione consigliamo di attraversare sull'altra sponda del Naviglio Grande, quella di Ripa Ticinese, meno affollata di gente e, quindi, di locali e tavolini all'aperto. Tornando verso Milano, ci si può perdere nelle vie limitrofe, dove si affacciano le ultime case di ringhiera, ancora non trasformate in studi o botteghe, e si può respirare ancora l'autenticità originaria e milanese dei navigli. Si può capitare in via Magolfa, per una passeggiata romantica (se non fosse per la roggia spesso ridotta in discarica), dove il culmine della poesia si raggiunge alla casa di Alda Merini, che in queste zone viveva, e il cui volto campeggia in un murale (più volte imbrattato e restaurato). La poetessa che sapeva guardare la zona dove abitava con occhi ancora fanciulleschi e immaginifici, scrisse: «è bellissimo tornare a Milano, di notte. Si potrebbe lasciarla per sempre solo per andare in Paradiso. Ma forse desidererei, anche da lì, la mia casa».
Di Laura Cusmà Piccione