Dal 24 al 28 gennaio 2024 la stagione del Teatro Carcano di Milano (via di Porta Soprana 63) prosegue con lo spettacolo Rumba: l’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato, di e con Ascanio Celestini, in occasione dell'ottavo centenario della prima rappresentazione del presepe di San Francesco, a Greccio la notte di Natale del 1223.
Ascanio Celestini immagina la vita di Francesco oggi: come il santo vivrebbe la povertà nell’Italia contemporanea e quale compagno di strada sceglierebbe, per non essere semplicemente povero, ma servo dei poveri.
Francesco si chiama Giovanni. Nasce da una madre francese quando il padre sta in Francia a vendere stoffe pregiate. Così lo chiamano francesco, insomma un figlio francese che si legge tanti libri della letteratura cavalleresca. Diventa cavaliere o vorrebbe diventarlo, va in guerra, ma finisce in galera. Quando esce dal carcere deve ricostruire le case dei nobili che il popolo ha cacciato da Assisi e impara a fare il muratore. Così diventa il santo che impara a ricostruire la Chiesa di Dio in terra.
Ma perché Francesco affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo si potrebbe trovare oggi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche grande magazzino della logistica?
In scena ci sono Ascanio Celestini che racconta e Gianluca Casadei che suona. Rumba è la terza parte di una trilogia composta anche da Laika (2015) e Pueblo (2017). I due personaggi sono gli stessi in tutti e tre gli spettacoli, vivono in un condominio di qualche periferia e si raccontano quello che gli succede. Nella povera gente del loro quartiere riconoscono facce e destini analoghi a quelli degli ultimi che Francesco ha incontrato otto secoli fa.
Ascanio Celestini racconta il Francesco di oggi, che trova i propri personaggi in strada, tra le case popolari, tra coloro che, oggi come ieri, nessuno vede. Giobbe, magazziniere analfabeta che ha organizzato il magazzino senza nemmeno una parola scritta. Joseph, che è partito dal suo paese in Africa, ha attraversato il deserto, è stato schiavo in Libia e poi naufrago nel mare. Forse si è salvato, ma in Italia è finito in carcere. Appena uscito è stato un facchino, ma adesso è un barbone. Lo zingaro, che ha cominciato a fumare a otto anni e sta ancora lì che fuma, accanto alla fontanella, davanti al bar.