Del resto, se si parla di vuoti e di pieni, di nebbia e di indeterminazione, Rendering rappresenta un unicum, dal momento che si tratta di un lavoro di restauro che Luciano Berio ha effettuato sui frammenti che Franz Schubert ha lasciato di quella che avrebbe dovuto essere la sua Decima Sinfonia. Se è vero che, nella storia, alcuni musicologi hanno intrapreso il discutibile progetto di completare la scrittura di questo lavoro orchestrale, integrando i frammenti insieme e connettendoli scrivendo una texture musicale che ricordasse lo stile di Schubert, Luciano Berio, oltre alla splendida orchestrazione, ha effettuato un lavoro di restauro moderno (laddove la parola Rendering ha la doppia valenza, esignifica sia restauro che interpretazione): dove nella partitura schubertiana sussistono dei vuoti, quei vuoti permangono, ma vengono riempiti da Berio da un tessuto connettivo nel linguaggio che gli è proprio, certo rielaborando temi e motivi di Schubert, ma mantenendo il suo stile, con una calce sempre coerente ma originale e dalla personalità spiccata.