Sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023 il Teatro Menotti di Milano (via Ciro Menotti 11) celebra i 20 anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber o, meglio, i 53 anni dalla sua apparizione con il teatro canzone proponendo una Maratona Gaber, che prevede la messa in scena in un'unica giornata degli spettacoli Polli d'allevamento, Far finta di essere sani e Libertà obbligatoria.
Alle ore 18.00 di sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023 l'appuntamento è con Giulio Casale, che porta in scena Polli d'allevamento di Giorgio Gaber e Sandro Luporini.
Polli d’allevamento, rappresentato nel corso della stagione teatrale 1978/1979, è stato sicuramente uno dei più importanti spettacoli scritti e interpretati da Giorgio Gaber negli anni ’70 e chiude un decennio contrassegnato da eventi teatrali memorabili iniziati con Il Signor G e proseguiti poi con Dialogo tra un impegnato e un non so, Far finta di essere sani, Anche per oggi non si vola e Libertà obbligatoria. È proprio nel corso di quegli anni che Giorgio Gaber si afferma come protagonista assoluto del teatro italiano e al tempo stesso come riferimento critico ed illuminante per un’intera generazione che lo ha costantemente accompagnato nel corso del decennio.
Con Polli d’allevamento accade qualcosa di importante e di decisivo nel percorso critico e intellettuale di Giorgio Gaber e del suo co-autore Sandro Luporini. La polemica nei confronti di una razza alla quale si erano sentiti legati da un totale, per quanto critico, senso di appartenenza, arriva qui al suo massimo livello espressivo. E da quel noi attraverso il quale fino ad allora si erano espressi, gli autori passano ad un irrimediabile e definitivo io sempre più isolato, polemico e antagonista.
Il titolo stesso annuncia una presa di distanza da quel movimento giovanile che andava via via trasformandosi. Per le strade e nelle piazze non si parla quasi più della vita. Alcuni scelgono strade prettamente politiche, altri prendono posizioni di tipo misticheggiante. Quello che in Libertà obbligatoria era un sospetto di massificazione qui si trasforma da una parte in un velleitario intervento politico, dall’altra in uno scadimento inerte che assomiglia sempre più ad una moda.