Mentre a Milano sono in corso le mostre Vincent Van Gogh: pittore colto al Mudec e Van Gogh: The Immersive Experience negli spazi di Lampo Scalo Farini, lunedì 9 ottobre 2023 alle ore 20.45 al Teatro Manzoni (via Manzoni 42, Milano) va in scena lo spettacolo Gli ultimi giorni di Van Gogh: il diario ritrovato, scritto e diretto da Marco Goldin e tratto dal suo omonimo romanzo, con musiche di Franco Battiato.
Marco Goldin sale sul palcoscenico per raccontare, con la sua consueta affabulazione appassionata e coinvolgente, le ultime settimane della vita di Vincent Van Gogh. Nel libro alla base dello spettacolo egli immagina che Van Gogh avrebbe potuto tenere un diario proprio in quelle settimane finali e per questo gli presta la sua voce. Ovviamente mai staccandosi dai fatti realmente accaduti eppure dilatando molti vuoti e altrettanti silenzi del pittore. In quelle settimane conclusive l’artista olandese scrive tra l’altro un numero minore di lettere rispetto al solito e parla di meno della metà degli oltre settanta quadri che realizza. Il romanzo e lo spettacolo sono quindi un continuo gioco di specchi e di rimandi, tra i colori, le parole e i silenzi nei quali quasi si adagiano le musiche di Battiato.
Quel diario (un quaderno un po’ lacero, di pelle verde scura, con dei ricami dorati e il dorso nero) viene ritrovato casualmente da Arthur Gustave Ravoux, il titolare della locanda nella quale Van Gogh vive tra la fine di maggio e la fine di luglio del 1890. Mancano due settimane alla morte del pittore e Ravoux sale nella sua camera di sottotetto per rifargli il letto e trova il cassetto dello scrittoio appena accostato. Lo apre e scopre quel diario di cui nessuno conosceva l’esistenza, ma non lo dice nemmeno a Theo. Da questo espediente narrativo parte anche l’azione teatrale, nel parlare quasi tra sé e sé che Goldin fa come fosse colui che accompagna Van Gogh, e dunque osservandolo lo racconta.
Tutta la scenografia punta moltissimo su un effetto di stupefazione davanti alle immagini dei quadri, i loro particolari e anche fotografie d’epoca. Oltre a una nutrita e suggestiva parte filmica appositamente girata nei luoghi di Van Gogh in Provenza, tra Arles e la pianura della Crau, le amate Alpilles e l’istituto di cura per le malattie mentali di Saint-Rémy nel quale scelse di stare per un anno. Poi i campi di grano e le strade di Auvers-sur-Oise, la casa del dottor Gachet e il fiume. Non mancano gli ambienti dell’Auberge Ravoux, dove Van Gogh ha vissuto nelle settimane finali. Così come non mancano, nelle immagini appositamente girate per lo spettacolo, i ricordi dei luoghi olandesi, e segnatamente la regione del Brabante nella quale era nato.
Le musiche di Franco Battiato, eccezionalmente concesse per questa occasione, sono tratte per metà dal suo Gilgamesh, uscito giusto trent’anni fa, poi dal Telesio e da quell’album così particolare e nuovo che fu il Joe Patti’s experimental group. Sono inclusi anche due brani che per diversi motivi restano mitici all’interno della discografia di Battiato: Luna indiana, dall’album storico L’era del cinghiale bianco, porta sulla scena anche la suggestione, accennata nella parte finale del pezzo, della voce del compositore siciliano in mezzo ai campi di grano; e la parte strumentale - trascinante con la Royal Philharmonic Concert Orchestra - del suo vero e proprio testamento, Torneremo ancora. Nella regia, Marco Goldin ha abbinato questa traccia musicale a una delle scene più toccanti dell’intero spettacolo, quando Vincent, pochi giorni prima di morire, si rivolge direttamente al fratello Theo, quasi per un bilancio del loro rapporto.
Biglietti: prestige 31 euro; poltronissima 27 euro (ridotto 19 euro per under 26); poltrona 20 euro. Per info 02 7636901.