Lo spettatore è accolto da alcuni costumi indossati dal grande soprano custoditi nell’archivio storico del Teatro alla Scala, tra i quali spicca quello dipinto a mano da Salvatore Fiume per Medea nel 1953: un primo concreto segno della seduzione che la Callas eserciterà sul mondo dell’arte, della letteratura e del cinema. Due foto dell’artista allo specchio aprono e chiudono l’allestimento. All’interno del percorso espositivo l’immagine di Maria Callas esiste solo attraverso il filtro dell’interpretazione dei cinque artisti coinvolti. Infine, un documentario con la regia di Francesca Molteni e la curatela editoriale di Mattia Palma racconta i cinque progetti e il making of della mostra attraverso la voce di Giorgio Armani, Alvin Curran, Latifa Echakhch, Mario Martone e Francesco Vezzoli.
Sulla scia della mostra Maria Callas in scena: gli anni della Scala, curata da Margherita Palli negli spazi del Museo Teatrale alla Scala a cavallo tra il 2017 e il 2018, Fantasmagoria Callas si concentra sulla traccia che Maria Callas ha lasciato nell’immaginario degli artisti di oggi e rafforza il dialogo che l’istituzione da sempre nutre con l’arte, affidando a cinque dei suoi protagonisti l’omaggio a un’icona immortale come Maria Callas, interpretato attraverso i linguaggi del cinema, della moda, della musica e dell’arte contemporanea.
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