Argentina: quel che la notte racconta al giorno, mostra collettiva di arte contemporanea

Il titolo della mostra, omaggio al romanzo Lo Que La Noche Le Cuenta Al Dia dello scrittore argentino di origini italiane Héctor Bianciotti (1930-2012), rimanda alla dicotomia tra la notte e il giorno, l’inquietante e il luminoso, evocata anche nelle opere in mostra, metafora di una storia che il giorno non conosce e che la notte deve raccontare.

Tra le opere più rappresentative del concept espositivo c'è Ceremonia nacional (Cerimonia nazionale, 2016) di Adriana Bustos, una videoinstallazione che si compone di due proiezioni poste a confronto come in un dittico, entrambe dedicate a importanti eventi sportivi del Novecento promossi nell’ambito di contesti politici autoritari. Da un lato, un frammento del documentario Olympia, diretto da Leni Riefenstahl nel 1938, in occasione dei Giochi Olimpici di Berlino del 1936, inaugurati da Hitler. Dall’altro lato, Bustos seleziona un frammento della cerimonia di apertura, avvenuta alla presenza del generale Jorge Rafael Videla, dei Mondiali di calcio organizzati nel 1978 in Argentina durante la dittatura militare (1976-1983).

In mostra convivono alcune delle opere più significative della produzione contemporanea argentina realizzate in periodi di silenzio forzato - inteso come forma alternativa di denuncia - e altri lavori prodotti in momenti di effervescenza per il ritorno alla democrazia. Tra queste la scultura monumentale di Leòn Ferrari (1920-2013), La civilización occidental y cristiana (La civiltà occidentale e cristiana, 1965), ricostruzione di un aereo dell'aeronautica militare statunitense su cui è posizionato un Cristo crocifisso. Leone d’Oro alla Carriera nel 2007, León Ferrari è unanimemente considerato un maestro dell’arte contemporanea argentina, che ha dedicato tutta la sua vita, segnata anche dall’esilio durante la dittatura militare, alla difesa dei diritti umani. 

Nelle opere di Liliana Porter, altra figura di riferimento della scena argentina contemporanea, elementi antagonisti dialogano nello spazio e interagiscono in senso estetico, narrativo, storico, critico, temporale e umoristico. Nei due autoritratti esposti l’artista indaga il modo in cui rappresentiamo noi stessi, mentre nell’opera La Barrendera (La Spazzina, 2023) oggetti rotti come reminiscenze evocano il carattere non lineare del tempo e l'essenza anarchica.
 
Marta Minujín porta in mostra la documentazione del suo celebre El Partenón de libros (Il partenone dei libri, 1983), un’opera partecipativa, realizzata nel 1983 per festeggiare la riaffermazione della democrazia in Argentina: l'installazione è costituita da un’architettura in ferro che riproduce le forme del Partenone, ricoperta da 20.000 libri che erano stati proibiti durante la dittatura militare.

Per la prima volta in Italia è l’opera Fly with Pacha, Into the Aerocene (Volare con Pacha nell’Aerocene, 2017) di Tomás Saraceno, video che riprende il primo aeromobile alimentato unicamente dall’aria e dal sole alzarsi in volo sopra le Salinas Grandes: Pacha esprime la posizione ambientalista dell’artista in riferimento al conflitto locale causato dall’attività di estrazione del litio. Villar Rojas compone una natura morta nel freezer di un frigorifero domestico esposto con la porta aperta. La composizione, a causa del freddo e di fattori esterni, con il passare dei giorni subisce delle mutazioni: gli elementi che cambiano in modo irreversibile sono una metafora della precarietà della vita, nonché della dipendenza dai dispositivi elettronici.

Continua la lettura

oppure

vai alla pagina precedente

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Milano e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter