In occasione delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Pietro Vannucci, meglio conosciuto come Perugino, il Comune di Milano dedica al grande maestro il tradizionale appuntamento natalizio con l’arte a Palazzo Marino (piazza della Scala 2).
Dal 5 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024 è infatti esposta presso la Sala Alessi di Palazzo Marino una delle opere capitali di Perugino, il Battesimo di Cristo, già parte del polittico della chiesa di Sant’Agostino a Perugia, in un suggestivo percorso incentrato sulla complessa personalità del pittore e sulla tormentata storia della macchina d’altare. Come ogni anno la mostra è ad ingresso libero e gratuito tutti i giorni dal 5 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024 in orario 9.30-20.00 (tranne il 25 dicembre 2023, con orario ridotto 14.30-18.30), con ultimo ingresso alle ore 19.30: i visitatori sono ammessi in mostra in gruppi e accolti da storici dell’arte, coordinati da Civita, che fanno da guida nel percorso espositivo (per info 800 167619).
Realizzata durante la piena maturità di Perugino, nei primi anni del Cinquecento, il Battesimo di Cristo è una tavola di grandi dimensioni (265 x 147,5 cm), che era destinata a campeggiare al centro di un polittico, rivolta verso la navata e dunque verso l’assemblea dei fedeli. Intorno al dipinto, realizzato a tempera e a olio, si dispiegavano molti altri pannelli, con figure di santi e storie sacre chiamate a evidenziare la centralità della professione di fede nella vita del cristiano, che proprio con la purificazione del Battesimo ha il suo inizio. Grazie ad un’aggiornata interpretazione dei dati tecnici, storici e documentari, in occasione della mostra viene riprodotta integralmente, attraverso uno scenografico allestimento in digitale, l’originaria struttura del polittico. In questo modo, i visitatori possono ammirare non solo il capolavoro di Perugino dal vivo, ma anche la ricostruzione animata dell’intero polittico.
Il Battesimo di Cristo è un’opera fondamentale per comprendere il clamoroso successo riscosso da Pietro Vannucci a cavallo fra Quattro e Cinquecento, quando la sua cifra si erge a canone e diviene un modello imprescindibile per gli artisti di tutta Italia. Il dipinto racchiude infatti in sé gli elementi che avevano segnato la fortuna e la modernità del maestro: il paesaggio sembra materializzarsi dalla luce, ogni asperità si appiana nelle linee fluide che ammorbidiscono volti, anatomie, panneggi. Creature angeliche che sfuggono a ogni turbamento abitano un universo dai colori dolcissimi. Tutto è misura e ordine.
L’esecuzione della tavola si lega alla realizzazione del monumentale polittico voluto dai frati di Sant’Agostino a Perugia per l’altare maggiore della loro chiesa: una vicenda che scandisce con le sue tappe gli ultimi venti anni della lunga carriera del pittore. L’imponente struttura, composta da circa trenta pannelli distribuiti su due facce, orientate rispettivamente verso la navata e verso il coro dell’edificio, inizia negli anni di massima ascesa dell’astro del Perugino. Il contratto di commissione è sottoscritto nel 1502, ma già nel 1495 l’abile intagliatore Mattia di Tommaso da Reggio era stato incaricato di predisporre i supporti e la carpenteria. Il Battesimo viene dipinto dall’artista durante la prima fase dell’incarico, nel primo decennio del Cinquecento e di certo prima del 18 giugno 1512, data del secondo contratto sottoscritto con i frati per la realizzazione del complesso, nel quale il soggetto si dice già compiuto. Nel 1523, tuttavia, quando Pietro morì improvvisamente di peste, mentre affrescava una chiesa nel contado di Perugia, l’apparato decorativo non era ancora del tutto realizzato. Nel mezzo, polemiche con gli agostiniani e lunghe trattative, che l’avveduto artista - spesso sobillato da una mole di richieste superiore alla possibilità di esaudirle - gestiva come sempre alternando
promesse non mantenute, temporanee irreperibilità e momenti di intensa attività.
La mostra Perugino: il Battesimo di Cristo è curata da Marco Pierini, Veruska Picchiarelli e da Domenico Piraina, mentre l’organizzazione è affidata a Civita Mostre e Musei. Lo scenografico progetto allestitivo, curato dagli architetti Franco Achilli e Luigi Ciuffreda, è stato pensato per essere totalmente ecosostenibile e completamente riciclabile, dalle costruzioni ai rivestimenti, ed evoca la sacralità dell’acqua, simbolo per eccellenza della vita, della rinascita e della purificazione.
Promosso dal Comune di Milano, patrocinato dal Comitato Perugino 1523-2023, il progetto espositivo è ideato da Palazzo Reale in collaborazione con Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, l’Area Biblioteche e i Municipi. La collaborazione fra il capoluogo lombardo e la Galleria Nazionale dell’Umbria ha portato alla realizzazione di un altro grande progetto dedicato al Perugino: un generoso contributo del Comune di Milano ha permesso infatti il restauro di un altro capolavoro dell’artista conservato dal museo umbro, il Gonfalone della Giustizia.