Anche Medea, del resto, è in prima istanza una donna abbandonata. Ma la solitudine, nel caso di Callas e Pasolini, non è la conseguenza della fine di una storia d’amore: è una condizione che li connota, li convoca. Il segreto delle voci - così sottili, nella vita quotidiana, e acute, in entrambi i casi - e poi invece enormi, incommensurate: lei in scena, lui nella scrittura. Destinati entrambi a incarnare la tragedia, a replicarne gli archetipi, a morire a cinquant’anni (lui a 53, lei a 54, poco dopo di lui). A diventare simboli - dunque immortali - non solo del Novecento.
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