Prima della Scala 2023/2024: Don Carlo, trama dell'opera, foto delle prove e dove vederla

Primo atto, parte seconda - In un sito ridente alle porte del chiostro di San Giusto, le dame di corte attendono la regina,
mentre la principessa d’Eboli intona una canzone, accompagnata dal paggio Tebaldo. Al suo arrivo, Elisabetta incontra il marchese di Posa, dalle cui mani riceve una lettera inviatale dalla madre e nascostamente un biglietto in cui Carlo la prega di affidarsi a Rodrigo. Questi la invita a incontrare il figlio e a perorarne la causa presso il re. Eboli, a sua volta, crede di riconoscere nell’agitato stato d’animo di Carlo che ella segretamente ama una prova d’amore nei suoi confronti. Introdotto al cospetto della regina, il giovane chiede a Elisabetta di intercedere presso il re affinché gli conceda di partire per le Fiandre. Ben presto, però, il dialogo si muta in una dichiarazione d’amore, interrotta da Elisabetta che ricorda
a Carlo l’impossibilità di realizzare la loro unione. Il giovane si allontana disperato, mentre la regina rimasta sola implora l’aiuto divino. Sopraggiunge il re, che, trovata la consorte senza il seguito reale, bandisce la contessa d’Aremberg, rea di essersi allontanata dalla sovrana. La partenza della dama è salutata dalle dolci parole di Elisabetta. Filippo ingiunge al marchese di Posa di trattenersi con lui. Restati soli, Rodrigo narra al sovrano la triste condizione in cui versano le Fiandre e lo invita a concedere l’autonomia a quei territori. Il monarca non accoglie tale richiesta, ma - dopo avergli ricordato il terribile potere del Grande Inquisitore - rivela al marchese le proprie pene: egli è conscio del sentimento che lega Carlo a Elisabetta e incarica Rodrigo di sorvegliare la giovane coppia. Il marchese accoglie con gioia la proposta del re che lo congeda, dopo averlo messo nuovamente in guardia contro il Grande Inquisitore.

Secondo atto, parte prima - Al ballo della regina a Madrid, l’affaticata Elisabetta chiede a Eboli di prendere il suo posto, indossando il suo manto, i gioielli e la maschera. Eboli, travestita da regina, consegna a un paggio un biglietto galante per Carlo. Carlo, ingannato dal biglietto che lo invita a un appuntamento notturno, si prepara a un convegno amoroso con Elisabetta. Appare, invece - con il volto velato - la principessa d’Eboli, alla quale egli dichiara il proprio amore. Quando il giovane si accorge dell’equivoco, non riesce, tuttavia, a celare un moto di stupore. Eboli comprende, allora, il segreto rapporto che lega Carlo alla regina e folle di gelosia giura di vendicarsi. A nulla vale l’intervento di Rodrigo che cerca
di giustificare l’amico e minaccia di morte Eboli per imporle il silenzio. Il marchese di Posa invita, quindi, Carlo a consegnargli i documenti provenienti dalle Fiandre, che tiene presso di sé.

Secondo atto, parte seconda - In una gran piazza innanzi Nostra Donna d’Atocha il popolo canta la propria gioia, mentre
i frati conducono al rogo i condannati dal Santo Uffizio. Dopo l’ingresso della corte, un gruppo di fiamminghi guidati da Carlo si getta ai piedi del sovrano, invocando giustizia per la propria patria. Filippo rifiuta di ascoltarli e dà ordine di allontanare i ribelli. Carlo, allora, dopo avere vanamente richiesto al padre il permesso di recarsi nelle Fiandre, sguainando la spada si schiera al fianco del popolo fiammingo. Il sovrano risponde all’affronto ordinando di disarmare il figlio, che nessuno osa avvicinare. Solo l’intervento di Rodrigo evita lo scontro diretto: egli toglie la spada all’infante e la porge al re. Il corteo riprende il suo cammino per assistere al supplizio degli eretici, mentre una voce dal cielo invoca la pace eterna.

Terzo atto, parte prima - Filippo medita sulle difficoltà della vita di un sovrano. Egli richiede una punizione per il figlio al Grande Inquisitore che, a sua volta, propone la condanna di Rodrigo, colpevole della ribellione di Carlo. Ma il sovrano si oppone a tale risoluzione e dopo un duro scontro resta nuovamente solo. Giunge Elisabetta, che denuncia la scomparsa di uno scrigno - consegnato, a sua insaputa, dalla principessa d’Eboli al re - dove è custodito un ritratto di Carlo. Invano la regina proclama la propria onestà allo sposo che la accusa di adulterio. Sopraggiungono Eboli, lacerata dai rimorsi, e Rodrigo, che comprende di poter salvare Carlo solo sacrificando la propria vita. La principessa confessa le proprie colpe
alla regina che le ordina di lasciare la corte. Eboli deplora gli effetti della sua bellezza e si ripromette di salvare Carlo dal pericolo che lo minaccia.

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