Tra parentesi: la vera storia di un'impensabile liberazione, di e con Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua

© Fabrizio Caperchi
Teatro della Cooperativa Cerca sulla mappa
DA Lunedì11Marzo2024
A Mercoledì13Marzo2024

Da lunedì 11 a mercoledì 13 marzo 2024 alle 20.00 il Teatro della Cooperativa di Milano (via privata Hermada 8) ospita lo spettacolo Tra parentesi: la vera storia di un'impensabile liberazione, di e con Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua, per la regia di Erika Rossi (produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia).

Gorizia, 16 novembre 1961. Un medico di 37 anni entra nel manicomio di Gorizia. Ci sono viali alberati, muri, reparti, e porte chiuse. Lui si chiama Franco Basaglia: sarà il nuovo direttore. Quello che vede lo disorienta e lo sconcerta. Di fronte a tanta violenza vorrebbe scappare via. Per restare, non può che scommettere il suo potere di direttore per cambiare ogni cosa.

Roma, maggio 1978. In un’Italia ancora scossa per l’assassinio del presidente Aldo Moro, il Parlamento approva la legge 180. Si tratta dell’atto di nascita della riforma psichiatrica, che ridisegna lo statuto giuridico dei malati di mente e stabilisce la chiusura degli ospedali psichiatrici. La riforma rappresenta un punto di arrivo di un ampio movimento sociale, formato in larga misura da operatori, che da alcuni anni si battono per la chiusura dei manicomi. Leader di questo movimento è Franco Basaglia.

Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua raccontano un po’ di questa storia e dei suoi mille intrecci e delle tante storie minime di uomini e di donne che l’internamento hanno vissuto. Una storia che non è finita, che non potrà mai finire. Lo fanno dialogando, per l’idea (basagliana?) che si riesca a dire qualcosa di più quando c’è un incontro, uno scambio, una narrazione. Questi due matti decidono di esporsi e mettere in campo la loro storia, la loro esperienza, tentando di colmare il vuoto di memoria che nel corso degli ultimi decenni si è creato intorno al cambiamento più radicale che si è realizzato nel nostro paese. Oggi benché l’esperienza italiana abbia influenzato le culture in ogni angolo del mondo, le politiche della salute mentale vivono un calo di investimenti di risorse e di interesse.

Il manicomio si ricompone nelle diagnosi, nei luoghi angusti della cura, nell’abbandono, nella restrizione delle libertà e dei diritti che proprio la legge aveva posto come premessa per accogliere e trattenere nelle relazioni le persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale. Più che un compleanno per ricordare è un compleanno per conoscere: la conoscenza di quanto è accaduto e di quanto può (e deve) ancora accadere.

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