Il percorso espositivo presenta poi i metallari del Botswana, un progetto del 2012, nel momento in cui il movimento afrometal era al suo culmine. Ospite di un gruppo heavy metal, creato dai nipoti di uno psicologo italianoche aveva realizzato il principale ospedale per malattie mentali del paese, Tamagni immortalò anche la vita quotidiana degli artisti. Attraverso il suo sguardo ne risalta lo stile, gli accessori e gli strumenti, conducendo verso un immaginario dark africano e facendo dimenticare solo per un momento i colori sgargianti dei sapeurs.
La sinfonia di tessuti variopinti di ritrova nei costumi tradizionali delle lottatrici boliviane, progetto premiato dal World Press Photo. Le cholitas boliviane riconosciute dalla pollera, la particolare gonna che indossano, sfidano la prospettiva tradizionale della divisione dei ruoli di genere portando avanti, anche attraverso il wrestling, forme concrete e positive di emancipazione femminile a livello sociale e politico. E, ancora, fotografia di strada con protagoniste le giovani crew urbane di Johannesburg originate in un contesto politico fortemente repressivo, laddove la moda, ancora una volta, offre una forma di riposizionamento identitario, di appartenenza in una società re-immaginata e libera.
Con le sue fotografie di Joburg Style Battles del 2012 Daniele Tamagni ha avviato delle conversazioni fotografiche, degli esercizi di arte collaborativa in cui rappresenta una scena variegata e vitale tra stile e performance, popolata da dance crews come i Vintage, e sottoculture come gli Smarteez. Il fotografo è riuscito a documentare questo mosaico di storie, stili e persone in cui la moda è strumento per esprimere e rappresentare una libertà duramente conquistata.
oppure