Pirandello: lo scrittore e il suo doppio, mostra

La svolta è tutt’altro che precoce: inizia nel secondo decennio del Novecento, quando Pirandello aveva già più di 50 anni, grazie al dirompente successo dei Sei personaggi in cerca d’autore che lo consacrò nel 1921 come autore di fama non solo italiana ma anche internazionale. La sezione, infatti, è colma di edizioni straniere, francesi, tedesche e spagnole, ma tutte successive agli anni ‘20, con qualche rara eccezione di traduzione delle novelle. I Sei personaggi, fisicamente rappresentati intagliati nel legno a grandezza naturale, sono anche un grande successo editoriale, testimoniato dalle edizioni in mostra: ben cinque nei sette anni tra il 1921 e il 1928. I Sei personaggi girano il mondo e sono il primo testo con il quale Pirandello riesce veramente ad entrare in sintoniacon il pubblico. L’idea di superare il dramma borghese attraverso la messa in scena di un vero eproprio teatro nel teatro è un elemento di grande novità che riesce a catturare fin da subito le attenzioni di tutti.

Nella stessa sezione è anche presente materiale come la copertina che la Domenica del Corriere dedicò a Ruggero Ruggeri nei panni di Enrico IV dopo la morte dell’attore nel 1953, testimonianza di un altro grande successo teatrale, così come i libretti del programma di sala di Così è (se vi pare) diretto da Franco Zeffirelli e dei Giganti della montagna e Come tu mi vuoi per la direzione di Giorgio Strehler. Quest’ultimo testo, mutuato dal famoso caso giudiziario e mediatico dello smemorato di Collegno che, tornato dalla guerra, non sapeva più chi era trovandosi conteso da due famiglie, divenne anche un film con Greta Garbo e perfino una linea di profumi pubblicizzata proprio dalla diva: anche di questo aspetto viene dato conto in mostra, per spaziare in ogni derivato della cultura, anche quelli più pop. 

Più che mettere in rassegna i successi di Pirandello uno dopo l’altro, la mostra evidenzia i numerosi temi in cui lo scrittore si è contraddetto in maniera a volte anche clamorosa. È certo incomprensibile l’adesione al fascismo nel 1924, incoerente con tutto lo sviluppo della sua opera. D’altronde Pirandello è stato il teorico della scissione tra l’identità intima degli individui e la loro immagine esterna, sempre coperta da maschere. Questo tema attraversa tutto il teatro ma anche la narrativa, della quale la mostra dà conto nella seconda sezione dedicata al prosatore.

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