Il pezzo forte della sezione è la prestigiosa Nuova Antologia dove nel 1904 apparve per la prima volta Il fu Mattia Pascal, il romanzo senza dubbio più noto di Pirandello. Esposta tra le tante edizioni anche una curiosa copia dedicata ad una certa signora Maria Pascal, proprio come il cognome del protagonista. Tra il materiale relativo al Pirandello prosatore, compare poi la prima edizione del 1926 di un altro dei suoi testi sacri, Uno, nessuno e centomila, ancora tra i più ristampati, letti, dibattuti. Celeberrimo l’incipit: un’osservazione banale della moglie sul naso del protagonista scatena una serie di riflessioni sull'identità e la sua percezione presso gli altri. Come in moltissimi casi, il titolo è indicativo: se il protagonista è uno, le percezioni degli altri sono infinite. Per sfuggire a questa confusione occorre trasformarsi in nessuno, diventando albero, nuvola, domani libro o vento.
Queste contraddizioni emergono anche nei rapporti con il cinema, enorme file aperto da un altro romanzo, i Quaderni di Serafino Gubbio operatore, inizialmente pubblicato nel 1916 col titolo Si gira... e successivamente riveduto col nuovo titolo nel 1925, che offre un quadro piuttosto buio del mondo del cinema, visto come negativo e privo di valori. D'altro canto per tutta la vita Pirandello cercò di favorire la trasformazione in film di molte sue opere: il soggetto del primo film sonoro prodotto in Italia, La canzone dell’amore, è tratto da una sua novella (in mostra c'è lo spartito della colonna sonora) e anche altre tra le novelle più note, La giara e La patente, ebbero una trasposizione cinematografica: in esposizione, oltre ai testi in prima edizione, anche le locandine cinematografiche.
Poi c’è la Sicilia. In primo piano o sullo sfondo ma costantemente presente nel lavoro dello scrittore, è una delle tematiche che riecheggia in tutta la mostra e che ben si può osservare anche grazie ad un altro scrittore siciliano, Leonardo Sciascia, che, come tutti i letterati di quella terra, ebbe con Pirandello un fortissimo legame. Tra le tante attenzioni che Sciascia ha dedicato allo scrittore di Agrigento, c’è in mostra un divulgativo vocabolario pirandelliano del 1986, Pirandello dalla A alla Z, che ne racchiude le parole e le espressioni più caratterizzanti in ordine alfabetico.
oppure