Tornando al 2024 e cambiando media espressivo, da febbraio il Mudec propone un nuovo appuntamento, in collaborazione con Magnum Photo, con la fotografia di reportage e documentaria di Martin Parr (Martin Parr: Short & Sweet, dal 10 febbraio al 30 giugno 2024): in mostra oltre 200 scatti del grande fotografo inglese, che ha scandagliato la società contemporanea e le sue pieghe più contraddittorie, senza filtri e fuori da ogni retorica.
La grande fotografia contemporanea è protagonista anche a Palazzo Reale dove viene allestito il grande progetto espositivo dedicato a Ugo Mulas (Ugo Mulas: l'operazione fotografica, dal 3 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025): la mostra segue tutte le tappe della carriera del fotografo, dagli esordi nella Milano del Bar Jamaica alla Biennale d’Arte di Venezia, alle esperienze con il design, la moda, il teatro.
L’arte contemporanea trova come sempre il suo luogo d’elezione al Pac - Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, che prosegue l’indagine sui grandi nomi della scena internazionale con la prima retrospettiva europea dell’artista afro-americana Adrian Piper (Adrian Piper: Race Traitor, dal 20 marzo al 9 giugno 2024). Con prestiti dai più importanti musei internazionali tra i quali il MoMa e il Guggenheim di New York e la Tate Modern di Londra, la mostra ripercorre oltre 60 anni di carriera dell’artista e racconta la sua lotta permanente contro il razzismo, la misoginia, la xenofobia, l’odio e l’ingiustizia sociale.
A seguire, il Pac propone un progetto espositivo, coprodotto con il Kunstmuseum Liechtenstein e in collaborazione con Magazzino Italian Art di New York, con protagonista Liliana Moro (Liliana Moro, da giugno a settembre 2024) e un progetto dedicato a Milano che ripercorre l’intera produzione di Marcello Maloberti (Marcello Maloberti, da novembre 2024 a febbraio 2025). Sempre al Pac è successivamente in programma la mostra di Shirin Neshat, prima ampia personale in Italia dell'artista iraniana che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura, attraverso la lente delle sue esperienze di appartenenza e di esilio (Shirin Neshat, da marzo a giugno 2025).
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