Tra i lavori esposti, spicca la cassa del 1976 che anticipa il ciclo dell’Antropologia riseppellita, presentato nel 1977 a Documenta. Si passa poi agli anni Ottanta, decennio durante il quale la creatività dell’artista percorre diverse direzioni, pur nella coerenza. Il ritorno alla pittura e al disegno assume forme del tutto peculiari, mentre gli assemblaggi coniugano la ricerca sulla cultura rurale e quella sul continente africano. Le opere degli anni Novanta dimostrano ulteriori evoluzioni e rinnovata vitalità, con la sperimentazione di nuovi materiali e iconografie. Appartiene a questa fase anche un inedito, il Mappamondo che fu esposto solo in forma privata nell’ambito del G8 di Genova del 2001. La mostra si completa con l’importante opera La pietra e il corno (1976-77) collocata negli spazi del Museo San Fedele, al quale viene donata in occasione della mostra.
Claudio Costa nasce nel 1942 a Tirana ma cresce in Liguria, che diventerà la sua terra d’adozione per tutta la vita fino alla scomparsa avvenuta nel 1995 a Genova. La sua biografia è però costellata da numerose e fondamentali esperienze all’estero, dal periodo parigino che lo vede coinvolto nel Maggio francese fino ai viaggi in Africa negli anni Ottanta e Novanta. La fondazione del Museo attivo di antropologia, nel 1975 a Monteghirfo, rimane tra i passaggi fondamentali del suo percorso.
L'inaugurazione è fissata per le ore 18.00 di giovedì 25 gennaio. La mostra è visitabile fino a sabato 2 marzo in orario 14.00-18.00 dal martedì al sabato (chiuso lunedì e festivi). Per info 02 863521.