Sullo stesso registro si mantiene l’installazione Common Sense :oltre 200 fotografie in formato A3, selezionate tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999 che offrono uno studio ravvicinato del consumo di massa e della cultura dello spreco, in particolare occidentale ed europea. Combinando tutti gli elementi che avevano caratterizzato la fotografia di Parr negli anni '70 e '80, la serie dà seguito all'ossessiva ricerca visiva dell’artista di tuttociò che è volgare, stonato, assurdo. Quando viene presentato in mostra, Common Sense viene installato come un’ampia e compatta serie di immagini dai colori vivaci tra loro accostate, stampate a buon mercato con l’utilizzo di una macchina Xerox a colori. La mostra fu allestita contemporaneamente in 41 sedi in 17 paesi, conquistando così il Guinness World Record. Parr eccelle qui nella resa di soggetti legati spesso al cattivo gusto e alla volgarità contemporanea, che coglie con un cinismo di fondo e un sarcasmo senza precedenti. Gli scatti e le composizioni dinamiche, fatte di accostamenti audaci, di oggetti pesantemente kitsch, vengono riprese da angoli insoliti, con inquadrature ravvicinate e utilizzando prospettive inedite, creando così scatti che catturano l'attenzione e suscitano interesse. Fondamentale diventa l’attenzione al dettaglio, attraverso il quale Parr riesce a cogliere glielementi distintivi di un luogo o di una situazione, e quindi in ultima analisi della cultura e della società che egli si trova a descrivere.
Negli anni '90 lo sguardo di Martin Parr si rivolge al resto del mondo e allo strano universo del turismo di massa. La serie Small World include immagini scattate tra il 1989 e il 2008 e riguarda ancora una volta questo tema e la volontà di Parr di condurre il pubblico in molti tra i siti più frequentati e famosi, mostrando la differenzatra la mitologia idealizzata del luogo e la realtà depredata dall’uso che il turista fa del luogo stesso. In questa serie, il fotografo segue le orme del turista medio e, attraverso le sue fotografie, tenta di rivelare la grande farsa del viaggio, ch eè, per la maggior parte delle persone, un'attività di svago resa possibile solo di recente, in seguito allo sviluppo degli aerei di grandi dimensioni e delle compagnie aeree a basso costo. Con il turismo Martin Parr presenta uno specchio particolarmente crudele, standardizzato fino all'assurdo: il mondo del turismo assomiglia sempre più a un sogno annacquato e omogeneizzato, il cui modello ultimo sarebbe Las Vegas.
Insieme al turismo c’è poi il tema del ballo con la serie Everybody Dance Now. Secondo Martin Parr, a parte la fotografia, la danza è probabilmente la forma di espressione più democratica. Unisce le due arti in questa ricerca nella quale, da San Paolo in Brasile alle isole scozzesi, ha fotografato per oltre trent’anni, tra il 1986 e il 2018, svariati tipi di ballo, ballerini vivaci, lezioni di aerobica, feste in ogni parte del mondo, danze del tè. Il lavoro è uno studio puntuale sui corpi, sulle loro proporzioni e sulla pelle, sui movimenti, i diversi abiti, le calzature, i make-up, le espressioni dei volti in quella particolare attività del tempo libero, insieme naturale e culturale, che per tutti è il ballo. Emerge dai suoi scatti una folle energia, dove il corpo collettivo si manifesta senza riserve e pudori.
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