Il rapporto tra Peter Hince e i quattro musicisti era di totale «fiducia e rispetto», per cui le immagini in mostra costituiscono realmente un accesso privilegiato e in gran parte inedito al mondo dei Queen: «eravamo davvero una grande famiglia», ricorda. Innumerevoli i momenti salienti della carriera della band immortalati da Ratty ed esposti in mostra: le riprese del videoclip di We Will Rock You, ad esempio, girato in mezzo alla neve nel giardino di Roger Taylor nel 1977 («quel giorno si gelava e dovetti prestare a Freddie prima i miei guanti gialli da roadie e poi anche i miei occhiali, visto che voleva nascondere gli occhi segnati dal cognac che continuava a bere per riscaldarsi»); oppure lo storico tour in Argentina e Brasile del 1981 («i Queen sono stati la prima band occidentale a suonare negli stadi del Sud America e allora il clima era a dir poco pericoloso e terrificante [in entrambi i paesi in quel periodo vigeva la dittatura, ndr]»); o ancora il backstage dell'iconico videoclip di I want to break free del 1984 («dove i Queen erano ironicamente travestiti dalle protagoniste della soap opera britannica Coronation Street e che costò loro la censura negli Stati Uniti»).
Dopo il 1986 Peter Hince lasciò i Queen per intraprendere la carriera di fotografo pubblicitario, sebbene a volte - in occasioni meno frequenti e più ufficiali - continuò a fotografarli per immagini destinate a poster e materiale promozionale: è il caso, nel 1987, del progetto solista di Freddie Mercury The Great Pretender, documentato in mostra da alcune immagini di backstage del videoclip (tra cui una in cui si sta rasando i famosi baffi). A tre anni dopo risale invece il suo ultimo incontro con il cantante: «ricordo ancora bene l'ultima volta che vidi Freddie Mercury», racconta Ratty, «era un anno prima della sua morte in un club di Soho, a Londra, in occasione del party per i 20 anni dei Queen a cui ero stato invitato. Mi vide da lontano, mi raggiunse e mi abbracciò forte».
Se oggi i Queen esistessero ancora cosa farebbero? «Sicuramente come gruppo avrebbero continuato a fare musica insieme, ma non sul palco: superati i 40 anni Freddie si era stancato di fare concerti. Magari a lui, oltre a scrivere canzoni, sarebbe piaciuto occuparsi di musical o di teatro: avrebbe comunque continuato a dare ampio sfogo alla sua creatività. A Freddie penso ogni giorno, è stato di grande ispirazione per la mia vita e per il mio lavoro: era estremamente professionale, ma anche divertente, generoso, con un grande senso dell'umorismo. E poi nel privato era timido e riservato, molto diverso da come appariva sul palco: era un uomo come tutti, a cui ogni tanto il suo personaggio andava stretto. A volte entrava in studio e diceva Oggi non voglio essere Freddie Mercury».
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