La seconda funzione è connessa agli archivi, alla biblioteca e alle collezioni: un patrimonio multidisciplinare - dal design all’arte, dall’architettura al teatro, dalla grafica alla fotografia e all’audiovisivo - unico nel settore che comprende più di 300.000 tra opere, oggetti, disegni, progetti, fotografie, corrispondenze, libri. I materiali d’archivio e le collezioni vengono esposti per la prima volta nella loro complessità a rotazione e aperti alla consultazione. Gli archivi conservano materiali relativi alle Esposizioni Internazionali e all’attività della Triennale dal 1923 a oggi, tra documenti, raccolte di rassegne stampa, fondi di manifesti, disegni e planimetrie, modelli architettonici, materiali sul teatro, oltre 30.000 fotografie e più di 2.000 film e registrazioni audio. Il sistema delle collezioni di Triennale è costituito dalla collezione del design italiano, la collezione Giovanni Sacchi e la collezione opere d’arte, con i fondi monografici di designer e progettisti tra cui Alessandro Mendini, Cinzia Ruggeri, Ettore Sottsass, Nanni Strada e Saul Steinberg. La biblioteca comprende un’ampia selezione di titoli italiani e internazionali - oltre 22.000 libri e 800 testate di periodici - a disposizione di ricercatori e appassionati, a libera consultazione o su prenotazione.
Cuore è anche una piattaforma di valorizzazione e divulgazione, che nel corso dell’anno ospita diversi fondi e archivi di enti pubblici e privati, sviluppando percorsi tematici di approfondimento. Questa terza funzione intende far convergere attorno alla Triennale una rete di realtà che collaborino alle attività di conservazione, promozione e studio di patrimoni archivistici.
L’intero progetto segue principi di sostenibilità e riciclo, nell’ottica di un minor impatto ambientale. Il materiale utilizzato per l’allestimento è legno rigenerato e il sistema di illuminazione porta a un’importante riduzione di consumo di energia. Nell’edificio, i serramenti limitano la dispersione termica e gli impianti sono volti all’efficientamento energetico. Il progetto architettonico ha prestato particolare attenzione alla valorizzazione dello spazio con il recupero del punto di fuga prospettico che, dall’atrio del Palazzo, permette allo sguardo di raggiungere la grande scala elicoidale progettata da Giovanni Muzio. L’intervento ha inoltre visto la riqualificazione degli elementi impiantistici, il rifacimento degli infissi e la chiusura superiore orizzontale con pannelli in vetrocemento che, oscurati da decenni, tornano ad essere una sorgente di luce zenitale.