Milano, 21/02/2024.
Picasso: la metamorfosi della figura. È aperta dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 al Mudec - Museo delle Culture di Milano la mostra che indaga il rapporto tra Pablo Picasso e l’arte primitiva. Evento conclusivo delle celebrazioni del 50° anniversario della morte dell’iconico pittore spagnolo, Picasso: la metamorfosi della figura è curata da Malén Gual e Ricardo Ostalé e pone una riflessione diversa dal solito, quella di osservare la ricchissima produzione di Picasso (dalle opere giovanili fino alle più tarde) alla luce del suo amore per le fonti artistiche primigenie, ossia per l’arte primitiva.
Proprio quando parliamo di arte primitiva secondo Picasso, non possiamo fare riferimento a un prima e a un dopo: per lui l’arte è un tutto senza tempo. «Non c’è né passato né futuro nell’arte», ha affermato a più riprese: «se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non ha significato».
Il progetto è anche un’occasione unica per rivedere ospitata al Mudec, dopo anni, la Femme nue del Museo del Novecento di Milano: dipinto che fu il fondamentale e immediato preludio al capolavoro senza tempo Les demoiselles d’Avignon. Ecco quindi che la mostra, pensata appositamente per essere ospitata nel cuore del museo che più di tutti a Milano racconta le culture del mondo, rimanda continuamente al dialogo tra l’arte diPicasso e il primitivismo: nelle sale che accompagnano lo spettatore si alternano disegni preparatori e ritratti di donne, a esempi neolitici e proto-iberici, antichi egizi e i classici greci (vasi a figure nere).
Primitivo come spunto non solo per ribadire l’origine della propria arte, ma anche per traslarla al presente, fornendo una chiave di lettura dell’evoluzione della pittura contemporanea e delle nuove generazioni di artisti africani che si sono ritrovati a confrontarsi con il genio spagnolo. Uno su tutti Chéri Samba, con il suo iconico Quand il n’y avait plus rien d’autre que… L’Afrique restaiune pensée (1997).
Il progetto espositivo si dipana in sei sezioni, seguendo il fil rouge della ricerca e dello studio della forma. La prima sezione introduce una selezione di opere realizzate da Picasso nel 1906 sotto l’influenza dell’arte dell’antico Egitto e delle sculture iberiche, assieme a idoli iberici da lui stesso collezionati (tra questi una scultura Hemba). La seconda ospita invece 26 disegni del quaderno n.7 di Les Demoiselles d’Avignon e il celebre dipinto Femme nue: intuitivamente, questa sezione percorre il passaggio di Picasso al Cubismo, con una tendenza alla geometrizzazione delle forme.
In una terza sezione vengono esposte alcune figure dal 1908 al 1917, tra cui una scultura tribale (Chamba) che va a mostrare in maniera diretta la connessione con il Cubismo e con le opere cubiste di Picasso. Una quarta sezione, intitolata Dagli anni ’20 alla Seconda Guerra Mondiale, svela in maniera esplicita la permanenza nell’opera di Picasso degli stilemi formali ereditati dall’arte dei popoli africani, merito anche della scultura Igbo Alusi, che dialoga con la scultura di Picasso che introduce questa sezione.
La quinta sezione incarna il titolo dell’esposizione e va a rappresentare la metamorfosi della figura, termine coniato dallo stesso Picasso per raccontare tutte le rappresentazioni di forme morbide o tettoniche, biomorfe o massicce, organiche e casuali, non imitative e decisamente lontane dall’illusione e dalla rappresentazione mimetica. Infine, in una sesta sezione, l’omaggio arriva direttamente da artisti africani contemporanei che hanno riconosciuto l’importanza dell’artista spagnolo per la loro arte. Romual Hazoumé, Gonçalo Mabunda e Cheri Samba sono tre tra gli artisti che più di tutti hanno dimostrato il riconoscimento di Picasso come il principale interprete dei fondamenti espressivi del continente africano.
Prodotta da 24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore e promossa dal Comune di Milano (Cultura), con Fondazione Deloitte come Institutional Partner, la mostra vede il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia e dell’Istituto Cervantes di Milano. Picasso: la metamorfosi della figura è visitabile al Mudec - Museo delle Culture di Milano dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 nei seguenti orari di apertura: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30. Sono previste aperture straordinarie nei seguenti giorni: domenica 31 marzo e lunedì primo aprile (Pasqua e Lunedì dell'Angelo) 9.30-19.30; giovedì 25 aprile (Anniversario della Liberazione) 9.30-22.30; mercoledì primo maggio (Festa del Lavoro) 9.30-19.30; domenica 2 giugno 2024 (Festa nazionale della Repubblica) 9.30-19.30. La biglietteria chiude sempre un’ora prima dell'orario di chiusura.
Questi i prezzi dei biglietti: intero 16 euro (open 20 euro, acquistabile almeno il giorno prima dell'utilizzo e valido fino a domenica 23 giugno 2024); ridotto 14 euro per bambini e ragazzi dai 6 ai 26 anni, over 65, persone con disabilità (Legge 104) e gruppi da 15 a 25 persone (open 18 euro, valido fino a domenica 23 giugno 2024); ridotto 10 euro tutti i martedì (esclusi festivi) per studenti universitari muniti di tesserino senza limiti di età; ingresso gratuito per bambini minori di 6 anni. Sono inoltre disponibili biglietti famiglia (da 2 a 5 persone) ai seguenti prezzi: 1 o 2 adulti 14 euro; primo e secondo figlio (da 6 a 13 anni) 10 euro; primo e secondo figlio (da 14 a 26 anni) 14 euro; omaggio terzo figlio (da 6 a 13 anni). Per info 02 54917.