Quando Amalia Ercoli-Finzi, ingegnera nonché professoressa di Ingegneria Spaziale presso il Politecnico di Milano, chiede quanto peso abbia avuto per lei la sua formazione, Samantha risponde pronta: «non sarei stata capace di sostenere il peso dello spazio se non avessi avuto l’addestramento adatto presso l’Aeronautica Militare, ma di sicuro è stato ancor più fondamentale la mia formazione di ingegnera che mi permette di avere intuizioni rapide e di interagire con realtà molto complesse».
Verso la fine, dalle retrovie, qualcuno le domanda cosa si aspettasse dallo spazio, quali fossero le sue aspettative e i suoi sentimenti. «Avevo il dovere di avere colloqui bisettimanali con degli psicologi mentre ero a bordo. Anche quando atterrai di nuovo sulla Terra, la psicologa con cui ebbi il colloquio mi fece la stessa domanda. Le dissi che non mi aspettavo nulla di incredibile: quello che so lo so, quel che non so lo scoprirò».
Di Lorenzo Barberis