Milano, 22/02/2024.
Dal 23 febbraio al 2 giugno 2024 gli spazi espositivi di Palazzo Reale a Milano (piazza del Duomo 12) ospitano la grande mostra Brassaï: l’occhio di Parigi, promossa da Comune di Milano (Cultura) e prodotta da Palazzo Reale e Silvana Editoriale, realizzata in collaborazione con l’Estate Brassaï Succession. La retrospettiva è curata da Philippe Ribeyrolles, studioso e nipote del fotografo che detiene un’inestimabile collezione di stampe di Brassaï e un’estesa documentazione relativa al suo lavoro di artista.
La mostra presenta più di 200 foto d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo, per un approfondito e inedito sguardo sull’opera di Brassaï, con particolare attenzione alle celebri immagini dedicate alla capitale francese e alla sua vita. Le sue fotografie dedicate alla vita della Ville Lumière - dai quartieri operai ai grandi monumenti simbolo, dalla moda ai ritratti degli amici artisti, fino ai graffiti e alla vita notturna - sono oggi immagini iconiche che nell’immaginario collettivo identificano immediatamente il volto di Parigi.
Ungherese di nascita - il suo vero nome è Gyula Halász, sostituito dallo pseudonimo Brassaï in onore di Brassó, la sua città natale - ma parigino d’adozione, Brassaï è stato uno dei protagonisti della fotografia del XX secolo, definito dall’amico Henry Miller l’occhio vivo della fotografia. In stretta relazione con artisti quali Picasso, Dalí e Matisse, e vicino al movimento surrealista, a partire dal 1924 fu partecipe del grande fermento culturale che investì Parigi in quegli anni.
Brassaï è stato tra i primi fotografi in grado di catturare l’atmosfera notturna della Parigi dell’epoca e il suo popolo: lavoratori, prostitute, clochard, artisti, girovaghi solitari. Nelle sue passeggiate, il fotografo non si limitava alla rappresentazione del paesaggio o alle vedute architettoniche, ma si avventurava anche in spazi interni più intimi e confinati, dove la società si incontrava e si divertiva. È del 1933 il suo volume Paris de Nuit, un’opera fondamentale nella storia della fotografia francese. Le sue fotografie furono anche pubblicate sulla rivista surrealista Minotaure, di cui Brassaï divenne collaboratore e attraverso la quale conobbe scrittori e poeti surrealisti come Breton, Éluard, Desnos, Benjamin Péret e Man Ray.
«Esporre oggi Brassaï significa rivisitare quest’opera meravigliosa in ogni senso, fare il punto sulla diversità dei soggetti affrontati, mescolando approcci artistici e documentaristici», afferma il curatore della mostra Philippe Ribeyrolles: «significa immergersi nell’atmosfera di Montparnasse, dove tra le due guerre si incontravano numerosi artisti e scrittori, molti dei quali provenienti dall’Europa dell’Est, come il suo connazionale André Kertész. Quest’ultimo esercitò una notevole influenza sui fotografi che lo circondavano, tra cui lo stesso Brassaï e Robert Doisneau».
Brassaï appartiene a quella scuola francese di fotografia definita umanista, per la presenza essenziale di donne, uomini e bambini all’interno dei suoi scatti, sebbene riassumere il suo lavoro solo sotto questo aspetto sarebbe riduttivo. Oltre alla fotografia di soggetto, la sua esplorazione dei muri di Parigi e dei loro innumerevoli graffiti testimonia il legame di Brassaï con le arti marginali e l’art brut di Jean Dubuffet. Nel corso della sua carriera il suo originale lavoro venne notato da Edward Steichen, che lo invitò a esporre al MoMa di New York nel 1956: la mostra Language 3 of the Wall. Parisian Graffiti Photographed by Brassaï riscosse un enorme successo.
I legami di Brassaï con l’America si concretizzarono anche in una assidua collaborazione con la rivista Harper’s Bazaar, di cui Aleksej Brodovič fu il rivoluzionario direttore artistico dal 1934 al 1958. Per Harper’s Bazaar il fotografo ritrasse molti protagonisti della vita artistica e letteraria francese, con i quali era solito socializzare. I soggetti ritratti in quest’occasione vennero poi pubblicati nel volume Les artistes de ma vie, del 1982, due anni prima della sua scomparsa. Brassaï morì infatti il 7 luglio 1984, subito dopo aver terminato la redazione di un libro su Proust al quale aveva dedicato diversi anni della sua vita. È sepolto nel cimitero di Montparnasse, nel cuore della Parigi che ha celebrato per mezzo secolo.
La mostra Brassaï: l’occhio di Parigi è visitabile a Palazzo Reale nei seguenti orari di apertura: 10.00-19.30 da martedì a domenica; 10.00-22.30 giovedì; lunedì chiuso. Biglietti: intero 15 euro, ridotto 13 euro, open 17 euro. Per info 02 88445181.